sabato 27 marzo 2021

ABBATTERE I MURI INTERIORI


Nelle dinamiche relazionali e sociali, possiamo sempre notare la presenza di una doppia tendenza nell'uomo che rivela una certa ambiguità. Da un lato una pulsione come desiderio di libertà, per l'avventura, i viaggi, sete di conoscenza, socialità in genere. Dall' altro una spinta alla chiusura, come ad evitare una libertà, che comporta comunque responsabilità, per contrabbandarla con la propria sicurezza. 

I.

L' uomo si è da sempre dovuto confrontare con questi due atteggiamenti. Prima del Covid un diverso approccio al grande problema dell' immigrazione, ci ha mostrato posizioni di chiusura verso lo straniero, che potremo indicare come più sovraniste, confrontarsi con altre più aperte e più tolleranti. Le prime vedevano lo straniero come un intruso, un diverso e quindi una minaccia alla sicurezza. Le seconde in un'ottica di necessità di integrazione e di fratellanza mostravano il desiderio di rompere davvero quei confini aperti già dal processo di globalizzazione in corso. 

II.

Ma, a ben vedere, le barriere geopolitiche che nelle buone intenzioni dei governi sembrano voler cadere, non sono le uniche. Esiste anche un "sovranismo" psicologico che trova fondamento e verità nelle inclinazioni innate che l'uomo fin dai tempi dei tempi cova dentro di sé. L' essere umano è sempre stato tendenzialmente timoroso della propria incolumità e quindi propenso a costruirsi sistemi di difesa e confini di protezione. Il sopraggiungere dell' epidemia, ancora oggi drammaticamente presente, sta accentuando e riattivando la tendenza a costruire questi "muri". Si sono aperti scenari nei quali anche gli amici, i familiari o le persone più vicine possono potenzialmente rappresentare un pericolo. Merito di un nemico intruso, invisibile, presente in ogni luogo che mette sotto scacco ogni sistema difensivo più organizzato. 

III

Il distanziamento sociale, necessario provvedimento di disciplina, ha in tal modo portato al consolidamento dei confini, alla chiusura al posto dell'apertura, alla scissione piuttosto che all'integrazione. Le misure di sicurezza estreme imposte hanno compresso ulteriormente le libertà individuali. Qui qualcuno ha visto lo spettro di una minaccia totalitaria di un nuovo potere fondato sul controllo biopolitico della vita. Ma sarà davvero così? Io credo che dovremo leggere e soprattutto imparare da questa lezione (quella della pandemia). Intanto che la libertà a cui ci riferiamo, quella che riteniamo di aver perso con le restrizioni non deve avere quel carattere vacuo ed ideologico come sembra invece venire intesa. Talvolta come una proprietà individuale, una cifra arbitraria per fare ciò che è nel nostro tornaconto. Nella rinuncia al suo esercizio non è in gioco un nostro sacrificio, né una vocazione alla penitenza, ma l'idea profonda che nessuno si può salvare da solo. Ecco che la chiave di interpretazione della libertà sembra presentarsi davanti a noi nell'unica parola : "solidarietà". Senza la parola "carità" 《...》e senza la parola amore, diceva Pasolini le parole "fede" e "speranza" restano parole informi e cieche. Ne viene che il fondamento di ogni relazione civile sono le parole "accoglienza" " ospitalita", "fratellanza". Queste riflessioni che mettono a fuoco la stretta relazione esistente tra la dimensione psichica e quella antropo-sociologica del mondo dimostrano anche che si può contribuire al cambiamento sociale economico e politico partendo dal cambiamento interiore. Sono anche convinzioni che costituiscono la base teorica di un grande lavoro che da più di venti anni a questa parte sta facendo il movimento Darsi Pace . Un movimento creato da Marco Guzzi , nato come laboratorio di trasformazione interiore che coinvolge molti iscritti/praticanti nel lavoro di preparazione, studio per un cambiamento interiore e del mondo. Abbattere i muri interiori per abbattere i muri esteriori. 

"PAZIENTI" NELL' ASCOLTO

Quando la medicina era anche rapporto familiare con il proprio medico era l'udito il senso maggiormente coinvolto. L' ascolto del suono di ritorno di alcuni colpetti dati con le dita sulla gabbia toracica rivelava cos'è che non andava. 

I.

