domenica 29 ottobre 2023

UN TRENO PER IL CIELO

Beppe ne ha fatta di strada.
Da quando era la sua 'casa', fino ad arrivare dopo una breve ma intensa vita alla vera casa, quella celeste. 

Sì, perché 64 anni sono pochi, ma quando sono vissuti intensamente allora comprendi quanto un'anima così bella possa aver non speso, ma direi donato qui, sulla terra, per poter meritare un degno riposo lassù.
E dire che nel corso della sua vita aveva già trovato la compagnia degli angeli che lo avevano sostenuto nel momento del bisogno fino a far nascere nel suo cuore una sincera riconoscenza attraverso un personale impegno in favore dei meno fortunati.
Cosí era entrato attivamente nello spirito del volontariato, collaborando in cucina con le cuoche volontarie dell Ronda della Carità e solidarietà - preparando i pasti, due volte a settimana, da portare agli amici nel tragitto consueto nella nostra città. 

Bresciano d’origine, Beppe si era ritrovato a Grosseto per una casualità, che lo aveva visto estromesso dal treno che doveva portarlo a Napoli, perché sprovvisto del biglietto.

Ma non è stato un caso. Il caso non esiste. Perché Beppe ha trovato a Grosseto un'accoglienza formidabile fino al punto di essere adottato da tutta la cittadinanza come solo una madre sa fare con un proprio figlio.
In primis le istituzioni religiose come la Caritas. Poi la figura rilevante di Don Franco Cencioni e successivamente la cura dei frati della parrocchia di San Francesco. Beppe racconta loro la sua triste storia di clochard, la dedizione all'alcol e la vicenda della sua smisurata propensione al gioco che lo hanno portato alla perdita di tutti i suoi risparmi.
"Giocavo per cieco egoismo- raccontava- volevo più di quello che avevo e invece ho perso tutto".

Ma la perdita più grave, nella vita di Beppe, è stata quella dei suoi genitori, morti quando era ancora un ragazzo. Solo, senza famiglia e senza un euro in tasca ha chiesto prima aiuto a degli amici in Umbria. "Poi non potevo restare lì e sono andato a Pisa dove ho vissuto quasi un anno per strada - dice - insieme ad altri ragazzi. L’alcol mi stava distruggendo la vita e così ho deciso, dopo un anno di quello strazio, di salire sul primo treno che ho trovato. Quello che poi mi ha portato fino all'imprevista fermata di Grosseto". 

La vita di Beppe è cambiata da quando è sceso da quel treno.
Forse doveva prenderne uno più adatto alla sua vocazione, quella di leggere e scrivere poesie.
Per un po’ di tempo, a Porta vecchia, si è seduto per terra a chiedere l’elemosina con un libro in mano. «In un anno riesco a leggere 70, 80 libri - dice - e ora ho ritrovato anche la voglia di scrivere». Con il passare dei mesi, quel clochard gentile e sempre sorridente, si è fatto benvolere dai grossetani. «Mi portavano libri da leggere, coperte per il freddo - ricorda - e un po’ di cibo». Poi, finalmente, l’occasione giusta è capitata anche a Beppe che ha trovato un lavoro a Roccastrada, prima di tornare ancora a Grosseto dai frati di San Francesco. 

Ma soprattutto, ha cominciato a scrivere poesie, come quella dedicata a sua madre e quelle che puntualmente in occasione delle feste pasquali e natalizie distribuiva ai suoi amici,
ai commercianti della città, e a chi gliele chiedeva. Poesie che Beppe, fotocopiava e portava, arrotolate come tante piccole pergamene.
Adesso il suo treno ha avuto un'altra fermata imprevista o forse no. Ha solo cambiato direzione per abbandonare le rotaie e percorrere le morbide e soffici carreggiate celesti.
Lieve ti sia il viaggio, carissimo, 
e meritato il biglietto per il posto più luminoso.
Grazie Beppe per aver condiviso con noi i tuoi momenti.
Ci manchi già tanto ❤

giovedì 26 ottobre 2023

SOLO CHI PRESIDIA I CONFINI SENTE LA VITA DIVENIRE INCONTRO

Sono sempre più convinto che quello che sta accadendo nel mondo sia il riflesso di ciò che ci portiamo dentro. 

Come dire che siamo responsabili in qualche modo di tutte le guerre, di tutte le distorsioni e di tutte le divisioni che vediamo quotidianamente generarsi, a tutti i livelli, nelle relazioni umane.

