sabato 30 gennaio 2021

LA SINAGOGA DEL CUORE

Occorre un fatto eclatante, che desti in noi stupore per scuoterci e farci com-prendere. Un gesto forte che smuove gli animi per farci realizzare il pericolo che stiamo correndo. Questo succede nella vita pratica, quando ad esempio un evento clamoroso, un disastro naturale ci fa indagare sulle cause, spesso dovute solo ad un'incuria dell'uomo o ad un atteggiamento poco attento all' altrui salvaguardia. Allora ne siamo avveduti e la nostra coscienza acquisisce lo stato di presenza. Ma anche nella vita spirituale sembra essere cosi. Anche l'anima deve fare questo percorso direi di guarigione profonda per entrare in sintonia con il senso della Parola per diventare carne. 

La Parola entra in noi come in una sinagoga, nel momento in cui lasciando aperte le porte, del cuore, allentando le difese, si rivela con la sua forza prorompente. Dapprima appare come una serie di scritti, fatti storici e testimonianze. Entrano in te in modo "innocuo" senza incanto. Rifletti ed elabori con la mente le immagini che passano in rassegna in modo asettico. Piano piano ti accorgi che quelle parole erano degli insegnamenti e il tuo cuore diventa un'insolita sinagoga, non più luogo di obbedienza, ma un posto di inaspettata meraviglia. E le figure, le immagini di un Dio che impone, di un maestro autoritario, dettate dalla paura di una reazione, ora si dissolvono per acquisire una nuova sonorità. 

"Parole nuove stavi incidendo nel nostro cuore, sulle pareti di questa sinagoga". 

Il mondo non comprende il modo nel quale il Nascente può manifestarsi. Ecco che nella domanda rivolta dallo spirito impuro riconosciamo una domanda che spesso ci viene naturale fare a tutti noi. Cosa vuoi da noi Gesù Nazareno ? 
Noi in fondo lo sappiamo bene cosa vuole ma il nostro ego lo tiene nascosto. Gesù vuole che diventiamo come Lui, ma al nostro impulso di trovare subito una Sua risposta, dobbiamo inizialmente tacere, acquietarci per poter scorgere meglio le nostre distorsioni, i nostri squilibri. Non basta parlarne, conoscere la Dottrina, bisogna tornare ad avere stupore ogni volta e per poterlo fare dobbiamo necessariamente passare prima dagli "inferi". Dobbiamo arrivare al punto di gridare anche noi per fare quella domanda radicale. Solo così cadranno le scene artefatte del mondo nelle sue categorie artificiosamente costruite, di una religione troppo rappresentata e poco vissuta spiritualmente, di un'economia che poggia su un modello errato di sviluppo, di una cultura stantia che non genera interessi nei giovani.   
Occorre un gesto eclatante come quello di Gesù con il suo ingresso ed il suo monito "autoritario" ed un gesto altrettanto eclatante da parte nostra riassunto nella domanda gridata per poter entrare finalmente nella sinagoga del cuore. 

martedì 26 gennaio 2021

IL MAQUILLAGE DELL' INFORMAZIONE

In un mondo sempre più globalizzato, l' informazione corre alla velocità della luce, generando un effetto immediato del dato sul ricevente, con altrettante pronte reazioni condivise sui canali social in modo spesso paranoico e compulsivo.  

I.
 Come è usanza per una bella donna, che per apparire tale, deve rifarsi il trucco, preparare il suo aspetto per renderlo bello e gradevole, oppure per un attore che, dovendo somigliare al protagonista, interviene sull' aspetto fisico, modificando le sue sembianze, così sta accadendo oggigiorno, e con espressioni sempre più accentuate, nel mondo della "notizia". In questo camerino, il luogo dove avviene la "preparazione", il confezionamento e la divulgazione dell'informazione in genere, accade il miracolo, per cui un brutto anatroccolo diventa un'elegante cigno o vice-versa. È una stanza adiacente al palco-oscenico nella quale grazie ad alcuni accorgimenti gli addetti, truccatori, parrucchieri, estetisti in genere, sono capaci di "coprire" con ciprie, velare con "ombretti", o accentuare con tratti e linee il vero volto della notizia per renderla più liscia o più spigolosa, come gli altri vogliono che sia, o per nasconderne il dato autentico, rivelatore di intendimenti non proprio ortodossi. 

II. 
Così nel tempo è arrivata a noi l' informazione, "truccata" !! Grazie a quel "belletto", quel ritocco appena necessario per far credere che il bilancio chiudeva in utile (basta s-postare, muovere una voce di posizione) o per comunicare un valore (indice RT) di incidenza di contagio da virus diverso dal dato reale, che fosse però più preoccupante per giustificare alcune categorie di provvedimenti, oppure grazie alla riduzione, ad una minima soglia, del numero di un campionamento statistico (numero dei tamponi) il gioco è fatto, ed il trucco rimane nascosto. La salute e le tasche dei lavoratori arrivano così, ben presto, ad occupare i primissimi posti tra gli argomenti dei notiziari per diventare temi principe sui quali muovere la regia di questo teatro, con risultati a dir poco raccapriccianti, anche per l'inconciliabilitá dei due ambiti.

III. 
Gli esiti di questa scelta, essendo ad esclusivo appannaggio della politica, stanno evidenziando che i registi della scena stanno dando prova della propria pochezza, da un lato per non essere in grado di fronteggiare con equilibrio la coreografia dell' emergenza sanitaria e dall'altro per incapacità di giungere alla predisposizione come valido canovaccio, di un programma di spesa da presentare in sede europea per ottenere i tanto sospirati contributi. 

