sabato 27 febbraio 2021

LIBERAZIONE-REDENZIONE-RELATIVISMO

Nonostante il progresso tecnologico e l' auspicato aumento del benessere da esso derivante, continuano a persistere nel mondo, anzi sembrano aumentare parallelamente al cosiddetto sviluppo, scenari di sofferenza, situazioni di povertà estrema, di fame, di oppressione dei popoli. Il dominare delle più svariate ingiustizie sta mostrando uno scenario apocalittico nel quale il gap tra lo sviluppo tecnologico e le disparità sembrano sempre aumentare, facendo emergere sempre più l'insostenibilità del sistema, tanto che ogni impegno civile e ogni sforzo ad esso collegati risultano insufficienti.

I. 

Questo senso di malcelata ingiustizia traspare soprattutto nei contesti in cui lo sviluppo civile mostra il suo incedere lento. Meno evidente, ma subdolamente trasparente, nelle società cosiddette civili dove si realizza nelle forme più sottili e nascoste. Affiora nella conduzione dei processi amministrativi, per il riconoscimento dei meriti e dei titoli qualificanti, per poi immergersi nell'economia e nei mercati generatori di forti sperequazioni, nelle remunerazioni ingiuste dei lavoratori sottopagati, per poi riaffiorare nella categoria del welfare, sempre poco attento alle fasce di reddito più deboli. 

II. 

In passato, parliamo solo dell' 800, una visione deviata della realtà, e conforme ad una teologia cosiddetta della liberazione, l'uomo aveva pensato di porre rimedio a tutto ciò intervenendo sulle strutture del mondo, redimendo le ingiustizie e il potere da questo esercitati. Questo ha fatto credere che il superamento di tali condizioni potesse avvenire non con una conversione individuale, ma solo mediante la lotta contro le strutture dell' ingiustizia. L' intervento si configurava come una lotta politica in quanto trattavasi di strutture sostenute dalla politica. Così, con questo pensiero di fondo, si insinuò la filosofia marxista, offrendo le direttive di marcia del processo e alimentando speranze nella popolazione che aveva intuito in essa un' autentica e pratica possibilità di liberazione.

III.

Il crollo dei governi ispirati al marxismo, però, fece crollare anche questa visione redentiva della prassi politica. Laddove l' ideologia marxista era stata applicata con coerenza, era venuta meno la libertà mettendo in luce in seguito gli orrori, smascherandoli al pubblico mondiale. Questo è stata la conferma che quando la politica vuole essere anche redenzione promette troppo! Il marxismo e la sua formula di un agire nella storia che poneva come fondamento del suo costrutto metodi in apparenza rigorosamente scientifici, sostituendo per intero la fede con il sapere e fare del sapere una prassi, mentre mostrava il suo enorme fascino, rivelò in seguito la vera misura dei suoi contenuti fallimentari. 

IV. 

La disillusione che ne è seguita a distanza di decenni deve essere ancora elaborata tanto che nel quadro del processo evolutivo di questa epoca di trasformazione giunta ad un limite, non meglio definita post-moderna, potrebbe ancora affacciarsi una possibilità di replicazione di alcune sue forme, controfigure di un sistema che, alimentando le speranze di un popolo fiaccato e stretto nella morsa delle ingiustizie, ritorni a corrompere per l'ennesima volta le sincere istanze di giustizia. Anche la Chiesa mutuando la prospettiva della liberazione aveva condotto la sua teologia lungo un percorso erroneamente fondato che intravedeva nelle "strutture malate" della società il peccato da redimere e un' azione rivolta all'esterno, alle strutture, invece che un rivolgimento interiore, come decisivo intervento redentivo. Così sullo sfondo di questi scenari nacque il relativismo come filosofia dominante. Oggi bisogna stare più che mai attenti a non farsi sopraffare da questa filosofia che se da una parte ci fa scorgere una libertà dialogica della conoscenza, nel suo porsi come fondamento della democrazia, quando entriamo nell'ambito della fede ne sminuisce il valore della scelta nel contesto di ricerca della verità.

venerdì 26 febbraio 2021

UOMINI IN PACE-UOMINI DI PACE

È fuori di dubbio che da tempo il processo di globalizzazione delle civiltà ha notevolmente agevolato l'umanità, soprattutto riducendo i limiti imposti da spazio e tempo, per portare alcuni effetti benefici in termini di scambi e di relazioni in genere. È anche vero però, che questo sviluppo sta mostrando tutte le sue ambiguità, mettendone in luce la definitività e la sua insostenibilità, per giunta nelle sue forme più distruttive. Nonostante gli sforzi e lo slancio dimostrato da alcune comunità nel cercare l' integrazione delle popolazioni più povere, e a volte anche prive dei servizi necessari, stiamo assistendo al persistere nel mondo di focolai di violenza appoggiati e sostenuti da autorità governative conniventi. Ciò riporta a galla l'eterno ed irrisolto problema dello sviluppo antropologico che, per ogni civile convivenza organizzata, sembra seguire un proprio percorso condizionato da molteplici motivi non ultimi l'educazione, l'istruzione e l' anelito religioso, spesso figlio di ideologie che inneggiano alla violenza.

