martedì 19 dicembre 2023

DIVENTARE MUTI

"L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo".

Al  grido nel deserto di Giovanni segue nella Lettura un'altra condizione, quella, apparentemente opposta, di Zaccaria. Quella del 'mutismo' dell'afonìa e del silenzio imposto o scelto di chi si trova in una situazione di transito di una fede precaria.

Di chi sta attraversando un altro deserto. 

Se il grido nel deserto può indicare disperazione. Il silenzio di chi non può parlare diventa oltremodo frustrante.

Gridi in un luogo in cui sembra che nessuno ti senta. In un vuoto. 

In uno spazio isolato e inanimato. Cosí che il tuo grido resta inascoltato.

Capita nella preghiera, a volte. 

Ma, nel concreto, capita nella vita di tanti che, pure messi al centro di un formicaio di gente, hanno gli stessi risultati che otterrebbero se fossero nel cuore del deserto.

Il grido di Giovanni Battista apre alla speranza, alla voglia di provarci.

Mentre la condizione di tanti, sia per problemi fisici o perché non è concessa loro la parola, di non poter esprimere un proprio parere, diventa davvero alienante.

Penso ai 'senza voce' di chi reclama un diritto ad un 'assistenza.

Chi non sa ascoltare fa diventare muti tutti coloro che vivono nella precarietà, causa la mancanza di un lavoro.

Si grida per rabbia contro una vita che, ormai, viene subita. Ma si tace quando il grido della nostra voce

resta soffocato in gola.

Forme depressive croniche, tossicodipendenze incurabili, dinamiche oppressive, nel lavoro, nella vita di coppia, tensioni non più risolvibili tra gente dello stesso sangue.

MURI ...SILENZI

Voci soffocate dal dolore che non finirà mai sulle pagine dei giornali, impegnati ad ammirare lustrini. Intanto ci sono i clochard, morti nel freddo di questo ennesimo inverno, arido di cure e di attenzioni, mentre tanti tra noi pronti a stampare su un profilo la nostra faccia migliore, il nostro più recente successo, la nostra più fintamente radiosa espressione.

Siamo granelli, anche noi, di un deserto costruito intorno a quanti, pur gridando, non vengono ascoltati?

Almeno non rimaniamo muti, ma facciamo sentire la nostra voce.

E soprattutto non giriamoci dall'altra parte. Nutriamoci della Parola, di questo tempo di Attesa, per poter testimoniare ed annunciare con voce piena la Bellezza del Regno di Amore. 

Non vedo Natale migliore

L'ALBA DEL NUOVO MONDO

L’alba del nuovo mondo”, il titolo del libro che ha presentato l’autore Gabriele Sannino è molto coraggioso. Nella sala Conferenze di Vill...