Può sembrare un paradosso, ma è come se vivessimo perennemente e inconsapevolmente in uno stato di coscienza alterato, mosso dai nostri istinti più bassi senza alcuna possibilità di uscirne fuori.

Se tutto questo fosse vero potremo considerare vero anche il ragionamento inverso.

Vale a dire modificando e trasformando il nostro stato interiore, 'lavorando' per cambiare i nostri atteggiamenti tendenziali, potremo davvero influire sul cambiamento del mondo.

Per quanto possa sembrare assurdo a mio parere è proprio così.

Su questa base teorica, che può sembrare un'utopia, poggia il fondamento dell'azione e dell'attività svolta dai Gruppi Darsi Pace  che da 25 anni, grazie al costante e paziente lavoro del suo ideatore- il filosofo poeta Marco Guzzi  e dei suoi collaboratori tutors- hanno accompagnato i praticanti dei corsi lungo un cammino di consapevolezza e di trasformazione.

Secondo Darsi Pace l'uomo è già ad un passo per giungere al cambiamento. Si troverebbe in una situazione propizia per operare la svolta, come era stato già interpretato dal pensiero di grandi figure della cultura del secolo passato.

Una posizione privilegiata, direi un crocevia.

Questo pensiero per una nuova figura di umanità nascente in ciascuno di noi, non possiede alcuna collocazione definita se non quella del crocevia, quella del confine. 

Crocevia in senso figurato come luogo possibile perché possano germogliare nuovi linguaggi e nuove conoscenze.

Lì, dove si compie il gesto nuovo responsabile della comunione. 

Il confine è l'avamposto dove diventa concreta la possibilità di un cambiamento. 

Presidiando il confine potremo veramente sentire la vita diventare un incontro, una relazione pacifica e costruttiva. 

Il confine è il non luogo che ci consente di non essere "adescati" dalla logica di parte, dalla contesa, dall'inconsistenza dell'appartenenza pilotata dal sistema.

Darsi Pace a questo mira, da sempre.

I suoi Gruppi sono una realtà consolidata alla quale si può accedere liberamente attraverso un'iscrizione. I corsi si articolano in sette annualità. Un triennio iniziale più  due bienni di approfondimento.

Ogni annualità prevede 12 incontri con cadenza mensile che si svolgono in presenza a Roma presso l'Università Pontificia Salesiana.

Si può seguire anche on-line una volta eseguito il censimento e l'accesso sulla pagina del relativo sito.

Anche quest'anno era previsto ingresso libero per la partecipazione ai primi due incontri della prima annualità.

Domenica prossima il secondo incontro, aperto a tutti, dei gruppi Darsi Pace:


📆 domenica 29 ottobre

⌚ ore 10:00

🚩 Università Pontificia Salesiana (Roma)

✔️ ingresso libero e gratuito

🔴 trasmesso anche in diretta!

mercoledì 18 ottobre 2023

VLADIMIR SOLOV'EV E IL TEMPO COMPIUTO

 

Sto leggendo questo autore trovando straordinarie alcune sue intuizioni e considerazioni. Riflettevo su l'uomo di ogni tempo, sulle analogie del suo pensiero nella ricerca della verità, sul desiderio di trovare soluzioni che possano coinvolgere l'intera umanità eliminando le ingiustizie, annullando le divisioni. In sostanza, adottare e realizzare un progetto, una formula politica teocratica ed ecumenica.


Ho trovato nei suoi scritti molte analogie di pensieroo con alcune delle fondamentali basi teoriche sulle quali sono nati e cresciuti i Gruppi Darsi Pace di Marco Guzzi.

Siamo nel 1874 quando Vladimir Solov'ev idealizzando il suo progetto (teocratico e ecumenico) per una più giusta e pacifica società nazionale e internazionale e una Chiesa cristiana riunita e rinnovata nello spirito, si scontra con molte difficoltà di vario ordine fino al punto di considerare fallite le sue idee e piombare in una sorta di notte oscura.

[ È l'itinerario di tutti quanti intendano mettersi in un serio cammino di trasformazione interiore. Superare le cadute e fare di queste una bagaglio ereditario capace di dare una nuova spinta motivazionale spesso accompagnata da un rinnovato intuito.]

"Se il pessimismo  scaturisce non ci fa cadere in disperazione grazie solo alla fede nelle promesse divine".