In seguito, ed ora, in modo ancora più accentuato nell'epoca post-Covid, sono le immagini, e quindi l' occhio, l'organo che prende il sopravvento, aiutato da strumenti sempre più precisi che anche a distanza colgono dimensioni millimetriche di un "ospite sgradito" talora allarmando immotivatamente. Accade che il medico prescrive il farmaco per telefono non auscultandoti, ma, talvolta solo ascoltandoti attraverso una cornetta, o meglio dire una rete telefonica. Il rapporto diventa sempre più distaccato, direi "etereo". Come dobbiamo leggere questo distanziamento che qui, a differenza di quello sociale volto a prevenire il contagio, ci allontana da chi è preposto a curarci. Forse ci richiama e ci invita ad una maggiore attenzione, ad una "gestione" più autonoma della nostra salute. Una sorta di ascolto accogliente del proprio corpo e delle proprie cellule per capire se ne stiamo ab-usando per ricondurci ad una sensibilità che ci appartiene. Chi più di noi può con un' attenta autosservazione percepire i propri stati di malessere. 

II.

Spesso invece dal primo contatto col medico si avvia un percorso standard di indagine, consultazione, classificazione, che coinvolge più specialisti, per ottenere una diagnosi. Ogni operatore coinvolto si pre-occupa, per le proprie competenze, dell'organo interessato come se fosse slegato da tutte gli altri e dal resto delle funzioni organiche. Un giorno non saremo più noi a dover parlare per descrivere i sintomi a qualcun altro, ma saranno loro stessi a darci i suggerimenti giusti. Indicazioni a metà tra risoluzione cosciente ed intuizione. Quanto é innato in noi emergerà sempre di più facendoci percepire la stretta connessione tra corpo, mente e spirito. Quando conosceremo la corrispondenza di ciascun organo ad un preciso sentimento di bassa energia ne avvertiremo la suscettibilità e comprenderemo che quando subiamo un forte stress e non riusciamo a smaltirlo, tutto il carico di quell'emozione potrebbe andare a gravare sull'organo per generare vere e proprie patologie fisiologiche. 

III.

Esiste un collegamento sottile tra i sentimenti di rabbia, di paura, di odio e l'organo corrispondente che può aiutarci con un attento e PAZIENTE ASCOLTO a scoprire la nostra ferita primordiale e in un atteggiamento accogliente e benevolo contribuire alla sua guarigione. 

domenica 14 marzo 2021

OMEOPATIA DELLA SALVEZZA


Tutti noi cristiani in cammino sentiamo una forte attrattiva per Gesù Cristo, ma esprimiamo a volte, come Nicodemo, una fede solo a livello intimistico e mai rivolta all 'esterno. Non tendiamo ad esporci in pieno, schierandoci apertamente per diventarne autentici testimoni. Una condizione, questa, che non realizza la pienezza delle indicazioni di Gesù Cristo. La superficialità insita in questo comportamento ci porta a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto e a lamentarci anche quando le cose vanno bene.

I.
Quando ci capita davvero qualcosa di brutto, ci fissiamo su questo avvenimento. Ma anche quando le cose ci vanno bene troviamo modo o motivo per lamentarci. È un atteggiamento distruttivo che non ci porta niente di buono. Quando un bel giorno arrivano i serpenti a mordere molti di noi, ecco che cadiamo avvelenati. È come uno scossone che ci libera dal nostro torpore. È lo è stato veramente per tutti noi con l'avvio dell' epidemia da un anno a questa parte.

II. 
Mosé riceve da Dio le indicazioni per combattere i loro morsi : «Forgiati un serpente velenoso e mettilo sopra un'asta: chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in vita». Fece così un serpente di bronzo e lo mise sopra un'asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita. Così sta avvenendo col vaccino, la cui sostanza, uguale al virus, sta combattendo l'epidemia. Qui non lo oculiamo (guardandolo negli occhi) ma lo in-oculiamo, lasciamo cioè che lui ci guardi dentro. Il serpente che uccide diventa così un serpente che guarisce. Così come il virus (vaccino) che ci guarda (nostro guardiano) ci guarisce dal virus. Già dall’epoca di Asclepio la classe medica ha adoperato come emblema un bastone circondato da un serpente, al quale viene dato il nome di Verga di Esculapio, dal nome latino del dio. Gli studiosi moderni ritengono che derivi dalla cattività degli Ebrei in Egitto. Le popolazioni che vivevano là soffrivano di un parassita noto come Dracunculus medinensis. Si tratta di vermi che si sviluppano al di sotto della cute; quando si affacciano alla superficie cutanea possono dar luogo a vesciche e piaghe infette. Col tempo tuttavia si trovò un sistema per liberarsi dei vermi, che potevano svilupparsi sino a mezzo metro di lunghezza: il metodo consisteva nel farli arrotolare lungo un bastoncino e questo potrebbe spiegare il fatto che gli Ebrei considerassero il serpente un segno di vittoria. Il serpente di bronzo (di bronzo perché il bronzo e il rame attirano la luce) che Dio ordinò a Mosè di fabbricare (Numeri, 21) pare sia stato proprio un Daracunculus medinensis. 

