martedì 28 settembre 2021

IL VIRUS CEDE LO SCETTRO AL CLIMA

È notizia di oggi, 28 Settembre 2021, quella dell'apertura a Milano della Youth4Climate, con un ospite di eccezione, la giovane attivista Greta Thunberg, la cui presenza vale per ispirare le idee che formuleranno i ragazzi provenienti da 197 paesi del mondo. Proposte da portare poi al Pre-Cop Summit, riunione ministeriale mondiale (sempre a Milano) che da giovedì a sabato preparerà la Conferenza mondiale sul clima di Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre

Ciclicamente, così, sembra tornare alla ribalta, direi risvegliarsi in modo roboante, l'annoso problema della crisi climatica. E questo tempo sembra quello giusto per poter togliere un pó di attenzione alla piazza, distogliere le menti dalla vicenda pandemica. 

Tra le iniziative portate avanti nel nostro continente in questi ultimi venti anni di immobilismo ne spicca una nata in Svezia. Per far fronte alla deriva climatica e poter intervenire sulle immissioni di CO2, è diventato operativo un progetto che ha la pretesa di risolvere parte dei problemi attraverso l'adozione di una carta di credito (Do Black) creata dalla startup fintech Doconomy che al momento della sua presentazione alla cassa rivela e traccia il livello di carbonio della spesa, emettendo la sentenza: spesa approvata o rifiutata. Il Covid 19 ha bloccato l'estensione oltre confine di questo progetto sostenuto dal colosso Mastecard dando via libera ad un altro tipo di carta verde che ben conosciamo. Secondo i fondatori, la tessera di controllo, è solo una delle tante azioni quotidiane necessarie a far fronte a un’emergenza globale. Per maggiori informazioni sul progetto 👇👇

 https://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/carbon-capture/troppa-co2-negli-acquisti-vergognati-la-tua-carta-di-credito-ti-blocca-e-ti-insegna/

Questo forte e ricorrente impegno nell'affrontare l'emergenza climatica planetaria e per il cosiddetto green, (in Italia è nato anche un ministero nuovo) per la salvaguardia del pianeta, ogni volta deluso dai dati riscontrabili dalle statistiche, ha un non so che di sospetto. Se da un lato può apparire foriero di grandi aspettative, in realtà potrebbe mascherare nuovi scenari tanto da far sembrare pura retorica tutti i discorsi spesi a riguardo.

Cosí il coronavirus sembra cedere il trono alla CO2. Fatto sta che le misure devono essere prese immediatamente. Schwab e Greta e Gates sono d’accordo, la crisi di Covid deve servirci come lezione. 

Giovedì i giovani della conferenza presenteranno il loro documento finale sul clima all'apertura della Pre-Cop26 alla presenza di Mattarella, Draghi e con gli interventi in collegamento del premier britannico, Boris Johnson, e del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres. Anche al nostro paese non basterà schierarsi, e formulare le solite belle intenzioni.

Draghi, stavolta, dovrà dimostrare a tutti quanti i giovani convenuti che la sua non è mera retorica e che la tecnocrazia non c'entra. Sara dura. 

L' ETICA DELLA SEGNALETICA

Eccoli ! Sono apparsi anche qui, nei marciapiedi antistanti il sottopasso e lungo la passeggiata pedonale che nella salita portano all' Ospedale Misericordia di Grosseto. Sono gli omini ideogrammi. La segnaletica orizzontale che ci guida lungo il percorso e che anticipa l'ingresso alla struttura. Le indicazioni, che nelle intenzioni vorrebbero suggerire ma non obbligare, sono ideate per evitare che nella fretta o nella distrazione andiamo a urtare l' uno contro l'altro.

Un omino e, accanto, nemmeno tanto distante, un altro omino capovolto per distinguere e delimitare gli spazi nei due sensi di marcia. Tra l'altro sembrano anche in atteggiamento agguerrito, a gambe divaricate in senso di sfida. 