IV. 
Intanto il mondo precipita in modo vertiginoso in questo imbuto, accelerando la sua corsa allo sviluppo tecnologico incoraggiata dalla spinta data dalla pandemia nel favorire lo smart-working. La tecnologia sta cavalcando questo momento particolare della storia.
Le grandi aziende del settore informatico facendosi forza dell’ ampliamento dell’ adozione del lavoro da casa (homework) hanno indirizzato i propri obbiettivi nello sviluppo di software e di pacchetti ad hoc predisposti, spingendo il lavoro verso una modalità che a lungo andare potrebbe comportare dei seri pericoli per l' identità delle persone già fortemente provate nella psiche per l' isolamento imposto dal dramma pandemico.

domenica 24 gennaio 2021

PASSA LA FIGURA DI QUESTO MONDO - LA NUOVA UMANITA'

Chi è quel suddito, quel semplice agricoltore o operaio, quel cittadino dei giorni nostri, che avrebbe l'ardire o la pretesa di far cambiare idea al proprio re al proprio imperatore o governatore per dissuaderlo da una strategia di potere o di governo del proprio popolo, dal proprio operato nella gestione degli affari sociali, in quello ad esempio che oggi potremo indicare con il termine di welfare

I. 

Nessun stratega, guerriero o pensatore filosofo, quanto poi appartenente ad un' altra origine o classe sociale come Giona, figura emblematica, giudeo, profeta minore nel panorama biblico, potrebbe osare tanto se non grazie alla "spinta" alla chiamata di Dio. Una chiamata che avviene a più riprese se occorre, perché il cammino della salvezza passa anche attraverso le incertezze ed i dubbi dell' uomo incarnato, l' annuncio si snoda attraverso le inerzie e le pigrizie dell' umana esistenza, per arrivare poi ad essere accolto in modo inaspettato, non come vuole Giona, (portando la distruzione del popolo peccatore), ma entro i contorni del disegno divino, con la salvezza di tutti. 

II.

Così nessun rivoluzionario in erba senza un'autentico progetto che abbia fondamenta salde su teorie sperimentate potrebbe mai sperare in una trasformazione ed a un cambiamento del mondo. Nessun uomo che non trovi nella creatività del pensiero la fonte e l'origine della forza, il coraggio delle libere scelte, l' ardire di uscire dagli schemi imposti, la perseveranza nel combattere le ingiustizie, sarebbe in grado di sostenere un compito così arduo. Ci vuole una grande fiducia ed anche sana pazzia. 

III.

La missione di Giona, quella di convertire una città, Ninive, ma soprattutto convincere il re a mutare radicalmente la propria condotta dissoluta e dedita al peccato, può apparire un'utopia. Eppure accade ed avviene con un esito inaspettato.

Così la "missione" di traghettare questa umanità morente sulle rive di una nuova Terra diventa un'opera che già si sta compiendo. 
Il nostro occhio profetico già vede la luce che spri-Giona da quell'imbrunire propizio.
Le nostre orecchie già odono le melodie di festa scaturire da quei rintocchi lugubri. 
E anche qui è una spinta vigorosa, è un Spirito che RI-nasce e che corrobora le nostre scelte. È la libertà del cuore che rilancia la proposta e trasforma il pensiero in realtà. 

venerdì 22 gennaio 2021

IL PRIMATO DI CRISTO

La storia delle religioni ci mostra come il processo di evoluzione della spiritualità, prendendo le mosse da forme più primitive, quelle che avevano di base l'atto sacrificale di un animale come gesto di devozione, si è avviato lentamente verso altre, più evolute, nelle quali alle più disparate ritualità, non più compiute direttamente, andava ben presto a sostituirsi l' intervento di un " intermediario", un sacerdote che si poneva come tramite con il divino, fino ad arrivare al "repertorio" di atti che si compiono anche oggi e si esplicitano, come nel Cristianesimo, ma anche delle altre religioni, nei gesti liturgici. 


I.

In primis, quindi, era l' atto sacrificale il fulcro che contraddistingueva la natura delle relazione con Dio, come gesto volto ad ottenere condizioni favorevoli, di vitale importanza, un migliore raccolto, o le stagioni favorevoli.
In seguito, l'intervento nel dialogo tra terra e cielo si è declinato nei modi e nelle forme di devozione dai contenuti diversi e attraverso un "mediatore" che avesse il potere di catalizzare e rendere efficace e direi più solenne l' invocazione.

II.

La fisionomia delle varie religioni oggi è quindi il risultato di questo lento processo che ha visto pian piano abbandonare il culto rivolto a più divinità, per approdare ad un panorama caratterizzato dalla presenza nel mondo delle tre principali religioni monoteiste.
In una società sempre più globalizzata la questione dell'incontro tra le religioni e le culture è diventata perciò uno dei temi più urgenti, ponendo in evidenza l'importanza di una loro compatibilità per il mantenimento della pace, tanto da farle assumere una ragione politica.
In quest' ottica sono le religioni stesse che dovrebbero chiedersi se siano in pace l'una con l'altra.

III.