Solove'v rimane pur sempre convinto che la storia universale sia destinata a trasfigurarsi nel Regno di Dio e che gli uomini possano e debbano partecipare attivamente e liberamente alla venuta del Regno pur dubitando dell'adeguatezza dei loro strumenti teorico pratici (l'arte, la tecnica, la politica, la religione organizzata, la filosofia, la stessa gnosi sapienzale); e soprattutto dubitando della loro fedeltà del loro impegno.

[Sembra qui di intravedere la prospettata nascita di una Nuova Umanità (partecipazione attiva) tante volte ricordata nelle varie argomentazioni sostenute da Marco Guzzi.
Il neonato "attivismo" della fase evolutiva di DP nel riconoscersi pronto per una più incisiva strategia di coinvolgimento per la trasmissione dei propri valori identitari. La fase nuova. La Nuova Età.

La capacità di leggere i segni dei tempi oramai giunti a compimento. (Tempi finali)
Un tempo nel quale l'uomo vecchio cederà il passo ad una nuova figura di uomo.]

Gli "ultimi tempi", gia cominciati, appunto, appaiono al filosofo ora dominati dalle menzogne e dalle violenze dell'Anticristo (degli anticristi: portatori di ideologie e seminatore di morte) e dall'infedeltà dei cristiani
Tuttavia rimane fino alla fine ancorato come a una verità da credere sulla garanzia della Scrittura  e dello Spirito, all'idea che il mondo non finirà prima che il "piccolo resto" dei veri cristiani delle tre confessioni, riuniti dalla persecuzione e dalla fedeltà a Cristo custodita e proclamata da Giovanni, Pietro e Paolo risorti, insieme agli ebrei di Palestina ribelli al falso Imperatore cristiano e vero Anticristo, e ai martiri, risorti, di ogni fede, si sia raccolto nella città santa, Gerusalemme, intorno al Cristo Risorto e glorioso e abbia inaugurato con Lui il Regno millenario.

Così nel 'Breve Racconto', rinnovando il messaggio dell'antico mito del millennio, Solove'v vuole trasmettere
1) la sua percezione del dilagare del male e di un necessario tempo di purificazione. Un tempo di transizione nel quale ai credenti debbano essere chieste non già le nobili ma vane attività di cui sopra, ma le passività, solo in apparenza perdenti, della preghiera, della sofferenza e della nuda fede.
[ la purificazione è l'opera continua di liquidazione del nostro stato egoico bellico (io in conversione) per giungere ad un'autentica e rinnovata relazionalità (io in relazione) ]


La rivoluzione silenziosa (appunto)

2)la certezza che Israele avrà una parte decisiva nella battaglia finale contro l'Anticristo, anche se solo la condivisione della croce di Cristo sarà il fattore davvero risolutivo.

Tutto verrà riunito in Cristo

3) La persuasione che la vittoria finale della vita sulla morte, dello Spirito non sulla ma nella carne dell'umanità e del mondo appartiene solo a Dio, che ne conosce i tempi e i modi, paradossali come tutte le verità essenziali del Cristianesimo, a cominciare dalla più propria e inaudita che la gloria è nella croce, la potenza nell'impotenza (e viceversa).

Concludendo.
Quanto solo in apparenza può far sembrare inconciliabile l'orizzonte della fede con quello della speculazione, l'eredità patristica con la novità dell'idealismo, la tradizione con la modernità, ad una più attenta analisi della tormentata vicenda esistenziale dell'autore ci fa scoprire come il Cristianesimo possa reggere il confronto con gli esiti nichilistici della modernità, solo quando ha il coraggio di farsi carico del loro risvolto tragico, individuando la sua verità più propria nella gloria della croce e offrendola come la chiave ermeneutica capace di consentire alla modernità e alla post modernità di comprendersi meglio di quanto esse riescano a fare quando si collocano nella prospettiva di una secolarizzazione banalmente trionfalistica,  simmetrica al clericalismo antico.

[Anche qui troviamo un'analogia di pensiero.
L'idea trasmessa  riguardo alla natura della modernità che sembra non ostacolare l'annuncio del messaggio evangelico ma, anzi, iscriversi dentro le  vicende di un mondo che nelle fasi estreme del suo sgretolamento fa intravedere piccoli Bagliori del Nuovo Giorno.]

L'ALBA DEL NUOVO MONDO

L’alba del nuovo mondo”, il titolo del libro che ha presentato l’autore Gabriele Sannino è molto coraggioso. Nella sala Conferenze di Vill...