I. 

La triste vicenda del diplomatico, del nostro compatriota in Congo è ancora una volta dimostrazione del persistere di questa insostenibilità, di questa resistente violenza, figlia sicuramente di uno sviluppo civile represso e di una coscienza alienata e distorta. Un esempio di come tutto l'apparato civile, e quindi psico-social-antropologico del sistema che ci sovrasta nel tentativo di non soccombere, cerca di aggrapparsi ad un appiglio per non lasciarsi morire sotto i colpi di una nuova e nascente umanità di cui sono testimoni coscienze elevate come quelle del nostro ambasciatore in Congo Luca Attanasio e dei suoi collaboratori. 

II.

Indubbiamente ogni civiltà dovrebbe poter mantenere le proprie radici storiche fatte di usi tradizioni, lingua e religione nel momento in cui un'altra civiltà si avvicina per sostenerla o accompagnarla nel cammino di sviluppo. Ma come deve avvenire questo legame perché non sia solo una "cucitura", una su l'altra, delle due culture differenti in modo che da questo legame possa nascere una collaborazione feconda ? Citando l'emerito Papa Ratzinger in un suo famoso saggio dal titolo -Fede Verità Tolleranza- 《Quanto più una cultura è conforme alla natura umana, quanto più è elevata, tanto più aspirerá alla verità che fino a un certo punto le era stata preclusa; sarà capace d' assimilare tale verità e d'immedesimarsi con essa》. È all'uomo quindi; alla sua essenza che bisogna riferirsi. Conforme alla natura umana Ma come è la natura umana ? Sappiamo che l'uomo è essenzialmente il risultato di un misto di sensazioni, (emozioni) di reazioni fisiche (corpo) e di reazioni psichiche (mente) diversamente aggregate a causa del suo stato tendenzialmente scisso. 

Tutte le tradizioni sapienziali ed anche quelle occidentali conoscono la natura umana tanto da sapere quanto sia volubile l'assetto psichico dell'uomo. Anche la tradizione cristiana ha compreso e sa bene che nei vari contesti culturali c'è molto di umano e che ci sono molte cose che hanno bisogno di purificazione e di apertura. Tuttavia è certa anche di essere il "rivelarsi' della verità stessa, la verità incarnata in una persona veramente libera e quindi pura come segno dell'immagine redentiva del Cristo. Ciò che falsa il nostro agire, dicevamo, e ci mette l' uno contro gli altri, è che non vediamo chiaro in noi stessi, siamo alienati da noi stessi, staccati dal fondamento del nostro essere, da Dio. 

III. 

Nel momento in cui la verità fa dono di sé, ecco che siamo tratti fuori dalle alienazioni, da quello che separa; subentra un criterio comune che non fa violenza a nessuna cultura, ma porta ciascuna al suo proprio cuore, poiché ognuna, in ultima istanza, è attesa della verità. Questo non significa uniformità; al contrario, è solo quando accade questo che l'opposizione può divenire complementarietà, poiché tutte le culture, proprio in quanto sono centrate su un criterio regolatore, possono dispiegare la loro propria fecondità. 《Vattene dal tuo paese, dalla tua terra....》( Gn. 12,11) . Così comincia la storia di Israele, con la chiamata di Abramo. Così, con una frattura si dà corso ad una nuova storia e questo avviene anche nelle storie personali. 

Questo nuovo inizio già porta in sé la forza del risanamento, che crea un nuovo centro di attrazione che è in grado di attivare a sé tutto quello che è veramente conforme all'uomo e che è veramente conforme a Dio

A questo punto alcune domande vengono spontanee. Se effettivamente se ne avvertono i primi vagiti, di questo nuovo corso della Storia, quanto durerà ancora la gestazione dell' Uomo Nuovo, sua primizia ? Quante figure travisate o mascherate, evidenti riflessi di interiorità non ancora armonizzate, dovremo ancora vedere nel corso dei prossimi decenni. E quanti uomini di pace dovremo ancora vedere soccombere e rendere sacra la missione ? Rimanere sulle domande, su questa tensione, crea già pensiero fertile e mantiene vigile lo spirito. 

martedì 23 febbraio 2021

SGUARDI CHE CAMBIANO DENTRO E FUORI

Quello che si può cogliere con gli occhi posando appena lo sguardo intorno a noi non possiamo nemmeno immaginarlo. Bastano due battiti di ciglia per avvertire un movimento, registrare una sensazione, cogliere un particolare del mondo che ci passa avanti nel suo moto continuo, quanto impercettibile. Molte immagini catturate dai nostri occhi vengono trattenute ed elaborate dal pensiero, ma una quantità maggiore supera silenziosamente questa barriera per andare a depositarsi in uno spazio più profondo, una sorta di magazzino di scorte, per poi venire ripescata solo quando, nelle vicende del nostro esistere, accade un fatto, avviene un fenomeno che ri-suona con l'energia di quell'immagine. Stiamo parlando di ri-evocazione.