III.
Quando il sole batte contro il serpente di bronzo innalzato, la luce che riflette con il suo fulgore è capace di attirare l'attenzione di chi deve essere salvato. E con questa dinamica che Gesù vuole spiegare a Nicodemo come essere cristiani. Potremo pensare : come ha fatto Dio a salvarci ? Non è rimasto nei Cieli, come segno nascosto, non ci ha dato solo comandamenti, ma si è fatto uomo. Ha preso la nostra stessa condizione di uomini. La stessa croce, che nella sua immagine forte può rappresentarci una sconfitta, un fallimento, viene da Dio trasformata in qualcosa che ci può salvare. Da un segno di distruzione ad un'opportunità di salvezza. Il suo mistero è quello che può santificarci attraverso quello che ci sta accadendo. La debolezza insita in una nostra ferita, in una nostra lacerazione può diventare il punto di forza della nostra santità quando alla vergogna, al nascondimento dei nostri errori, giiustapponiamo la contrizione e l'abbandono fiducioso alla clemenza amorevole del Padre perché il suo amore, mai giudicante, è per tutti. 

venerdì 12 marzo 2021

DISTRUZIONE CREATIVA-PRINCIPI E DRAGHI : UNA FAVOLA POST-MODERNA


Le figure retoriche sono usate in prevalenza nei componimenti poetici, come artifici, parole con la funzione di comunicare una particolare carica emotiva che vada ad incrementare il senso del messaggio. In effetti riescono a farlo alla perfezione. 

I.

Se apriamo una finestra sul mondo, perché è questo che dobbiamo fare per avere un sguardo globale, constatiamo l' esistenza di un potere superiore che vuole guidare attraverso un controllo sempre più serrato, le varie istituzioni governative verso scelte che nell' apparente pretesa di risolvere le crisi adottano provvedimenti distruttivi accentuando una tendenza oramai rodata verso un liberismo più sfrenato. Così l' ossimoro "DISTRUZIONE CREATIVA" viene ripreso ed adottato a proposito della politica economica mondiale e nelle ultime direttive dei G30. 

II. 

Un' azienda se è in difficoltà, e questo periodo ce ne rende testimonianza, dovrebbe essere aiutata a prescindere dalle dimensioni, mentre andando a leggere il documento dei G30 del Dicembre 2020 si possono estrarre definizioni, riferite alle aziende di piccola e media grandezza, del tipo zombie, morti che camminano etc, che fanno comprendere subito la realtà e ne aumentano il senso, quello di una realtà da "distruggere" per creare. C'è da rimanerne sbigottiti. Davvero una bella figura Per chi avesse voglia di leggere il documento del Dicembre 2020 qui in versione integrale PDF👇 https://www.youtube.com/redirect?event=video_description&redir_token=QUFFLUhqbkFmREFFYWE0R2RlMm9VbmI5QTJKQnA1RS1LUXxBQ3Jtc0ttT2F4clNtdXVlWnhoR08tX2M5VXlpMm96cDFQWVl3eGFPak5qbFlUQVNra2YyQWZXekx0bG5xT2ZlM2VnY1M4RTNKTy10ZEd1NGt1TDVreEF1dmlFYVF1cjNJLWNHQ2hGVEVMa2xMa1c2cEJZODdYZw&q=https%3A%2F%2Fgroup30.org%2Fimages%2Fuploads%2Fpublications%2FG30_Reviving_and_Restructuring_the_Corporate_Sector_Post-Covid.pdf&html_redirect=1 Distruggere per creare. Capite ? Creare cosa ? Spazio all' arroganza del potere e alla forza delle multinazionali. 