Coloro che vanno e quelli che tornano.  Chi percorre quel viottolo può capitare che abbia la testa bassa o che sia immerso nelle preoccupazioni che questo luogo sprigiona dalle innumerevoli finestrine affacciate sul verde. È facile quindi perdersi e sviare lungo la traiettoria. Dobbiamo seguire le indicazioni per percorrere la via, guardando dove mettiamo i piedi visto che la testa va per conto suo. Sono le ultime espressioni di un linguaggio che ha preso piede da circa due anni. 

Anche la segnaletica sembra aver assimilato nella sua espressività il rigore dei tempi: un vocabolario immaginifico che traduce un'esigenza imposta dalla necessità di sicurezza nella nuova era della comunicazione post pandemica. 

Dopo le croci o i segnali di divieto di accesso sui sedili dei posti a sedere negli uffici pubblici, nelle banche, nelle chiese, ecco comparire l'esile e stilizzato pittogramma di un uomo. 

In questo tempo estremo abbiamo visto passare in rassegna, in una ricerca esasperata degli spazi a favore dei ciclisti metropolitani, le immagini dei posteggi bikers e dei più agili monopattini lasciati però in sosta selvaggia in ogni dove. 

Dopo, sono apparsi i disegni di biciclette stilizzate stampate sull'asfalto in alcune zone cittadine, vedi Via Inghilterra, con il risultato di un'evidente riduzione dell'area della sede stradale, a tutto scapito della sicurezza del transito dei motorizzati. Ora, l'immagine dell'uomo ridotto a due dimensioni - mentre in apparenza sembra facilitare la fruizione degli spazi - in modo più subdolo ci rivela una sua tendenza più nascosta, dimostrandosi come un'ulteriore sollecitazione all'adeguamento, come un' imposizione che ha il potere di limitare la civile libertà di deambulazione.

venerdì 24 settembre 2021

GROSSETO AL CENTRO -IDEE INCARNATE NON IDEOLOGIE

Nelle ideologie non si notano identità. Il fratello non ha volto, non ha complessità. Resta uno dei tanti. Così, anche quando una persona agisce contro il male potrebbe diventare un problema, perché è tra quelli che non “ci seguiva” (Vangelo Mc 9,38-43.45.47-48) e quindi non è dei nostri. 

L’Ideologia non rende liberi, ingabbia. Non ci apre alle infinite possibilità della condivisione. Dobbiamo essere solo noi ad aver ragione, a sostenere quella battaglia per i diritti civili, avere l’esclusività del nostro gruppo, del nostro credo religioso, della nostra parrocchia, della nostra associazione, del nostro partito. 

Per Grosseto al Centro non è mai stato così. Nell’ ideologia tutto si semplifica, ma nella semplificazione ci si riduce e ci si separa, creando gruppi e schieramenti che emotivamente sono legati a quell’ idea, difendendo oltremodo la propria posizione. 

Una delle battaglie sostenute per i diritti civili sostenute da GAC (Grosseto Al Centro) ha visto ieri realizzarsi una sua importante fase, quella della consegna ufficiale delle firme raccolte, ben 1430, per respingere il bando che il Comune di Grosseto ha indetto per la concessione ai privati di un tratto di spiaggia libera di Marina di Grosseto. 

 Un’ iniziativa rivolta a tutti cittadini in coscienza, che avrebbe voluto poter smuovere tutti, senza ideologie appunto. Far comprendere che un diritto procede e si difende senza etichettature o veti imposti da posizioni precostituite. Così non è stato! 

Tante adesioni, condivise da più parti, di diverso orientamento ed appartenenza, è vero, hanno confermato il riconoscimento delle ragioni e delle motivazioni legate a questa vicenda, ma abbiamo anche assistito a vere e proprie rinunce comandate dall’ alto. Firme negate non per un autentico dissenso, ma per una genuflessione che di sacro aveva poco, una flessione e non riflessione, per difendere l’una o l’altra ideologia, per chiudere in fretta una ferita ed avere la comodità di non “spendersi”. Quando si crede sinceramente, invece, la ferita è in corso di sanguinamento. 