 ° La nostra mente in automatico riporta a galla l'immagine e l' emozione ad essa collegata, dandoci la sensazione di riviverla al presente. Il fenomeno mentale del ricordo, così come quello della dimenticanza o dell'oblio, si configura come un processo non controllabile, avviato nel nostro cervello in particolari condizioni psichiche. Solo questo per capire quanto sia importante guardare e quanto diventa cruciale un semplice sguardo. Lo sguardo apre ad una visione nuova, e anche se breve, ci consente di uscire dalla porta dei nostri pensieri spesso opprimenti. Oggi, il ritmo frenetico imposto dal consumismo, che ci obbliga a correre per conservare uno stile di vita al quale non sappiamo più rinunciare, non ci consente di avere un tempo per posare lo sguardo. 

Guardare il mare, e sentire il ritmo cadenzato nel fragore della sua risacca, diventa molto rilassante ed acquietante per la mente. Così come guardare l' immensità di una cima nevosa, di una montagna o il panorama di una vallata erbosa stimola molto la pace interiore. Questi ampi spazi e il contatto con la natura in genere favoriscono a ben vedere l'inizio di un ritorno verso una pace interiore perduta.

 ° Se consideriamo gli spazi angusti dei nostri civili, (ma nemmeno tanto), contesti urbani, soprattutto nelle grandi città, possiamo capire e sentire quanto sia importante ogni tanto evadere e direi anche e-vedere. Da un anno a questa parte però non sarebbero più "innocenti evasioni". Il regime delle restrizioni delle liberalità è diventato per molti insopportabile tanto da aver generato in alcuni soggetti serie patologie. 

Lo sguardo si è inizialmente incorniciato, come bloccato, fermo dentro l' orizzonte geometrico di una finestra, per poi allargarsi su circondari fatti di cemento o al massimo giardini pubblici, presi d'assalto non appena avveniva un cambio di colore. Non avrei mai pensato che i colori potessero determinare la nostra libertà, devo ancora capirlo se non come un retaggio, una riminescenza fornitami dal semaforo. Conoscere un colore vuol dire sapere dove e se muoversi, ma qui il semaforo non c' entra. 

 ° Esiste un sistema più grande dentro il quale ultimamente si sta muovendo un rigore, una necessità imposta, generalizzata a tutte le categorie del vivere non ultima quella economica. Le due categorie, quella sanitaria e quella economica, che sono diventati i principali attori di questo teatro, trascinano tutt' ora le scelte dei nostri governanti lungo un percorso tanto difficoltoso quanto ambiguo. Dovremo capire bene quale copione dare a questi due interpreti, e quanto ed in quale modo il loro canovaccio possa essere condiviso senza dover far fare scena muta all'altro. Con una regia di sistema disorientata e fuorviata dal ritmo accellerato della tecnocrazia e da un liberismo giunto al capolinea, la vedo dura. S' impone una vero ripensamento da parte di soggetti indipendenti dal teatro. Non suggeritori, collaborazionisti, ma esperti da dietro le quinte, uomini preparati per tempo al grande salto, individui che abbiano uno "sguardo" ampio, libero e de-condizionato dai sigilli delle grandi oligarchie, dalle pressioni dei potenti colossi della finanza, della tecnologia digitale e della comunicazione. ° Per la verità esiste già una scuola, che io conosco, dove poter apprendere quanto necessario per affrontare il passaggio. Più di venti anni orsono un movimento dal nome Darsi Pace ha avviato un percorso di studi non solo teorici, attraverso un programma che unisce contenuti teorici a veri e propri esercizi e pratiche di meditazione. Marco Guzzi, filosofo, scrittore e ideatore del movimento, accompagna e coordina in modo strutturato gli iscritti lungo un percorso di 7 anni e lungo tre livelli di conoscenza. Quello storico-culturale Quello psicologico è quello spirituale. Queste categorie, naturalmente e strettamente collegate tra loro e facenti parte dello sviluppo armonico della persona, vengono individuati come ambiti per uno sviluppo di personalità integre ed attente, con quello sguardo capace, in potenza, di contribuire alla trans-formazione del mondo. Proveremo un poco tutti ad avere questo sguardo libero, non facendoci ingabbiare. Il nostro sguardo potrà così diventare davvero determinante, quando non è distratto, quando è vigile ed attento perché la mente è libera ed animata da uno spirito puro. 

 Per Info sul movimento vedi :

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 www.darsipace.it 

 www.marcoguzzi.it

lunedì 22 febbraio 2021

MUTAZIONE FISIOLOGICA DEL VIRUS DELLO SPIRITO

Una realtà nasce nel cuore di un uomo grazie a quel Dio che anima ogni vita. Un contagio da Dio-Agente segreto (un Re-agente). Non ne conosciamo la natura Virus o Batterio. Poi nel tempo viene incanalata nella superficialità da chi si entusiasma per quell' idea, (ne avviene per così dire la colonizzazione) ma non ha le radici dentro di sé per attingere alla linfa della vita e vengono persi i caratteri gen-etici.

