sabato 22 luglio 2023

2IDENTITÀ-PROGETTARE LA MUSICA

Grande e gradito spettacolo ieri sera al Tempio, il bar ristorante nella piazza del Duomo di Orbetello.

Il rinomato locale, famoso ritrovo per le serate di musica dal vivo.

In una di queste occasioni ieri si è  svolto il "live concert" del duo 2identità, composto dagli inseparabili Emanuele Monaci e Claudio Colacicco. La band, ha regalato ai presenti, grazie ad una potente energia interpretativa dei brani e ad un ritmo irresistibile, momenti di vera euforia tali da non poter fare stare fermi, chi sulle sedie chi in piedi, i presenti riuniti per l'occasione.
In programma il loro ultimo progetto. Una scaletta di cover di brani pop famosi degli anni '90 arricchita da alcune composizioni autoprodotte che stanno facendo il giro delle piattaforme.
Il Duo si è avvalso della partecipazione di alcuni strumentisti di talento- Enrico Mega (basso) Nico Brugno (batteria)- che sono soliti unirsi al gruppo. Una collaborazione collaudata, la loro, che ieri è stata capace di dare amalgama e completezza alle esecuzioni grazie anche alla colorita voce della cantante, Chantal Mersi che ha fatto da contrappunto con stile alle esecuzioni vocali di Emanuele, ma che ha dimostrato eleganza nei brani eseguti con le proprie "corde". La giovane interprete, appena ventenne, ha dato prova di abilità grazie ad un gradevole e particolare vibrato e al fraseggio colorato della voce capace di spaziare dai toni più bassi e scuri a quelli più accesi e brillanti.

Anche gli altri volti sono tutti conosciuti in maremma.

Ma vediamo chi sono i componenti di questo progetto.
Emanuele Monaci (vocalist)
Claudio Colacicco (chitarra elettrica, autore compositore)
Enrico Mega (basso)
Nico Brugno (batteria)
Enrico è un bassista preparato ed eclettico. Quando è sul palco avviene da parte sua una profonda concentrazione nel ritmo e nella sonorità. Non esiste l'esibizione in sé come prova da sottoporre agli ascoltatori, ma una vera e propria "immersione". Allora le sue frasi diventano un fine ricamo che va ad incontrare la battuta attraverso una precisa successione di note.


Nico Brugno (batteria- nella foto in basso)
Nico è un fine cesellatore del ritmo. Tecnicamente preparato e professionalmente affermato, tanto da essere molto richiesto come turnista.
Umanamente è una figura importante-ieri lo ha dimostrato- per lo spirito di aggregazione l'empatia e la spinta emozionale che emana dalla sua virve.
Emanuele Monaci è il leader del gruppo. Un trascinatore ritmico. Quando entra nel sua scia riesce a trasmetterne tutta la sua energia attraverso una sapiente scansione del testo. Che sia in codice rap o cantato la sua e sempre una "pronuncia" carica di pathos.

Claudio Colacicco, il chitarrista, è un fine esecutore, dal tocco essenziale, pulito, sempre alla ricerca di nuove suggestioni attraverso gli effetti di un suono mai scontato e spunti improvvisativi di grande risultato. È la colonna portante. Una delle due identità che pienamente si accorda con l'altra di Emanuele.

Senza dubbio due poli che si attraggono. Un duo in uno che sicuramente farà strada.

mercoledì 19 luglio 2023

FARFALLE

Il mese passato mi è capitata una cosa curiosa. 

Eravamo al mare, allo stabilimento dove andiamo oramai da diversi anni. In piedi, accanto all'ombrellone di terza fila, il solito, parlavo coi miei del più e del meno, quando improvvisamente, mi si avvicina una farfalla con quel suo classico volo a zig-zag. Allungo la mano per toccarla e lei si allontana di poco. Dico dentro di me: ora va via per la sua strada!  Invece, dopo aver compiuto una virata piu ampia, eccola di nuovo, vicina, tanto da toccarmi più volte con le ali e poi riprendere il suo solito barcollante volo, sempre ad una distanza minima. Mi girava intorno come se cercasse un contatto. Apro le braccia in segno di accoglienza e rimango immobile come un'antenna e lei ancora avvicinandosi mi tocca.

La farfalla prosegue in questo rituale comunicativo fatto di tocchi e distacchi, sempre rimanendo intorno al mio corpo, ad un raggio di poche decine di centimetri di distanza come se avvertisse qualcosa. Un volo, mai lineare, sembrava scandagliare lo spazio circostante.

E stata una strana sensazione.

Ho sentito in modo nitido crearsi un "legame", come una forza di attrazione verso di me. 

Appena la mattina dello stesso giorno ero stato in un parco naturale (Parco Archeologico di Roselle) per un evento musicale che si svolgeva sotto una grande quercia multisecolare. Un ambiente bellissimo immerso nel silenzio. Si avvertiva solo il sommesso sussurrío della vegetazione e sullo sfondo il brusío degli insetti. Numerose farfalle dalle ali variopinte solcavano a bassa quota un cielo terso di una giornata calda. 

Un luogo magico, molto evocativo quello dei Ruderi Etruschi.

Ebbene, al mare, ricordavamo di una persona che non c'è piú. Un medico in pensione che occupava un posto in prima fila fronte mare a cui nella scorsa estate un improvviso malore cardiaco aveva stroncato la vita e lasciati tutti sconcertati.