III. 

Cosa dovremo pretendere come atteggiamento, se lo trasliamo alla sanità e all' attuale situazione pandemica, come modalità di approccio. Niente di buono. Dovremo semplicemente constatare che siamo immersi in un' atmosfera di annientamento, sospinti da un onda che ci trascina in un vortice senza possibilità di fare resistenza. Una tendenza che ci vuole rassegnati a consumarci dentro questo lassismo dentro un "tanto è così "... non possiamo farci niente" senza una ben che minima idea o pensiero rivoluzionario. 

No !! Io non ci sto !!

 Svegliamoci !!! 

martedì 9 marzo 2021

LIFE-TIME-VALUE

In un mondo in cui prevale l'economia dello scarto, dove ogni produzione contiene già in sé il suo tempo di vita programmato, anche l' uomo, la sua dignità sembrano entrare in questa vorticosa tendenza nella quale la vita stessa appare ridotta ad un valore merceologico. 

I. 

Una tendenza nichilistico/ riduttivistica dell'espansione dello sviluppo tecnologico nelle sue forme più esasperate che sta evidenziando l'ambiguità dei suoi contenuti. Se da un lato il processo di globalizzazione insito in questo sviluppo, oramai in atto da più decenni, ha ridotto i tempi e gli spazi di relazione, portando ad un'accelerazione delle unificazioni comunitarie e ad un aumento dei processi aggregativi, che hanno superato i confini territoriali propri delle entità politicamente costituite, dall'altro lato da un po' di tempo, in relazione all'emergenza pandemica, stiamo assistendo ad un fenomeno inverso, come una spinta alla costituzione autonoma degli Stati di una propria autonomia nelle scelte cruciali, vedi quelli in ambito sanitario. Mentre il virus si sta dimostrando il fenomeno più globale mai conosciuto dove nessun tipo di barriera, o frontiera ha potuto contenere il flusso devastante dei suoi effetti, l'approccio per contenerlo ha avuto diverse declinazioni a cominciare dal momento della prevenzione.

II. 

Ricorderemo tutti il periodo in cui nel piano di prevenzione la difficile scelta delle priorità per età come avesse creato discriminazioni verso la categoria degli anziani, tenendoli a distanza. Una logica o forse logistica urbana : "se li tieni a distanza non li tamponi" Adesso, nella gestione del difficile impegno per un adeguato piano vaccinale, a causa delle carenze dei quantitativi necessari, nel marasma dei vari prodotti commerciali legati all'industria di riferimento, ogni stato sembra si stia organizzando autonomamente per la produzione di un proprio vaccino delineando una forma di "ritorno" entro i propri confini. Una sorta di ritrovato nazionalismo quello che sembra perso nelle questioni economiche importanti, in particolare nella vicende di politica- economica europee.

III. 

Certamente l'industria delle grandi case farmaceutiche ha trovato un ambito favorevole in tutto questo panorama, assicurandosi dei ritorni economici per molti anni a venire, considerando che il vaccino diventerà sicuramente un presidio ricorrente. Il virus nella sua logica naturale si sta smarcando dai controlli cambiando molte volte il suo "aspetto". Così facendo, nella sua espressione mutevole, assumerebbe la stessa valenza di un'influenza stagionale per la quale ogni anno a venire dovremo isolarne il ceppo per produrre un vaccino dedicato. Non possiamo fare a meno di preoccuparci per questa ulteriore espressione ed effetto della decadenza del sistema ulteriormente indirizzato al mero raggiungimento dei profitti. Un sistema dove come diceva già Jeremy Rifkin 《l'unico valore universale sembra essere la compravendita. Ci stiamo muovendo verso una società in cui la vita stessa di ciascun individuo diventa in effetti mercato. Nel mondo degli affari la nuova parola d' ordine è valore della vita (lifetime-value o LTV)del cliente : la misura teorica di quanto un essere umano potrebbe valere se la sua esistenza, per l' intera sua durata, fosse trasformata, in un modo o nell'altro, in merce e sottomessa alla sfera commerciale.》 

L'ALBA DEL NUOVO MONDO

L’alba del nuovo mondo”, il titolo del libro che ha presentato l’autore Gabriele Sannino è molto coraggioso. Nella sala Conferenze di Vill...