 ° 

Così il Vangelo diventa una religione sociologica, fatto di tappe sacramentali senza interiorità; i carismi dei fondatori si sclerotizzano in una fedeltà materiale, disperatamente in cerca di una spiritualità che sfugge. Le parrocchie, anche quelle meglio organizzate, forse troppo dedite a questo, offrono una spiritualità solo rappresentata e mai vissuta intimamente nello spirito, un'offerta liturgica fine a sé stessa che non infonde più la gioia della comunione.

 °

Risultato : il fedele è meno fedele. Fe-dele !! (da delezione) La gente cerca il calore umano altrove, volge lo sguardo ad Oriente dove trova delle corrispondenze, delle assonanze, intime verità includenti, non solo regole o dogmi, ma autentiche indicazioni, anche pratiche, non solo metodi, propri di tradizioni millenarie che hanno sempre visto nella cura del corpo, nel rispetto di questa parte integrante dell'essere, un luogo, un tempio da preparare per la preghiera. 

 ° 

Nel frattempo Dio aspetta dentro di lui, che costui lo raggiunga dentro di sé nel luogo dove potrà iniziare o ri-prendere un cammino verso i sentieri del Bene per manifestarsi anche fuori attraverso i fratelli. Allora non c'è più bisogno di chiedersi che cosa fare. La variante è giunta al capolinea e si mostra nella sua estrema "virulenza" La conoscenza ha prodotto gli anticorpi dello Spirito rafforzando le sue difese immuno-spirituali. Ora ha com-preso che il numero Due è un'illusione che separa e divide e che il virus(etimologicamente veleno) non era un virus ma un batterio, organismo, UNI-cellulare (etim. bastoncino). Un bastoncino da rab-domante, a Due ramificazioni (da capovolgere) utile e necessario per cercare e trovare l'acqua di sorgente.

Un'acqua che rinfresca e disseta, 

ma non sazia mai. 

domenica 21 febbraio 2021

TRA LE BESTIE FEROCI E GLI ANGELI

Essere in un deserto vuol dire essere più vicini a Dio. L'apparente aridità di questo posto diventa occasione di maggiore tentazioni, ma misteriosamente opportunità di redenzione. Potrebbe inizialmente sembrare una contraddizione, ma in questo luogo simbolico, del quale abbiamo un po' tutti fatto esperienza, veniamo spinti dallo Spirito in un viaggio. 

Viaggiatori senza bagagli e senza orpelli e false strutture alle quali questo mondo ci ha abituati. Abbandonare tutte le nostre sicurezze per mostrarci quello che siamo, perché una volta lasciata la maschera potremo, nella nostra schiettezza e "nudità", affrontare il principe con le nostre sole forze, nutrite dalla Presenza che si fa ancor più prossima in queste occasioni. Il vento del deserto non accarezza, è arido, brucia il viso e gonfia gli occhi, ma diventa il vento della verità di noi stessi di fronte alla quale non possiamo più "barare". Soli e senza presunzioni. 

Annullati tutti i nostri ruoli o titoli o posizioni economiche. Chi non accetterà questa espoliazione rimarrà sempre in una condizione indifesa, vittima delle proprie paure, per poter giungere ad una riconciliazione profonda con sé stesso. 

Occorrono 40 minuti, 40 giorni o 40 anni per arrivare, affondando i piedi in quella sabbia, dopo una vera lotta con le nostre paure ad una autentica riconciliazione.

E potrà tornare quell'armonia nella quale fiere ed angeli potranno convivere. 

sabato 20 febbraio 2021

LA CONSAPEVOLEZZA DI CADERE È LA BELLEZZA DI RIALZARSI

Perché quando vediamo una persona cadere la prima nostra reazione è ridere. Forse sarà perché ci appare, immediatamente e d' istinto una sua immagine di goffaggine, -figura di colui che è caduto-, o forse in una valutazione inconscia abbiamo un pre-giudizio è reputiamo l' ac-caduto un' inezia senza conseguenze. 

Siamo noi che non comprendiamo o è lui che vuole dare un'immagine poco autentica della sua situazione. 

Non vi è dubbio che il fatto generi emozioni e sentimenti soggettivi anche contrastanti. Ciò è dovuto ad un diverso ed individuale modo di reagire. 

I. 

Accade anche nelle cosiddette "cadute" psicologiche, quando non siamo armonici, ma scissi interiormente, e in tutte quelle situazioni, non necessariamente patologiche, in cui assumendo un atteggiamento difensifo, mascheriamo la nostra autentica personalità. Siamo tutti più o meno portatori di questo atteggiamento che tende a prescindere, ad eludere la propria vera essenza. Potremmo apparire così accondiscendenti per far piacere a chi si relaziona con noi, sopprimendo il nostro vero carattere, e reiterare tale atteggiamento fino a quando non ne diventeremo consapevoli.

II. 