La fede cristiana è per sua natura particolarmente interessata a questa problematica tanto da avanzare ( Pietro At 4,12) la pretesa di conoscere ed annunciare l'unico vero Dio, unico Salvatore di tutti gli uomini.
È ancora sostenibile questa pretesa di assolutezza per poter garantire un giusto percorso per la pace ?
Benedetto XVI ha detto che sarebbe opportuno, per comprendere veramente la fede e la religione, poterle vedere nel loro stretto rapporto con la verità.
Nel dibattito molto acceso svoltosi negli ultimi decenni spicca la disputa del rapporto tra il Cristianesimo e le religioni non cristiane.
Uno dei punti messi sotto la lente da alcuni teologi è stato quello della pretesa di salvezza del "non cristiano" che potrebbe apparire agli occhi di questi come presuntuosa.
La grazia di Cristo interverrebbe solo in un secondo momento, anche per loro, a seguito di un ravvedimento interiore. Il non "non cristiano" sarebbe considerato in definitiva un cristiano non ancora giunto alla meta.
Io penso che non si possa pretendere questa visione di inclusività, ma che bisogna allargare la questione da cui muovere, per favorire un dialogo veramente costruttivo con le altre religioni.
Capire che la riflessione debba estendersi oltre l' aspetto soteriologico, per arrivare a quello fenomenologico, che possa mostrarci le differenze e le peculiarità dei diversi credo. Questo, secondo me, è un passo importante lungo il percorso.
Un passo
utile e necessario per inquadrare bene il Cristianesimo nella storia delle religioni e il riconoscimento del suo primato.

IV.

Personalmente sono convinto della centralità del Cristianesimo nel processo di trasformazione e sviluppo della Nuova Umanità, cosiddetta "Nascente" , avviatosi già da tempo sul globo, in concomitanza con il processo di globalizzazione e quindi di omologazione che sta accentuandosi in modo così compulsivo.
Come sono arrivato a questo convincimento ? Credo che dipenda in parte dal proprio vissuto, dalle esperienze, e in parte dalle proprie radici cultutali.
Sicuramente il Cristianesimo, rispetto alle altre religioni, oltre ad avere l' intuizione comune di fondo della necessità di una liberazione interiore si caratterizza per la pretesa di entrare nella Storia e trasformarla.
Quello che notiamo è lo stretto legame, della sua presenza, della sua, direi, concomitanza con la nascita in Occidente dei diritti civili, i principi di fraternità e di uguaglianza dimostrando in tal modo che questi principi erano già iscritti in un tessuto, in un linguaggio che poi ha avuto nel tempo diverse interpretazioni.
Cristo con il suo Avvento, ha portato un messaggio nuovo la cui comprensione e la cui portata è ancora in corso, perché trattasi di un processo di assimilazione che dipende dal nostro modo di trasfigurare la nostra umanità attraverso una RI-generazione delle relazioni che dovranno avere una natura sempre meno ego-centrata.
Un dinamismo sempre in corso che si alimenta dei propri fondamenti culturali, ma che ha bisogno quindi anche di questo sguardo profetico, di questa intuizione, capace di creare, iscritta nella carne del vivere corrente.

domenica 17 gennaio 2021

CHE COSA CERCATE

Da sempre la ricerca dell'uomo è un desiderio innato di senso, un anelito di pienezza della vita che sfugge al pensiero ragionato. Le nostre domande ultime cadono spesso in un vuoto senza risposta che genera ansia e tensione. La scoperta non è un' intuizione, ma il risultato di un progressivo avvicinamento fatto di piccoli passi, la cui iniziativa è sempre la Sua e si realizza attraverso eventi della quotidianità e nei luoghi nei quali abitualmente viviamo. 
Così un incontro, una parola che ri-suona dentro, due occhi accoglienti che ti guardano diventano un passaggio, l' itinerario della propria vocazione. Per riconoscere le tappe di questo itinerario abbiamo bisogno di continue verifiche. 
Così la nostra adesione può risultare pronta, ma ancora cieca e quindi deludente, come accadde a Samuele . 
Samuele è un esempio di iniziato senza pre-giudizi, scevro da un ego spirituale. Tant'é che scambia la voce di Dio con la voce del sommo sacerdote Eli.
Questa potrebbe essere un'indicazione giusta per chi si mette in "cammino" : sgombrare il campo dai vecchi schemi, dalle varie voci segnalate come "autorevolmente" referenziate. 
Pulire la tavoletta di cera dai vecchi scritti, (una volta quando si scriveva sulla cera per potervi riscrivere si doveva passare sopra e cancellare il vecchio), per fare spazio alla voce alla chiamata autentica. Svuotarsi da ogni preconcetto per poter intraprendere un cammino autentico. E poi la libertà. La libertà di una piena risposta maturerà nel tempo : 《Parla, perché il tuo servo ti ascolta 》 Gesù lascia sempre il tempo giusto e soprattutto la libertà di aderire alla sua chiamata. 
Abbiamo bisogno di essere sostenuti nello spirito da chi, educato nella fede, può a sua volta accompagnare ed essere guida, ma senza doversi sostituire alla vicenda personale. Anche i primi apostoli seguono questo itinerario fatto di semplici domande rivolte a Gesù: 《Dove dimori ?》e brevi risposte : 《 Che cosa cercate ? .....Venite e vedrete !》 
La crescente consapevolezza di quell' incontro e della reale figura di Gesù, evidente anche dai titoli attribuitigli dall'evangelista, in una successione Agnello di Dio-rabbi-maestro-Messia- Cristo, possiamo metterla così in parallelo con la nostra presa di coscienza, con la nostra crescente e matura consapevolezza per diventare portavoce della sua Parola. Diventare la bocca di Dio. 