 Ogni nostro gesto nella sua libertà di espressione diventa un abbandonarsi al possibile, forse anche al mistero. Il cuore delle questioni è se io mi sono lasciato incontrare veramente dal problema ed allora mi sono tolto i sandali per poter camminare su quel terreno sassoso, in quella strada tortuosa. Noi di GAC lo abbiamo fatto, e anche se penso che non potremo mai smettere di essere in parte ideologici, potremo però allenarci a non esserlo in alcune situazioni della vita come questa vicenda della spiaggia e recepire le indicazioni del Vangelo per riuscire a dare veramente un nome all’ altro, in quanto anche in lui prende forma l’immenso che s’ inchina sul nostro balbettío tenero ed insicuro.

 www.grossetoalcentro.it

lunedì 20 settembre 2021

L'ERA DELL' ACCESSO E DELL' ECCESSO

Eccoci qui sospinti da un'onda che tutto travolge. Un sistema, quello neoliberista, che nel suo moto accellerato spazza via le ragioni profonde e storiche di realtà economiche radicate nel tempo, di usi e tradizioni tramandate da secoli dalle famiglie, di istituzioni che creano occupazione con il loro indotto, per imporre unicamente le proprie ragioni, quelle del mercato. 
 
Quando poi in questo processo si insinua una categoria dell' agire umano, in potenza socialmente utile, ma molto vulnerabile nelle evidenze, ecco che avviene quella che Draghi chiama 'distruzione creativa'. Venire inglobati senza esitazioni non è piacevole. Essere assorbiti senza vedere salvaguardato il patrimonio storico, artistico, sociale ed economico è perdere la propria identità. Il colonialismo economico non è finito. La storia si è fermata lì, al 1472, o al 1492.

In fondo cosa sono 20 anni ? Che sia un volatile (Colombo) o un animale della preistoria sottrattosi all' estinzione (Draghi )? Lo abbiamo visto in Afghanistan come ci è voluto poco, per tornare indietro di secoli. 
Ci stiamo muovendo verso quella che un economista ha definito l’economia dell’esperienza: una società in cui la vita stessa di ciascun individuo diventa, in effetti, mercato. Nel mondo degli affari la nuova parola d’ordine è valore della vita ("lifetime value" o LTV) del cliente: la misura teorica di quanto un essere umano potrebbe valere se la sua esistenza, per l’intera sua durata, fosse trasformata, in un modo o nell’altro, in merce e sottomessa alla sfera commerciale. "Nella nuova era la gente acquisterà la propria vita in minuscoli segmenti dotati di valore commerciale ». (Cit. J.Rifkin, L'era dell'accesso, 2000).

Quello che non possono distruggere, con una nuova falsa creazione è il pensiero !!! Voglio ricordare, perciò, anche per blandire i toni, una poesia del 2004 di un senese doc Mario Luzi, tratta dalla sua raccolta "Dottrina dell' estremo principiante" :

Siena in sé Siena senza di me
né altri che vi furono con me nel tempo 
Siena senza esistenze di uomini e di pargoli né stanze di demoni e di arcangeli 
di cui parve strapiena, 
Siena sopra di sé, suprema eppure non aliena, 
non lontana- È lei sostanza rara In cui splendono insieme esaltazione e pena
e bruciano in purità celeste sofferenza e grazia d'una inenarrabile quarantena, 
non si celi, non mi venga meno.

mercoledì 1 settembre 2021

ARRENDERSI È VINCENTE

L'arrendevolezza è una peculiarità del carattere, oppure un atteggiamento contingente alle situazioni della nostra esistenza? Lasciar correre può a volte evidenziare e sembrare una condizione di insofferenza verso alcuni reiterati accadimenti della vita che ci porta ad abbandonare ogni sano proposito di critica, per passare da uno stato di apparente inerzia, ad un altro di annullamento completo del pensiero.

Allora si è arrendevoli. Lo si può essere su tutte le questioni o su qualcuna in particolare, ma tutte le volte si finisce per giudicare questa tendenza come negativa. 

    Siamo stanchi di sostenere una disputa che si basa, quasi sempre su punti di vista diversi che inizialmente ci vedono arroccati sulle nostre posizioni, ma che a un certo punto ci inducono a mollare.

    Per difendere ostinatamente un nostro punto di vista spesso ci creiamo delle "fortificazioni" che a nulla servono se non ad alimentare ancora di più lo stato di separazione che viviamo nelle relazioni.