Tutto questo fino a quando non riterremo utile provvedere ad un accurato lavoro su noi stessi. La consapevolezza di essere caduti in questa "falsità" in questa ipocrisia dell'essere, costituisce il primo passo di un ritorno. Una attenta quanto scrupolosa indagine del proprio vissuto, attraverso una rielaborazione di ricordi dell'infanzia può aiutarci nel nostro lavoro. Parliamo di comportamenti radicati dentro i primi anni di vita in special modo nei rapporti con i propri genitori, per poi esprimersi in età adulta, nelle più disparate situazioni relazionali, ed in genere nelle scelte che la vita ci porta a prendere. Gradualmente e a livelli sempre più profondi potremo andare a "stanare" quelle forme comportamentali distorte per giungere ad una nostra liberazione interiore, ad una leggerezza, direi ad una purificazione. 

III. 

Capire veramente la bellezza del rialzarsi solo dopo aver compreso ed interpretato in modo giusto il senso sottile di quelle cadute diventa una tappa importante di un percorso a spirale del nostro "ritorno". Quando poi capiremo che quanto notiamo di distorto e distruttivo nel mondo è lo specchio delle nostre distorsioni interiori avremo anche il sollievo di realizzare quel senso di unità, di appartenenza, di interconnessione, che potrà smuovere in noi una spavalda quanto autentica capacità di cambiare il mondo. Saremo vigili ed attenti tanto da notare già nelle relazioni a noi più vicine, quelle familiari, alcuni importanti cambiamenti. Un espansione di consapevolezza, con la logica della "macchia d'olio", allargherà il nostro cuore, il nostro raggio di azione per coinvolgere tutte le categorie antropologiche. Una rinnovata visione si sostituirà a quella vecchia che imponeva a chi cadeva, a chi sbagliava, di pagare uno scotto sottolineandone la colpa, negando, di conseguenza, l'interconnessione esistente tra tutte le creature e quindi la comunione di cui parlavo sopra. 

Potremo intuire finalmente quanto sia necessario smettere di lavorare anche solo PART-TIME per il principe, giustificandoci negli atteggiamenti più sbagliati, nei nostri falsi quanto illusori modi di reagire. Noi saremo gli altri e gli altri saranno noi, in un unico intendimento. Allora sarà bello dopo una caduta rialzarsi e apprezzarne gli effetti benefici. 

mercoledì 17 febbraio 2021

LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA

Si può cambiare il mondo e quanto di esso non ci sta più bene e possiamo farlo in modo silenzioso, senza ricorrere alla violenza, alle barricate, a moti sovversivi o ad azioni che si avvalgono di gesti eclatanti. Ci si può arrivare con un procedere lento e senza far rumore. La natura ce lo insegna : la pianta parte da un seme che germoglia. Da lì uno stelo si allunga con discrezione fino ad arrivare ad un arbusto e poi ad essere albero. Non sentiamo fragore né tantomeno fruscii. Per sentire questo passaggio trasformativo dovremmo attivare altre antenne ed aprirci ad una sensibilità più sottile.

 I. 

E così avviene. Da questa sensibilità direi sgorga, in una rinnovata visione, quasi come una necessità dei tempi, l'opera che si va compiendo da qualche anno, ben oltre due decenni per precisione, attraverso la nascita di laboratori di formazione e trasformazione interiore dal nome Darsi Pace di Marco Guzzi Un lavoro in linea e coerente ai principi di tutte le grandi tradizioni spirituali che hanno compreso che, se vogliamo ottenere davvero buoni esiti sui cambiamenti esteriori, come nell'economia e nella sanità, come nella cultura e nella societa in genere, dobbiamo sempre partire da dentro. 

 II. 

Connettersi o ri-connettersi con questo pensiero creativo, drizzare le antenne per mettere a frutto questa intuizione, direi questa illuminazione, è stato come fermare una scintilla per farla diventare una fiaccola che oggi sta passando tra un numero di 'testimoni" sempre più numeroso. Chi ha colto la scintilla è stato proprio lui, Marco Guzzi, filosofo, insegnante e scrittore, ed in questo caso aggiungerei maestro e profeta dei nostri giorni. Quasi seicento iscritti, alla prima annualità (2020/2021), conta infatti quest'anno il movimento Darsi Pace. Questo nonostante le difficoltà createsi con la pandemia. Un flusso di partecipanti e simpatizzanti che ogni anno va aumentando. Il bisogno e la forte spinta di molte persone per vedere cambiare o almeno poter fermare la corsa imposta dal neoliberismo, in tutti gli ambiti del vivere umano, ha fatto sentire proprie le indicazioni ed i principi del movimento Darsi Pace che prevedono, nei 7 anni di cammino, un approccio su tre livelli, tra i quali spicca molto quello psicologico.

 III. 