giovedì 14 gennaio 2021

COMPASSIONE

Da dove viene la compassione. Da dove nasce la commozione. Si può educare le persone ad essere compassionevoli, o è uno stato innato dell'essere? Quanto è biasimabile chi non riesce ad esserlo. Credo che ciascuno di noi nel profondo della propria anima ne abbia la vocazione. Poi, nel corso della propria vita, intervengono degli stimoli di ordine sociale e culturale e dei condizionamenti. Molto conta infatti la cultura delle proprie radici. Quando ad una mamma di una tribù africana, causa disgrazia, capita di perdere gli arti inferiori e dover spostarsi facendo leva solo sulle proprie braccia, può risultare plausibile pensare che niente è cambiato. La famiglia sempre numerosa pretende sempre da lei in servizi che faceva prima, come se niente fosse accaduto. In quelle regioni capita spesso di avere delle nenomazionie non per questo essere indicati come qualcosa di "diverso".La cultura è le condizioni sociali influiscono sulla capacità di essere solidali ?

Nelle nostre realtà più "civilizzate"(nemmeno più di tanto dico io) capita invece di vedere o il distacco per paura di troppo coinvolgimento in situazioni di estremo bisogno, ovvero delle persone che portano con sé una "diversità" per malattia, o un atteggiamento misto a pietismo che crea comunque una distanza che rompe il "com" di compassione. Compassione vuol dire vivere e condividere uno stato di disagio, sentire il malessere di chi ti sta accanto, nel tentativo di alleggerirgliene il peso. Il germe di un sentimento così elevato va ricercato nel quotidiano vivere insieme e nella consapevolezza dell' importanza di farlo crescere attraverso il dono gioioso di sé stessi. 

Gesù davanti all' amico Lazzaro si commuove.......

AVVERTENZE PER UNA RIPARTENZA

Ripartire dopo una debacle anche politica, perché no, è compito arduo. Tutte le volte bisogna essere accorti per non riprodurre le situazioni simili alle precedenti, controfigure di un nuovo "sistema", false ripartenze, tentativi abbozzati quanto affrettati. Abbiamo visto già troppi falsi inizi durante il Novecento : la nuova era di Nietzsche doveva partire nel 1888 e durò pochi mesi, finendo nell'abisso della follia; la revolution surréaliste finì in una rivista; per non parlare dell'era fascista o dell'uomo nuovo di staliniana memoria, fino alle fesserie palingenetiche scritte dagli intellettuali europei di ritorno all'Urss, dalla Cina e da Cuba.

I. 

Detto questo, entrando nel merito di ciò che scuote le coscienze oggi, direi che innanzitutto una proposta seria di cambiamento dovrà essere già da tempo meditata e studiata, per poi essere esposta in modo pacato e non con i toni e battibecchi ai quali siamo abituati oggi ad ascoltare. 

Bisogna aver compreso e radicato dentro di noi che un rinnovamento della figura umana (antropologico), ma anche politico, debba passare necessariamente per una cambiamento interiore. Cambiamento psicologico, e quindi di atteggiamento, non più arroccato su posizioni ideologiche consuete e senza una visione sui programmi prioritari, ma aperto a soluzioni condivise che salvaguardano in primis il lavoratore, le famiglie meno abbienti, la persone più deboli.  

II. 

Solo una trasformazione dell'uomo vecchio potrà far ripartire la cultura, l'arte in un contesto di un pensiero creativo, e quindi tutte le categorie sociali, le università, la sanità e la politica. La creatività infatti non è mai arbitraria. La modernità si è illusa che l'uomo potesse creare dal nulla a proprio piacimento. L'uomo al contrario può creare soltanto in una grande fedeltà di ascolto come l'atto poetico ci insegna. Credo che attualmente non esista una classe che possa essere in grado di prendere le redini del paese per dare la direzione prospettata. Esistono e proliferano però tanti movimenti, piccoli "gruppi pensanti" non condizionati, che stanno uscendo dall'ombra raccogliendo i consensi di tante persone, un humus fertile nel terreno fin troppo sfruttato di una "proposta" che non da più raccolto. Qui, sul fondo di questo terreno, sono in corso i preparativi per la nascita dell' Uomo Nuovo. 

mercoledì 13 gennaio 2021

EARTH-PHONIA =HEART-PHONIA

A dicembre è uscito Earthphonia, un disco di Max Casacci, ai più noto come il chitarrista dei Subsonica, accompagnato da un libro scritto con il geologo Mario Tozzi. L'album è stato realizzato senza strumenti ma solo con suoni presi direttamente dalla natura. Casacci li ha selezionati, campionati e riassemblati per creare una specie di cantico del pianeta Terra. Uno dei brani più emozionanti dell’album è Oceanbreath (Sounds from the sea).

