mercoledì 22 novembre 2023

EDUCAZIONE AFFETTIVA

Sono d'accordo ad introdurre nella scuola l'educazione affettiva e relazionale. Anche se reputo i genitori, e gli altri parenti vicini, le figure responsabili di tale cura. Attraverso l'amore è l'empatia, costoro sono in grado di riconoscere e contenere gli affetti e le emozioni che emergono nei figli già dall'età prescolare.

Purtroppo, molto spesso, accade che dissapori, liti e incomprensioni all'interno della famiglia generino un clima conflittuale e quindi una sensazione di pericolo e di sfiducia capace di congelare le emozioni. 


Negli altri casi, se è vero che la nostra mente funziona in maniera costruttiva, qualcuno, nel corso dell'età evolutiva, ci ha contenuto e ha metabolizzato per noi alcune esperienze forti che non avremmo potuto affrontare da soli.

Il linguaggio- ( e il pensiero verbale-simbolico), poi, può generare un numero virtualmente infinito di connessioni logiche.

Non esiste uno stimolo naturale che ponga fine al flusso del pensiero negli individui, a differenza degli animali che possiedono istinti guida forti e radicati. 

L'uomo esprime la propria natura a partire dalla plasticità del proprio cervello che è in grado di moltiplicare le proprie potenzialità di pensiero e quindi di azione grazie ai processi di apprendimento promossi dalla cultura.

Non stupisce affatto, allora, che la mente possa smarrirsi con grande facilità allorché, incapaci di concentrarci sul presente per conservare un'attenzione desta e non giudicante, ci si trovi ad inseguire le infinite derive del pensiero.

Per evitare tutto questo sono indispensabili tre condizioni: l'apprendimento, la forza di volontà e l'impegno protratto nel tempo. In altre parole un esercizio costante.


Come tutte le grandi tradizioni sapienzali ci insegnano occorrerebbe far entrare nell'ordinarietà, anche nella scuola, perché no, alcune pratiche che aiutino a calmare la mente per educarla al "qui e ora".

Intanto, alla luce della frequenza di quello che sta accadendo intorno a noi, (mi riferisco agli ultimi fatti di cronaca) mi pongo una domanda  urgente. Come possiamo spiegare il fatto che i pensieri negativi-critici-distruttivi trovino uno spazio così ampio nella vita delle persone?


In parte possiamo pensare di trovare una risposta nei messaggi introiettati nel periodo infantile e adolescenziale dal contesto familiare, considerando che tale influsso può provenire anche da ingiunzioni di generazioni precedenti e dal sistema culturale di appartenenza.

I conflitti dei genitori e i traumi conseguenti hanno senz'altro un ruolo decisivo sugli atteggiamenti e sulla formazione della personalità.

Ronald Laing, Un famoso psichiatra scozzese scomparso nel 1989, in un suo saggio- "La politica dell'esperienza"- diceva che siamo tutti strutturalmemte  dissociati ed alienati. Ecco perché, se esite un automatismo e un'involontarietà dei pensieri negativi, occorre che la mente venga educata. E serve un metodo affidabile per tenerla lontana dai "vicoli ciechi".

E chi può contribuire ad adottare tale metodo dopo i genitori, e quando questi sono "assenti" o quanto meno incapaci di dire un NO ai propri figli, mettendosi addirittura in competizione con loro.

LA SCUOLA ? E sia !!

Facciamo allora entrare nelle aule i poeti- i pittori e gli scultori ad accompagnare la crescita e la capacità relazionale. Mettiamo delle persone estrose, che sappiano andare oltre l'educazione civica, che abbiano la capacità di insegnare con l'esempio della loro vita luminosa.  Coppie unite da quarant'anni di vita coniugale impegnate nel sociale.

Ma evitiamo assolutamente di ricadere nella solita e desueta investitura istituzionale nella quale occorra preparare prima chi deve preparare.

Il rischio è questo, creare un "ministero" ad hoc incasellando un 'compito' così essenziale dentro un ruolo e far diventare l'amore una formula moraleggiante o un insieme di codici di comportamento.

All'orizzonte di questo mondo in declino si prospetta una nuova Alba. Nel frattempo occorre l'impegno e la cura amorevole di tutti, nessuno escluso.


(Nell'immagine: particolare di un dipinto di Cristina Mambrini )

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