Un' autentica indagine e studio dei comportamenti e degli atteggiamenti umani. Uno guardo attento ed analitico, utile e propedeutico per poter avviare il processo di trasformazione antropologica, politica e culturale del mondo. L' interiorità diventa così un vero laboratorio, un terreno fertile, dove dapprima viene operato uno scrupoloso lavoro di "dissodamento", per eliminare le vecchie "radici" ed in seguito gettato il seme della Nuova Umanita, cosiddetta nascente. Un altro livello di azione dei laboratori è quello culturale. Ricondurre il pensiero creativo su autentiche forme culturali, ridando vita ad espressioni mortifere e direi mortificate delle arti, facendoci forti dell' esperienza di pensiero tramandata dalle grandi figure della letteratura e dell'Arte in genere del Novecento che già avevano intuito l' insostenibilità dei loro tempi e quindi l' urgente necessità di un "transito" verso una nuova Era. Il terzo livello sui quali insistono i gruppi Darsi Pace è quello spirituale. Trovare e scoprire come, aspetti comuni anche ad altre tradizioni, alcune pratiche di attenzione al corpo in termini di acquietamento della mente (meditazione, contemplazione) possano agevolare il processo di liberazione interiore di cui parlavamo sopra. Di notevole aiuto in questo senso sono i laboratori che accompagnano, tramite dei tutors, lungo tutto il cammino, i partecipanti avvicinandoli alla pratica meditativa e facendola diventare non un metodo ma un vero momento di armonizazzione e liberazione interiore. 

Tanti oramai sono i testimoni che hanno provato, fin dai primi anni in cui è nato il movimento, l' efficacia di queste linee guida, la forza di questo approccio delicato, ma autoritario, la bellezza delle attenzioni e della cura integrale della persona, tanto che possiamo affermare che : La Rivoluzione è veramente questa. Evviva la RIVOLUZIONE SILENZIOSA 

Per info vedi :

 www.marcoguzzi.it 

 www.darsipace.it 

 #pasqualinocasaburi

domenica 14 febbraio 2021

LA FIORITURA DELLO SPIRITO

Scrivere dello spirito o delle sue interiori ispirazioni non è semplice, ma può essere utile per "fissare" alcune personali intuizioni, illuminazioni che altrimenti andrebbero perse. È Lui stesso che te lo chiede. Si può rischiare di essere definiti autoreferenti, se non addirittura visionari, non essendo tutti allo stesso livello di sensibilità, ma quando lo avvertiamo, in quell'attimo possiamo realizzare, a me è successo, la presenza di un continuo effluvio, una rinnovata e fresca onda sorgiva che viene in soccorso ogni volta che intorno o dentro di noi emerge un basso umore, uno scoraggiamento, un malessere, ed in genere una visione negativa che va a sminuire la perfezione della nostra essenza come immagine di Dio. 

1. Odo spesso intorno a me moti di scoraggiamento, espressioni di malcontento, dichiarazioni negative, che se non vengono da persone che hanno già problemi psichici, sono quantomeno il risultato di una personalità disarmonica, in difficoltà, tendenzialmente autodistruttiva, in uno stato di coscienza alterato, amplificato oltremodo da questo nostro "tempo difficile". 

 Sapendo come attraverso un passaggio energetico possano trasferirsi questi umori da persona a persona e quanto sia importante imparare a mantenere una "centratura", mi viene comunque di ricondurre il pensiero di queste persone, il loro atteggiamento deviante, su un percorso di logica comprensione che si fa rivelatore dell' accadimento quale conseguenza diretta di un gesto. 

 2. Non so da dove mi arriva questo impulso a "compensare", questo precoce slancio all 'omeostasi dell'umore'. Penso che in quell'istante si faccia avanti in me una dimensione più sottile, il bisbiglío di un Altro, accanto, che suggerisce lo spunto a correggere il tiro e a mostrare, a far vedere, che quello che ci accade, è un effetto, una conseguenza dei nostri pensieri e quindi dei nostri gesti. Riportare dunque al "dentro" le cause che spesso imputiamo al mondo esteriore. 

 3. Questo proposito 'laico', che non ha bisogno di connotazioni ci convince che quasi sempre quello che ci è accaduto di negativo si poteva evitare con maggiori accortezze. 

Ma qui credo ci sia qualcosa di più ! Una spinta energica combatte contro la tendenza ad annientare, decostruire, vedere l'imperfezione anche in quel luogo, il corpo, considerato da sempre il tempio dello spirito.

 Avere questa visione che riconduce ogni volta all'equilibrio la tendenza, o il tentativo all'annientamento, è un poderoso sostegno. È la conferma di una silenziosa Presenza che sempre ci accompagna e ogni volta fa fiorire lo Spirito.

sabato 13 febbraio 2021

IL TEMPO NOSTRO È UN LEBBROSO

Il nostro itinerario di fede è caratterizzato da un percorso irto di buche, tranelli, asperità che ci inducono a cadere più volte e ad allontanarci dalla pienezza e dalla realizzazione della nostra "conversione".Lungo questo cammino continuiamo a rinunciare a cercare una comoda "posizione", vigile ed attenta, per evitare tali ostacoli, né vogliamo far luce davanti ai nostri passi. Così facendo arriviamo ad un punto un cui siamo stanchi e scoraggiati, acciaccati dalle numerose cadute. Se abbiamo una piccolo problema, un neo, una pustola, non poniamo subito rimedio, ma noncuranti della probabile gravità, sorvoliamo rinunciando al nostro "impegno" quotidiano nell'affidarci a Chi saprebbe curarci. La nostra indolenza ritarda l'incontro fino a quando, stremati, arriviamo ai piedi del Soccorritore simili ad una carcassa piagata e piegata, un rifiuto di discarica, un rottame, riflesso apparente di una frattura di ogni divina immagine. Una voce flebile, quel che resta, ma decisa, arriva da sotto le "lamiere" contorte dei nostri sentimenti feriti. È una supplica che arriva dal profondo : 

 《Se vuoi, puoi purificarmi !》 (Mc 1,40-45) 

Ecco che allora volere e potere sembrano diventare una pretesa, un diritto, un paradigma che può risolvere il nostro disagio, dimenticando quando, con le nostre lacrime, davanti ad un evento, un lutto, un dolore, siamo rimasti impotenti. Affidare all'Altro diventa un gesto estremo, ultimativo, quasi una pretesa. Ma la dimensione del volere e del potere non ci appartiene. Non è né nostra né quella di Dio.