Questo pezzo è figlio del lockdown: lo ha realizzato a casa sua con le cuffie in testa, mentre osservava le finestre degli altri appartamenti intorno al suo. Le registrazioni vengono dai diversi mari del mondo e gli sono state fornite da un’onlus chiamata Worldrise, che si occupa della tutela degli oceani. "Ci ho messo due giorni ad ascoltare tutto il materiale che mi avevano dato, è stato come trovarsi in un parco giochi sonoro”, racconta Casacci. “La cosa più bella è stata campionare il coro di pesci della barriera corallina australiana, che cantano verso il tramonto come gli uccelli, e i suoni dei cetacei. È affascinante l’idea, ma è affascinante anche il suono prodotto dai pesci. Sembra uscito fuori da un disco di musica elettronica. Ho voluto rappresentare la maestosità dell’oceano e ho ribaltato la prospettiva dell’ascolto, girando al contrario il suono delle onde, per creare un racconto che viene dal fondo del mare. Il finale del pezzo è volutamente un po’ cupo, perché con la musica volevo mandare una specie di avvertimento sul tema dell’innalzamento delle acque dei mari e non a caso proprio in quel punto ho inserito il rumore della rottura dei ghiacciai”, aggiunge il musicista. 

Penso che la giusta reazione per un cambiamento dovrà essere lo STUPORE. Perché se smetteremo di stupirci nella nostra vita perderemo il suo vero senso. La preoccupazione e la paura rischiano di fermare questo cammino necessario e direi urgente, questa svolta.

I suoni, le voci della Terra sono un esperimento di produzione musicale senza strumenti. Una ricerca che passa dall'ascolto di ogni componente della creazione: Pietre, Radici, Aria, Oceano, Acqua, Api, Vulcani, e Terre Alte. Che diventano così brani musicali. In questo modo la Voce della Terra diventa la voce del Cuore. Grazie Arianna Casaburi (mia figlia) per il bel regalo. Un modo davvero nuovo per fare proprie le tematiche legate alla sostenibilità ambientale. 

https://youtu.be/0n1v2z6mCTQ




LA PAROLA CHE VIBRA


Esiste un livello, un luogo di comprensione più sottile della Parola che restituisce a chi lo raggiunge un senso di pienezza, una risonanza interiore dove il verbo si fa corpo e diventa davvero carne. Questo luogo è un spazio libero nel quale la coscienza è un Altro, uno Spirito che delinea i segni inconfondibili di una Nuova Umanità. 

Quando lo raggiungiamo entriamo in un percorso iniziatico che ci inoltra verso la nostra "integrazione" in un lento processo a spirale, dove ogni volta, in contatto con le nostre distorsioni, sembriamo trovarci nello stesso punto, ma in realtà scendiamo ad un livello sempre più profondo, lì, in un angolo nascosto, in cui queste dis-armonie si generano. 

Da quel luogo può partire spontanea una preghiera che si apre con l'invocazione di un Nome. Quel Nome, spesso uscito dalle nostre labbra dentro una formula reiterata, ora ha un altro colore, un altro suono. È una parola che vibra. Al suo "dire" siamo già in Lui e Lui è già in noi. Ora che chiamiamo non ci sono più separazioni. Tutto torna alla primordiale comunione in uno Spirito Universale, in un Principio Eterno e ne sentiamo l' abbraccio. 

lunedì 11 gennaio 2021

IL MONDO CAMBIA NEL PENSIERO DI CHI LO PENSA

Il mondo non è una realtà del tutto esterna ed indipendente rispetto al nostro pensiero. Per secoli l' uomo ha pensato di adattarsi ad una creazione data una volta per tutte, ad un mondo statico, adeguando la propria mente e la propria vita alle ferree leggi della natura.

Solo pochissimi santi e mistici, pensatori o poeti illuminati intuiscono a tratti la funzione procreativa del pensiero dell'uomo. Dopo una lunghissima maturazione, è solo intorno al 1500 che la creatività umana inizia a diventare il centro propulsivo della storia dando vita alla nuova coscienza moderna. Ma si può dire che sia da appena un centinaio di anni, dagli albori del XX secolo, che inizi a baluginare, perfino nella ricerca scientifica più avanzata, l' idea che il mondo cambi con il mutare del nostro pensarlo, che cioè il pensiero umano sia una funzione centrale e creativa del processo continuo di manifestazione dell'essere : Ovvero che l'universo stia ora cambiando in questo pensiero in cui è giunto a comprendersi. 

Gesù aveva detto : 《Voi siete la luce del mondo》 (Mt 5-14). Quindi noi non siamo affatto una cosa dentro il mondo, ma piuttosto la "coscienza creatrice del mondo", il luogo in cui tutte le cose appaiono e continuano a rivelare e a perfezionare la loro essenza. Tramite lo sviluppo di questa consapevolezza, proprio adesso, la creazione sta mutando rotta, proprio adesso la rivelazione che Cristo compie dell' Io umano come Co-creatore dell' universo sembra illuminare a giorno tutti i progressi degli ultimi secoli e rilanciare su tutta la terra un periodo di eccezionale creatività, chiamandoli però tutti a una presa di coscienza inaudita, a una radicale conversione della mente, e ad assumerci niente di meno che la responsabilità della salute e della salvezza del mondo intero.

 Marco Guzzi - Fede e Rivoluzione- Ed Paoline

sabato 9 gennaio 2021

IL TUONO E LA COLOMBA

[....] E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. [....] Cosi inizia la vita pubblica di Gesù. Una colomba che danza sul fiume Giordano. L' immagine di Colui che "fa vivere e santifica l'Universo" e che pure accetta nella sua condizione di ricevere il battesimo è un'immagine forte e potente e al tempo stesso dolce. 

La potenza del verbo, nel quale ci sembra di udire anche il rumore della parola squarciare, trova immediato contrasto nell' immagine delicata della colomba che, dopo aver volteggiato, si posa su Gesù.  

