venerdì 22 gennaio 2021

IL PRIMATO DI CRISTO

La storia delle religioni ci mostra come il processo di evoluzione della spiritualità, prendendo le mosse da forme più primitive, quelle che avevano di base l'atto sacrificale di un animale come gesto di devozione, si è avviato lentamente verso altre, più evolute, nelle quali alle più disparate ritualità, non più compiute direttamente, andava ben presto a sostituirsi l' intervento di un " intermediario", un sacerdote che si poneva come tramite con il divino, fino ad arrivare al "repertorio" di atti che si compiono anche oggi e si esplicitano, come nel Cristianesimo, ma anche delle altre religioni, nei gesti liturgici. 


I.

In primis, quindi, era l' atto sacrificale il fulcro che contraddistingueva la natura delle relazione con Dio, come gesto volto ad ottenere condizioni favorevoli, di vitale importanza, un migliore raccolto, o le stagioni favorevoli.
In seguito, l'intervento nel dialogo tra terra e cielo si è declinato nei modi e nelle forme di devozione dai contenuti diversi e attraverso un "mediatore" che avesse il potere di catalizzare e rendere efficace e direi più solenne l' invocazione.

II.

La fisionomia delle varie religioni oggi è quindi il risultato di questo lento processo che ha visto pian piano abbandonare il culto rivolto a più divinità, per approdare ad un panorama caratterizzato dalla presenza nel mondo delle tre principali religioni monoteiste.
In una società sempre più globalizzata la questione dell'incontro tra le religioni e le culture è diventata perciò uno dei temi più urgenti, ponendo in evidenza l'importanza di una loro compatibilità per il mantenimento della pace, tanto da farle assumere una ragione politica.
In quest' ottica sono le religioni stesse che dovrebbero chiedersi se siano in pace l'una con l'altra.

III.

La fede cristiana è per sua natura particolarmente interessata a questa problematica tanto da avanzare ( Pietro At 4,12) la pretesa di conoscere ed annunciare l'unico vero Dio, unico Salvatore di tutti gli uomini.
È ancora sostenibile questa pretesa di assolutezza per poter garantire un giusto percorso per la pace ?
Benedetto XVI ha detto che sarebbe opportuno, per comprendere veramente la fede e la religione, poterle vedere nel loro stretto rapporto con la verità.
Nel dibattito molto acceso svoltosi negli ultimi decenni spicca la disputa del rapporto tra il Cristianesimo e le religioni non cristiane.
Uno dei punti messi sotto la lente da alcuni teologi è stato quello della pretesa di salvezza del "non cristiano" che potrebbe apparire agli occhi di questi come presuntuosa.
La grazia di Cristo interverrebbe solo in un secondo momento, anche per loro, a seguito di un ravvedimento interiore. Il non "non cristiano" sarebbe considerato in definitiva un cristiano non ancora giunto alla meta.
Io penso che non si possa pretendere questa visione di inclusività, ma che bisogna allargare la questione da cui muovere, per favorire un dialogo veramente costruttivo con le altre religioni.
Capire che la riflessione debba estendersi oltre l' aspetto soteriologico, per arrivare a quello fenomenologico, che possa mostrarci le differenze e le peculiarità dei diversi credo. Questo, secondo me, è un passo importante lungo il percorso.
Un passo
utile e necessario per inquadrare bene il Cristianesimo nella storia delle religioni e il riconoscimento del suo primato.

IV.

Personalmente sono convinto della centralità del Cristianesimo nel processo di trasformazione e sviluppo della Nuova Umanità, cosiddetta "Nascente" , avviatosi già da tempo sul globo, in concomitanza con il processo di globalizzazione e quindi di omologazione che sta accentuandosi in modo così compulsivo.
Come sono arrivato a questo convincimento ? Credo che dipenda in parte dal proprio vissuto, dalle esperienze, e in parte dalle proprie radici cultutali.
Sicuramente il Cristianesimo, rispetto alle altre religioni, oltre ad avere l' intuizione comune di fondo della necessità di una liberazione interiore si caratterizza per la pretesa di entrare nella Storia e trasformarla.
Quello che notiamo è lo stretto legame, della sua presenza, della sua, direi, concomitanza con la nascita in Occidente dei diritti civili, i principi di fraternità e di uguaglianza dimostrando in tal modo che questi principi erano già iscritti in un tessuto, in un linguaggio che poi ha avuto nel tempo diverse interpretazioni.
Cristo con il suo Avvento, ha portato un messaggio nuovo la cui comprensione e la cui portata è ancora in corso, perché trattasi di un processo di assimilazione che dipende dal nostro modo di trasfigurare la nostra umanità attraverso una RI-generazione delle relazioni che dovranno avere una natura sempre meno ego-centrata.
Un dinamismo sempre in corso che si alimenta dei propri fondamenti culturali, ma che ha bisogno quindi anche di questo sguardo profetico, di questa intuizione, capace di creare, iscritta nella carne del vivere corrente.

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