Credo che dovremo imparare invece a vivere nella dimensione dell'accadere, uno spazio vitale congeniale, quanto misterioso capace di darci lo stupore del vedere lo scorrere degli eventi nella loro apparente casualità, anche se talvolta intrisi di angosciosa attesa . La condizione di oggi, del nostro tempo, è la stessa di quella del lebbroso, giunto piagato, sfinito a brandelli davanti ad una possibilità, ad un accadere. Il nostro tempo apocalittico ha le parvenze di un lebbroso con le vesti stracciate, un malato terminale portatore però di un annuncio di rinascita, predittivo di un potenziale cambiamento, di una guarigione profonda, già insita nel suo declino. Il tempo nostro è come un lebbroso arrivato al capolinea, consumato ed annichilito dalle paranoie di un rapido quanto falso progresso. È un viandante che si trova ad un culmime, ad un bivio, che in un estremo fremito chiede di essere soccorso, prima che la pustola diventi lebbra. 

martedì 9 febbraio 2021

ESISTE UNA SOLA MALATTIA L' INCOSCIENZA

La medicina moderna ancora non vuol far propri alcuni concetti legati ad importanti scoperte nel campo della fisica quantistica, che hanno rivoluzionato le fondamenta del mondo fisico. Partendo da quei risultati si puo' sicuramente affermare che è la coscienza a determinare la realtà che ci circonda e che tutto l'universo è energia che vibra a partire dalle nostre cellule. 

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L'esperimento fatto con l'embrione di rana del dottor Pjotr Garajev biofisico e biologo molecolare, e quello fatto dal team del premio Nobel per la Medicina Luc Montagnier dimostrano come le cellule possano "memorizzare" le informazioni e passarle in modo non locale, in quanto i loro recettori di membrana funzionano come antenne sintonizzati sui segnali ambientali e sono in grado quindi di decodificare informazioni di diversa natura, siano esse sonore, luminose o relative a frequenze radio. In parole povere se ne puo' trarre la conclusione che la predisposizione alla malattia deriva da un'informazione che la cellula riceve. 

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Letta in quest'ottica la malattia può essere vista come una perdita di equilibrio del sistema (corpo) dovuta ad un'informazione non corretta. Il corpo è un sistema in omeostasi (tendenza naturale al raggiungimento di una relativa stabilità interna) tra informazioni che arrivano dall'interno, i nostri pensieri e le nostre emozioni, e le informazioni che arrivano dall'ambiente esterno. In buona sostanza il nostro benessere dipende da come viviamo, cioè da come ci alimentiamo, ma soprattutto da come SENTIAMO e come pensiamo. Ma come pensiamo e come sentiamo è espressione del nostro stato di coscienza. Qualunque cosa avvenga nel corpo è sempre l'espressione di una informazione corrispondente. 

domenica 7 febbraio 2021

LA PRATICA NON-MENTE. UNA NUOVA PRIMAVERA


Siamo su un confine. Il nostro stato esistenziale ci ricorda la nostra precaria ed ambigua essenza sempre legata ad una arbitraria scelta sull'onda del refrain : Ieri c'era il sole, oggi piove.

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PRIMA un'apparente stato di tranquillità e di benessere fatto di progetti creativi, appuntamenti culturali, eventi musicali e luoghi di ritrovo per godere l'arte in genere. Scampagnate "fuori porta" ed immersioni della natura. L' aria entra in noi, fresca, corroborando tutte le parti del nostro corpo ed i suoi organi. È la vita che tiene vivo il desiderio, l'interesse e l' umore è positivo. I muscoli si contraggono e le frequenze aumentano i loro ritmi. 

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DOPO, si comincia a de-costruire e a togliere piano piano cominciando dalle liberalità, quella di circolazione, di accesso ai luoghi dove l'arte si esprime ed anche negli spazi naturali, ad esempio quando il mare è fuori dalla tua regione. Intorno a te si stringe silenziosamente un cerchio che non puoi oltrepassare. L' aria comincia ad uscirti da dentro, più tiepida quasi calda, i muscoli si rilassano, gli organi (polmoni) si restringono, la frequenza (cuore) si abbassa. Questo cerchio sembra stringere oltremodo fino a far male, di più ad alcune persone che soffrono maggiormente le restrizioni. Credo che coincidano con le stesse ante-pandemia. La "crisi" ha accentuato in loro i malesseri facendoli esplodere in vere depressioni. A chi dovremo imputare uno stato attuale delle cose ? All'agire dell'uomo, ad un pangolino o a un pipistrello. L' imputato presuppone un processo e noi qui non vogliamo processare nessuno. Anzi credo che questa sia un' occasione per conoscere meglio noi stessi. Un' opportunità per svelare alcune "maschere" della nostra personalità, alcuni atteggiamenti distorti che il nostro io teneva nascosti, ma anche atteggiamenti perpetrati dalle istituzioni. 