Mentre parlavamo di Luigi, del suo sguardo sapiente, dei suoi modi autorevoli ma rassicuranti, della sua affabilità e del vuoto che aveva lasciato in tutti noi, volgevamo lo sguardo verso quella direzione, come a voler rievocare la sua presenza, ma vedevamo materializzarsi lo stesso vuoto in quella postazione libera. Il rispetto per la sua memoria aveva indotto i titolari dello stabilimento balneare a lasciare in-abitate quelle sedie sdraio storicamente e da sempre assegnate a lui e alla sua famiglia.  

L'ombrellone aperto e la sua ombra ancora lì come un altare a fermare lo spazio, e a stringere il tempo dentro il volo di una farfalla.

giovedì 13 luglio 2023

CHIUDERE IL CICLO DELLA GUERRA

Quando le antiche parole non risultano nuove vuol dire che non stiamo nello 'spirito'. Perché lo spirito fa nuove tutte le cose, sempre.

Questo è un tema di tutte le tradizioni spirituali, non solo del Cristianesimo. 

È capacità di contemporaneità poetica intesa come incarnazione della parola, "adesso".

Questa dimensione di ascolto è necessaria per una comprensione delle vicende che hanno costruito parte della Storia.

Dovremmo farci alcune domande utili, che ci possano consentire di riflettere per rivedere e per cambiare alcuni atteggiamenti che ci portiamo dietro in quanto assunti nel tempo come ovvi.

Vorrà, potrà, saprà questo stato, l'Italia, il popolo italiano  rilanciare la propria missione per assumerla come  rivelazione storica attuale.

Il popolo italiano ha una missione di universalità diceva Dostoevskij. Lo stesso termine cattolico dal greco αϑολικός «universale», der. di καϑ’ὅλου fa riferimento ad un tutto  secondo il tutto, racchiudendo questo concetto che parla di qualcosa che stiamo vivendo tutti.

Il popolo italiano vorrà recuperare questa sua vocazione rilanciandola?

Nel 1834 Mazzini rifletteva sul problema dell'unificazione italiana quando era molto forte il concetto di "primato". La Francia aveva un'autocoscienza di questo primato. Mazzini diceva, però, che per la costituenda Italia non era questione di primato, ma piuttosto della sua capacità  di un'iniziativa per una nuova umanità, che fosse iniziatrice. Come possiamo rilevare da un testo di Federico Chabod-la Storia dell'idea di Europa-occorre  salvaguardare l'individualità italiana e l'universalità dei popoli. 

Il nazionalismo conseguente di alcuni stati è stata la conseguenza di un divergere da questa idea di universalità dei popoli. 

Dice il testo di Chabod- riprendendo la citazione letteralmente da Giuseppe Mazzini  <Dell'iniziativa rivoluzionaria in Europa>

"Occorre ritemprare la nazionalità, ma metterla in armonia con l'umanità. In altri termini redimere i popoli con la coscienza di una missione speciale affidata a ciascuno di essi e il cui compimento, necessario allo sviluppo dell'umanità, deve costituire la loro individualità, la missione specifica ad acquistare un diritto di cittadinanza nella giovane Europa che stiamo costruendo.

La nostra capacità sara quella di  riconoscere nei 'semi antichi" alcuni errori compiendo coscientemente un percorso di purificazione della memoria per andare oltre. E questo vale per tutti i popoli.

La Repubblica italiana in buona parte non ha fatto che recuperare e rilanciare in modi diversi la mentalità egoico-bellica che derivava dalla filosofia risorgimentale ripresa poi nel fascismo.

Citando in un suo saggio il grande storico Banti faremo un'osservazione  per smascherare alcune ovvietà che potrebbero ingannare.

"Del risorgimento-tutta la retorica, la narrazione su cui si fonda la costituzione dello stato italiano- la nazione viene descritta come una comunità i cui membri devono essere  estusiasticamente disposti al sacrificio della propria vita. Il richiamo alla necessità del sacrificio (una costante di tutti i popoli non battezzati) è un'operazione che consente di presentare il discorso nazionale come un discorso politico para- religioso. Cioè, questa retorica nazionale (dell'Europa) prende i concetti fondamentali del messianesimo e del messianismo cristiano e ne fa contenuto della politica nazionale.

I militanti morti per la causa diventano subito dei martiri. Cioè in senso proprio dei soggetti che hanno testimoniato (martire) con la morte la propria fede politica. In tal modo le guerre nazionali si trasformano in guerre sante".

Leggendo la retorica di tutte le guerre, anche coloniali, notiamo che questa prende pari pari l'apparato linguistico, il vocabolario della speranza messianica. Termini come sacrificio, salvezza, bagno di sangue. La prima guerra mondiale fu l' immersione nel sangue dei martiri dal quale nasce la nuova Italia.

"L'azione di propaganda diventa così apostolato e la rinascita della Nazione Ri-sorgimento, Risurrezione.

Occorre uscire fuori da queste figurazioni e prospettare una "conversione" degli attegiamenti consolidati in una cultura radicata nel tempo per giungere davvero alla chiusura del ciclo storico della guerra.

Marco Guzzi - [Sacrofano Giugno 2023]

L'ALBA DEL NUOVO MONDO

L’alba del nuovo mondo”, il titolo del libro che ha presentato l’autore Gabriele Sannino è molto coraggioso. Nella sala Conferenze di Vill...