Da sempre notiamo nelle scritture queste modalità nelle quali Dio si avvicina a noi, si fa nostro presente. Lo fa in modo autoritario come quando scaccia i mercanti dal tempio, ma poi lo ritroviamo in situazioni dove sa accoglierti ed accarezzarti in un gesto di tenerezza. Tenerezza e indignazione, sono in Lui manifestazioni della passione di Dio per l’uomo. 

Perché l' amore di un Padre è così forte e autoritario per necessità con i suoi figli, ma anche tenero e delicato, consolatore nei momenti importanti. Con il tuono ed il lampo lo spirito irrompe quando ha bisogno di una manifestazione urgente. Allora ti "fulmina" e ti getta giù dal cavallo della tua quotidianità, nel tuo reiterato atteggiamento, dal consumato vivere nelle tue debolezze. Oppure ti plasma attraverso un messaggio più sottile, o grazie ad un incontro particolare, o a una parola che ti risuona dentro e delicatamente come un battito d'ali ti eleva da terra.  

E LÌ RI-NASCI

Accogliendo nel grembo del tuo fiume interiore, la luce che si fa strada e rompe il velo delle tue incertezze, delle tue immobilità, accettando di abdicare al tuo orgoglio, alla tue sicurezze e deponendo lo scettro della tua regalità terrena fatta di misero potere, il Cielo e la terra si uniscono e diventano un unico luogo.

venerdì 8 gennaio 2021

SIAMO ALBERI

"Ho scoperto delle macchine in grado di purificare l'aria, di trasformare l'anidride carbonica in ossigeno e di regolare la temperatura del Pianeta, senza bisogno di manutenzione. Macchine in grado di replicarsi autonomamente, senza prodotti di scarto e senza necessità di essere alimentate con energia fossile. Queste macchine si chiamano ALBERI"

 I. 

 Questo potrebbe essere il discorso di un uomo risvegliato. Ci sono elementi della nostra vita, nel caso specifico le piante, che fanno parte di un quotidiano sbiadito a causa dell'abitudine e al fare distratto che noi uomini ancora ci ostiniamo ad adottare, mentre meriterebbero uno sguardo ed un' attenzione differenti ed anche tutto il nostro stupore. Lo stesso ritmo lento proprio della natura vegetale, e più similare al tempo geologico che alle nostre ciclicità biologiche, ci narra la nostra difficoltà, a decifrare quel regno, abituati come siamo ai moti frenetici. 

 II. 

Per poter leggere e comprendere i comportamenti di questo mondo dovremo in tutta umiltà anche noi rallentare i nostri tempi per accostarci con rispetto ed umiltà ad una pianta, o a un fiore che sta sbocciando. Potremo sorprenderci nel conoscere che le radici di una pianta emettono dei suoni per potersi orientare ed evitare ostacoli durante il loro percorso di crescita. Oppure captare frequenze sonore. Capire insomma che i vegetali hanno una capacità cognitiva e che questa si genera proprio sottoterra a livello delle radici.

III. 

Da esperimenti fatti si è potuto dimostrare infatti che la percezione dell'ostacolo da parte delle radici avviene molto prima di raggiungerlo e non in prossimità e radente ad esso. Un' altra proprietà delle radici è quella di percepire i suoni e quindi le frequenze dirigendosi verso quelle più "attraenti". Sappiamo che la frequenza di 200 hertz è un marker che indica un picco per la presenza di acqua che si muove. Nello stesso modo la parte aerea delle piante è in grado di percepire i suoni emessi da tanti insetti e di attivare le proprie difese prima ancora che uno di essi attacchi. Queste considerazioni dovrebbero portarci ad avere più rispetto per le piante e per il mondo vegetale un genere. Cosa che invece non abbiamo ancora compreso continuando nell'opera di deforestazione indiscriminata, con i tagli e con l' inquinamento dei terreni. Le piante come esseri co-evoluti con l' umano su questa terra sembrano essere più convincenti, nell'ottenere collaborazione, con gli animali che con noi uomini. Pensiamo al caso più evidente dell'impollinazione operata dalle api. Un vero scambio di favori.

IV. 

Dovremo avere oltre al pollice verde anche una rinnovata coscienza che comprenda come nella creazione tutto risulti interconnesso e che un atteggiamento mal rivolto ad una pianta può scatenare una serie di reazioni su tutto il resto degli esseri viventi.

martedì 5 gennaio 2021

MANIFEST-AZIONE PER-DONARE

Cosa siamo disposti a donare di "nostro" ? Il nuovo giorno porta con sé la nostra storia. Forse è questo il dono più prezioso che possiamo fare : il nostro tempo.

I.

Oggi il tempo accelera e "decade" in un mirabile incontro. Dall' Oriente persone insospettate, che mai hanno avuto a che fare con la fede, sentono nel loro cuore qualcosa che li spinge oltre, attirati da una sorgente di Luce e Verità. Ed ecco l'incontro tra due regalità, una più appariscente ed esotica, e l'Altra :
Un pargoletto nato in un' umile stalla che ci apre interiormente alla "consapevolezza del cuore", per far vibrare le corde del nostro essere.

II.

Esprimere il desiderio che è in noi è l' atteggiamento più consono per poter vivere pienamente la vita.
Manifestare i doni che abbiamo però non ci viene naturale.
Non sempre lo facciamo in quanto ci sentiamo condizionati dall'altro che è disposto più alla critica, all'indifferenza che alla considerazione e alla comprensione.
Quando sbagliamo non ci viene chiesto il perché del nostro comportamento ma veniamo criticati con il risultato di creare un "distacco" una separazione.