L' eccessiva attenzione per la salute fisica di questi tempi ostentata nella preoccupazione per il piano vaccinale non ancora pronto, mentre il virus sembra fare sempre tante vittime, ha accentuato il disinteresse per la parte psicologica per non dire spirituale dell'umana esistenza.

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Penso che il tempo attuale sia un tempo freddo e piovoso e non mi riferisco al meteo, e che per poterlo superare indenni, dovremo tutti poter far appello alle nostre "riserve interiori".

Mi riferisco alla forze nascoste dentro di noi, alle risorse che, indipendentemente dal credo professato, inaspettatamente, possono erompere e balzare fuori a nostra difesa.

Riservare parte del proprio tempo per attingervi. In fondo a quel respiro, di quell'apparente stasi, dove tutto si acquieta, nella pausa vuota che aspetta il ritorno alla vita (inspirazione) e dove il tempo sembra fermarsi, possiamo scorgere già una "ripresa". Un piccolo fiore allunga già il suo stelo ed è già Primavera. 

mercoledì 3 febbraio 2021

BAGLIORI AD OCCIDENTE : UNA NUOVA COSCIENZA

Oramai non è più un mistero. Se ne è resa conto anche la Scienza. Lo dice la fisica che non vi è più distinzione tra micro e macro, dentro e fuori, tra la realtà interiore e quella esteriore, in quanto "luoghi" che si compenetrano a vicenda. 

 ° Abbiamo potuto apprendere come il pensiero creativo, e quindi la componente spirituale dell'uomo, sia strettamente correlata alle vicende pratiche del quotidiano vivere e quindi anche alla fecondità dello sviluppo culturale, economico. Questo fatto configura la questione dell' evoluzione della propria coscienza, e fa crescere l'anelito al cambiamento interiore, fino a farlo diventare una condizione necessaria per poter giungere ad una trasformazione della società e quindi della cultura e del modello economico. 

 ° Ciascuno di noi è come un potenziale anello di una catena, che messa in movimento, può dare un impulso decisivo al moto del processo, fino a farlo diventare un sentire comune, capace di dare un' energica spinta per contrastare o quanto meno per trovare una soluzione alla tendenza disgregante accelerata della globalizzazione. La globalizzazione è nei fatti una frenetica corsa che ci ha visto negli ultimi 200 anni coinvolti in una spinta vorticosa verso le aggregazioni fino a ridurre le comunità a poche centinaia di unità, da 200 mila che erano i primi secoli avanti Cristo. 

 ° Trasmettere quanto avviene dentro di noi, per avviare, dapprima, un dibattito, (nel momento della consapevolezza di questo sentimento), e in seguito tradurlo in gesti concreti sulla linea logica di coerenza pensiero-parola-azione, (propria di uno stato di integrità), diventa cosí una questione cruciale, il fine ultimo di un serio "lavoro" che ci deve vedere coinvolti tutti.

E un sentiero che si apre dentro un cammino lungo e tortuoso che ci porta ad essere piano piano sempre più convinti, per consolidare l' idea che quanto più siamo in grado di modificare la nostra struttura psicologica tanto più possiamo avere risultati sul mondo esteriore.

 ° Abbiamo imparato anche che Il concepimento di questa visione può avvenire da un'intuizione, frutto di un grande travaglio, come è accaduto per tanti maestri, oppure per vicinanza, trasmessa da chi ha uno spunto profetico. È sempre stato così anche duemila anni fa, quando la testimonianza dei discepoli ha dato valore e validità al fatto storico, in quanto vissuto di persona, e poi ha preteso di tramandarne la verità con efficacia attraverso una parola scritta che è diventata un insegnamento. Ecco che allora nascono spontanee alcune domande.

 ° Come rinoscere dentro di noi questa intuizione, questo bagliore come quello distintivo, anticipatore del percorso di cambiamento interiore riferito. Quanto del nostro apporto, del nostro contributo è effettivamente slancio creativo al nuovo e quanto invece è solo una controfigura, una maschera che ripete alcune nostre "strutture interiori" anteponendo, per affermarla, la propria individualità. Come intuire, e riconoscere, che quel riflesso, quella luce è un segno indicatore della figura dell'uomo nuovo. Cosa sono questi BAGLIORI che vediamo ad Occidente ? Sono i segni anticipatori della Svolta già in corso ? Credo che rimanere in queste domande costituisce già una giusta disposizione, una NUOVA COSCIENZA . 

LETTERATURA DA VEDERE

Ieri sera al Teatro degli Industri di Grosseto, in occasione della celebrazione della 62^ giornata mondiale del Teatro- per il centenario da...