    Se guardiamo oggettivamente da fuori i nostri stati mentali, e quindi i comportamenti conseguenti ad essi, ci rendiamo bene conto come l'ego riesca a manipolare e a stravolgere ogni anelito di comunione insito nella natura umana, mortificando ogni residua possibilità di arricchimento che può derivare da uno scambio di pareri e di vedute.

    Arrendevole allora è accettare di entrare in comunione con l'altro, abbandonando ogni smisurata pretesa di avere ragione.

    Arrendevole allora può voler dire accettare, nel ruolo assegnato in un lavoro, una mansione che non piace, o per la quale non siamo portati.

    Arrendevole è lasciare scivolare le polemiche che sembrano ingigantirsi sotto la spinta di un' accanito e falso orgoglio.

    Arrendevole, allora non è farsi vittima sacrificale nella contesa oratoria gettando le armi ed alzando le braccia, ma diventa un atteggiamento carico di sapienza, un saper accogliere l' avvenimento con una coscienza profonda.

    È essere avveduti che il corso degli eventi è sempre sostenuto da qualcosa di sottile ed impalpabile che accompagna silenziosamente ogni scelta facendocela percepire come nostra. 

    Arrendevole è non cadere nella trappola della provocazione usando violenza verbale ed acuendo le distanze di alcune posizioni ideologicamente prese.

Così l'arrendevolezza non è la paura di affrontare la contesa, ma diventa il coraggio di una scelta consapevole. 

#pasqualinocasaburi

LA CRISI CLIMATICA UN PREZZO TROPPO ALTO PER L' AFRICA

A ben vedere il continente africano sembra essere escluso dai dibattiti su come affrontare la crisi climatica.

    L' anno scorso l' attivista ugandese, Vanessa Nakate, (24 anni nella foto) aveva denunciato il razzismo all' interno del movimento globale per il clima, dopo che la sua immagine era stata tagliata via dalla foto di un'agenzia di stampa al Forum economico mondiale di Davos dove era di attuale discussione il clima.

   Per chi non lo sapesse 

Il professore Klaus Schwab ha fondato il World Economic Forum di Davos nel 1970.

Ogni anno a metà gennaio, un paesotto sulle Alpi svizzere ospita per cinque giorni presidenti e primi ministri, banchieri centrali e boss di grandi aziende, industriali, miliardari, influenti accademici, sportivi, attori, rockstar, innovatori, giovani e non per discutere vari temi economici. Quell' anno, appunto il 2020, era il clima come ordine del giorno.

   Nella foto nella quale era stata tagliata via l'immagine di Vanessa rimanevano quattro attiviste bianche tra cui Greta Thunberg. 

    In un video pubblicato sui social network, la Nakate ha sottolineato come l'Africa storicamente sia responsabile solo del 3% delle emissioni globali. Eppure gli africani subiscono alcune delle conseguenze più violente della crisi climatica : siccità, uragani, alluvioni, cicloni, frane.

Molti paesi in via di sviluppo chiedono per questo dei risarcimenti.

    Il Madagascar, ad esempio, sta vivendo  quella che molti definiscono la prima carestia al mondo causata dal cambiamento climatico. Più di 1,1 milioni di persione faticano a trovare da mangiare. 

    David Beasley, direttore esecutivo del programma alimentare mondiale (PAM), segnala che a Giugno almeno 14.000 persone pativano un livello " catastrofico" di mancanza di cibo, mentre altre 400 mila stavano andando verso la fame. Beasley racconta di aver incontrato donne e bambini che dovevano camminare ore per arrivare ai punti di distribuzione dei generi alimentari.

    Alcune persone sono sopravvissute mangiando per mesi i frutti del cactus rosso, verdure selvatiche e locuste.

     La crisi non dipende da guerre o conflitti, la causa è il cambiamento climatico. 


(Tratto dalla rivista Internazionale n. 1424 del 27 Ago/2 Sett 2021)

L'ALBA DEL NUOVO MONDO

L’alba del nuovo mondo”, il titolo del libro che ha presentato l’autore Gabriele Sannino è molto coraggioso. Nella sala Conferenze di Vill...