Riconoscere il dono è quindi una condizione indispensabile per poterlo di seguito manifestare.

L'unicità di ogni essere, la propria intrinseca originalità, richiedono in ogni relazione un attenzione particolare, una vocazione all'ascolto che aiuta a riconoscere il valore dell'essere umano in quanto individuo detentore di questo dono da manifestare.

Essere sé stessi ed amare sono perciò due condizioni indispensabili.
Intanto riconoscere che la consapevolezza è sempre cresciuta nel tempo, ma non sempre ha potuto esprimere la propria essenza che è quella di sentirsi amati per il valore che abbiamo e quindi essere capaci a nostra volta di amare.

III.

Se guardiamo alla nostra storia, una mancata possibilità di espressione è sfociata spesso in atteggiamenti distorti e in manifestazioni di violenza.
Oggi ci vuole attenzione per poter recuperare queste storture perpetrate nel tempo dall'uomo a danno anche della natura.
Siamo nel momento della scelta per decidere dove andare grazie ad una recuperata coscienza e agli strumenti evoluti che abbiamo per farlo.
Dobbiamo mettere in atto questa scelta ed operare una
MANIFEST-AZIONE.
Questa sarà la nostra Epifania
Questo sarà il nostro DONARE.

BUONA EPIFANIA del cuore.

sabato 2 gennaio 2021

SAN BASILIO MAGNO - PIONIERE DELLA MEDITAZIONE

Oggi, 2 Gennaio, la Chiesa ricorda un illustre rappresentante della patristica greca, San Basilio Magno. Un Padre della Chiesa che già ai suoi tempi dava indicazioni precise di come accostarsi alla preghiera ed entrare nella dimensione meditativa. Purtroppo nonostante questi spunti ci vengano da più parti, (compresa la tradizione orientale), ancora non sono entrati nella spiritualità, tanto meno nella cultura occidentale. Bisognerebbe invece recuperare l'esperienza in quanto trattasi di una conoscenza antica. 

 È quello che afferma e ricorda anche Marco Guzzi in uno dei suoi incontri sul tema " Teoria e pratica della meditazione". Leggete cosa scriveva San Basilio appena nel 3°secolo : 

《Bisogna cercare di tenere la mente nella quiete. Non è possibile scrivere sulla cera se prima non si sono spianati i caratteri che vi si trovavano impressi: allo stesso modo, non è possibile offrire all'anima gli insegnamenti divini, se prima non si tolgono via le idee preconcette derivanti dai costumi acquisiti. A questo scopo, ci è di grandissimo vantaggio il luogo solitario, poiché esso assopisce le nostre passioni e dà alla ragione lo spazio necessario per reciderle completamente dall'anima. Come infatti le belve possono essere facilmente vinte se vengono ammansite, così anche le brame, le collere, i timori, le tristezze, questi mali velenosi dell'anima, una volta che siano stati assopiti dalla quiete e non siano più esasperati dalla continua provocazione, vengono facilmente vinti dalla forza della ragione. Sia dunque tale luogo – com’è appunto il nostro - così libero dal commercio con gli uomini che la continuità dell’ascesi non venga interrotta da alcuno di quelli di fuori.》

 (Dalle Lettere di san Basilio Magno. Epistola II, Basilius Gregorio. PG 32, 224. 225-229.) 

IL NOME DI GESÙ

Forse non tutti sanno che i nomi di battesimo che portiamo fin dalla nascita contengono ed esprimono un loro significato intrinseco. 

Questo a partire da una tradizione, che ha voluto attribuire una particolare importanza a personaggi che hanno fatto la storia, fino ad arrivare ai giorni nostri. In questa panoramica temporale troviamo nomi teofori (evocatori della divinità), ed anche quelli di alcuni eroi, che sono il simbolo della missione adempiuta da costoro nella storia.
Oltre a questo valore, in secondo luogo, il nome possiede anche un contenuto dinamico in quanto rappresenta e in qualche modo racchiude in sé una forza che designa l’intima natura di un essere, rivelando una presenza attiva di quell’essere.

I.

Platone diceva che “Chiunque sa il nome, sa anche le cose”; conoscerlo vuol dire conoscere la ‘cosa’ in se stessa.
Il nome sembra “occupare” così uno spazio, che ha la “proprietà” della cosa e la spiega. Indica in primo luogo, l’”essenza” di una persona, le sue prerogative, le qualità e i difetti; pronunciandolo si è come in presenza di colui che si nomina, si dà ad esso una precisa dimensione.
Ebbene tutte queste considerazioni trovano un'amplificazione di significato quando riflettiamo sul nome per eccellenza : il Nome di Gesù e quindi ci fa riflettere sulla portata cruciale della sua pronuncia nelle invocazioni, nella preghiera e nella contemplazione.

II.

"Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi – nei cieli, sulla terra e sotto terra".

Afferma Paolo ( 1 Fil 2, 6-11)

Il nome di “Gesù” viene dall’angelo Gabriele, che lo trasmette alla Vergine Maria:

Ecco, concepirai e darai alla luce un figlio: gli darai il nome di Gesù.

Lc 1, 31

Tra tutti i nomi che Dio avrebbe potuto scegliere, Egli scelse intenzionalmente quello là.

“Gesù” vuol dire in ebraico: «Dio salva».
Con l'Annunciazione a Maria viene ad esprimersi così sia l'identità che la missione di Gesù.

