Nel cuore di un giovane uomo
Giovanni
Un sepolcro, una stalla
Le bende piegate ed i panni
Son fasce di un bimbo neonato
Il grido sull' albero verde è un vagito
Che porta l'annuncio
Di un re inusitato.
È notte profonda
Ma tutto s' incontra In un punto di luce
L' eterno presente.
Dell' Uomo che Nasce
La morte è la vita è tutto un istante.
UN AMORE PREDI-LETTO
La copertina del letto nel lembo estremo chiudeva il sogno E il uo respiro dalla costola si fece ansioso. E' un indice : mi sembra di esser sveglio. Ma è su una mensola che ora ri-poso. Guardo dall'alto l'altro e son geloso. L' amore è tutto un testo assai fugace Con poche righe scrive l'abbandono È un dormiveglia, un sogno quando piace E lascia nel tuo cuore un dolce suono.
Sono asciutto, glabro, liscio.
Così a te mi consegno, nudo ed essenziale.
Come il petalo di un fiore cado, alfine, in questa stagione, per rinascere ancora nella terra madre, della Madre Terra che insieme a me vibra e trema ancora. Abbracciami, o Madre. Fammi sentire parte di questo creato che pur nel grido disperato nel battito del tuo cuore il mio confonde.
ESSENZANon senti fiorire l’essenza spirituale del mondo nel corpo sacrificale, che si libra leggera ed erra nel pulviscolo lucescente, materia di rinascite di codici scritturali antichi, istos; non senti l’aérea alchimia del corpo e le segrete corrispondenze dell’anima è come se l’aria fosse investita da un fremito eterno, dall’appagato ed appagante esserci, nella penombra calda ed accogliente respiro del mondo, calmo e piatto, geometrico, fascinazione dell’omogeneità del corpo. ( Salvatore Santagati)
ANIMA
Vaghi segni sul muro alzato, Dove ostinato l'ego volle arrampicarsi.Lo guardo e non è più barriera, ma porta che all' Essere conduce, viatico di crescita interiore.
Così in ogni accadimento che avverso può sembrare
in seguito intravedo un utile passaggio
esame da passare
È l' anima sapiente che attrae la situazione
tenendo ben presente qual'è la sua missione.
E nel passaggio ricompone i pezzi
che per la strada del vissuto ha perso
aprendo della vita un altro fronte
di questo libro un altro capoverso
TELEGRANIMA
Vola, leggera, creatura
Negli spazi infiniti -
stop
Varcando la soglia coperta dal velo.
Stop
Sei già lì, presente al maestoso cospetto
stop
Eppur ti sento vivere -
nel vento che spira-
stop
Sei voce della risacca - Fruscio delle foglie sui rami
Profumo che emana Madre Terra. -
Tu torni al tutto e noi con te
Ancor restiamo nell' Eterno pensiero.
Stop.
LA FALENA
Come falena, attratta dalla luce, si nutre, gode e vive i suoi bagliori mettendosi a favore della fiamma che al vento balla e scalda i suoi timori. E un' illusione lascia sulla scia e i vezzi suoi scambiati per amore. Sapore amaro di cenere bruciata in fondo al cuor adagiano silenti. Chiudere i battenti. Di una vita fatta di maschere per aprire una finestra che su giardini in fiore affacciano un nuovo giorno. È l' aria del mattino ch'entra. Quella di un canto nuovo di usignolo che nulla attende ma il grazie dona al Padre per un presente, eterno regalo di un Magnifico Rettore. Colui che sempre accanto a noi ci avvince e nostalgia talor consegna al cuore.IMPARARE A GUARIRE
Un filo sottile unisce le cose e tutte le creature. L’arte poi ha un suo particolare privilegio. Quello di lasciare dove passa una scia invisibile agli occhi, un’ armonia che RI-suona vibrando nel cuore. Quando le passi accanto succede anche questo.
Pur non conoscendo Marco Castellani di persona (e poi, voglio dire, in questo periodo sarebbe stato oltremodo difficile che ciò fosse avvenuto) mi sono incontrato con il suo scrivere, ed è stato un colpo di fulmine. Il gancio è stato la sua vicinanza ai gruppi Darsi Pace, laboratori creati da Marco Guzzi, una persona alla quale mi sento molto legato per le affinità di pensiero.
Dai testi poetici del filosofo e poeta Marco Guzzi è stato appena un passo per ritrovarmi dentro l’atmosfera dei versi di Marco Castellani. Ho apprezzato così il suo lavoro di astrofisico, lo studio della fisica dell’Universo, come territorio infinitamente esplorabile come del resto quello della sua poesia che mi si è presentata davanti un giorno, grazie ad una piccola raccolta dal titolo accattivante, Imparare a guarire.
Ho trovato in quelle parole uno spiccato senso di profondità dell’essere ed allo stesso tempo la semplicità e la gratitudine di esserlo.
Questo mi ha portato a provare a far RI-suonare quelle parole con la mia voce per vedere le emozioni di ritorno.
Dapprima ho fatto e riascoltato gli audio. Poi avendo saputo, tramite Elena, una mia amica di Roma, dell’iniziativa culturale ideata da Happening Cult ho provato anche io a fare un piccolo video con alcune poesie di Marco ed inviarlo alla redazione.
Happening-cult in questo periodo di chiusura in casa ha creato questa vetrina di poeti in erba e non, ma anche di semplici lettori, che prestano la loro voce e diffondono ancora di più la bellezza della poesia.
È stato un’esperienza nuova per me dovermi cimentare con la dizione (le pause soprattutto) ma soprattutto dover citare espressioni e parole che comunque fanno parte di un universo intimo. È per questo che non finirò mai di ringraziare Marco Castellani.
http://blog.marcocastellani.me/2020/05/lopera-della-nostra-guarigione.html
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