Troviamo un collegamento al nome di Giosuè, ma secondo alcune fonti antiche, il nome greco sarebbe legato al verbo ιἆσθαι [iasthai], che significa “guarire”. Non fa dunque sorpresa che certi Padri greci antichi abbiano associato il nome di Gesù a questa medesima radice per sottolinearne appunto la sua missione.

Una Presenza nella persona del suo Figlio fatto uomo per la redenzione universale e definitiva dei peccati.
Il suo nome è divino e porta la Salvezza a tutti perché può essere invocato da tutti, perché Egli si è unito a tutti gli uomini mediante l’Incarnazione, di modo tale che non ci sia sotto al cielo altro nome dato agli uomini mediante il quale possiamo essere salvati.

III.

"Sia sempre benedetto il Nome del Signore".


Lodate, servi del Signore,
lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome del Signore,
ora e sempre.

Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutti i popoli eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.

Chi è pari al Signore nostro Dio
che siede nell’alto
e si china a guardare
nei cieli e sulla terra?
     
(Salmo 112)


Grande fondamento della fede pertanto è il Nome di Gesù, per il quale siamo fatti figli di Dio. La fede della religione cattolica consiste nella conoscenza e nella luce di Gesù Cristo; che è illuminazione dell’uomo, porta della vita, fondamento della salute eterna. 

E questa Luce che invochiamo nella preghiera pronunciando il suo Santo Nome. Con la sola pronuncia avviene la sua Presenza. Il suo Nome è Una Coscienza Incondizionata,
un Raggio Planetario.
Ogni volta che ci rivolgiamo a Lui pronunciando il suo Nome dovremo essere coscienti che lo Spirito esprimerà la sua vivace Presenza e la sua forza di guarigione.


Jesu Nam Kevalam

(Solo il tuo nome conta, Gesù)

venerdì 1 gennaio 2021

2021 UNA FINESTRA SUL MONDO

"Finestre, cio' di cui abbiamo bisogno, mi disse una volta un vecchio saggio in un paese lontano, la vastita' del reale e' incomprensibile, per capirlo bisogna rinchiuderlo in un rettangolo, la geometria si oppone al caos, per questo gli uomini hanno inventato le finestre che sono geometriche, e ogni geometria presuppone angoli retti. Sara' che la nostra vita e' subordinata anch'essa agli angoli retti ? Sai, quei difficili itinerari, fatti di segmenti, che tutti noi dobbiamo percorrere semplicemente per arrivare alla nostra fine....."

《Ma tutto cio' che viviamo, che pensiamo, che immaginiamo non puo' essere governato dalle geometrie. Le finestre sono solo una pavida forma di geometria degli uomini che temono lo sguardo circolare dove tutto entra senza senso e senza rimedio.....》
Tratto da "Tristano muore" di Antonio Tabucchi.


Ecco io penso invece che lo sviluppo globale planetario dimostrando, soprattutto in questo clima di pandemia come tutte le strutture, tutte le categorie siano così interconnesse tra di loro azzerando anche le distanze territoriali, sta ponendo l'uomo in condizioni di poter fare delle riflessioni e delle valutazioni importanti per il suo futuro.

La finestra dovrà avere un'ampia apertura per consentire questo sguardo più ampio sul mondo. 
Il neonato 2021 ci porta questa apertura, una visuale che includerà scelte importanti sulla sostenibilità del pianeta, mentre sembra che sia sempre la Scienza a decidere.

La preoccupazione è alle stelle per le definizioni riguardo al vaccino contro il Covid 2019 e per le risoluzioni prese e da prendere riguardo alla crisi economica scatenatasi di conseguenza. Tutto ciò
sotto l’egida di un’ Europa sempre più generosa, compatta e misericordiosa
che non vede l’ora di regalarci un po’ di soldi
per poi tenerci nuovamente sotto ricatto.
L' anno che ci ha lasciato, il 2020 è stato l’anno dei terremoti.
Terremoti politici, sociali e sanitari, un anno che ha lasciato dentro di noi immagini tristi di ospedali in sovraffollamento e di teatri e circoli culturali vuoti e senza luci.

Entriamo ora in una anno dove tutte le cose, necessariamente, verranno in superficie.
Responsabilità e Rivoluzione antropologica
saranno i due moti che si ripresenteranno all’attenzione di tutti,
come un progetto non più rimandabile.
Il clima e già quello di un’antinomia sociale,
che porterà all’esaltazione delle contraddizioni e - per questo motivo -
all’insorgenza di una contrapposizione lucida ed evidente.
Un clima ottimo per chi ama la scelta!

Denuncia e annuncio dovranno essere le due facce della stessa medaglia,
guai a rinunciare a una sola delle due.

Siamo chiamati tutti a
contribuire alla costruzione di una Weltanschauung politica e culturale.

Il 2021 è l’anno di passaggio all’era nuova, al tempo delle aspettative,
a quello spazio aereo dove nonostante le frammentazioni tumultuose
degli accadimenti storici - direbbe il saggio Heidegger -
tutte le cose vengono all’Essere.
Dovremo vivere questo tempo da protagonisti affacciati a quella finestra ampia sul mondo per avere una visione veritiera della realtà.




 

L'ALBA DEL NUOVO MONDO

L’alba del nuovo mondo”, il titolo del libro che ha presentato l’autore Gabriele Sannino è molto coraggioso. Nella sala Conferenze di Vill...