martedì 23 febbraio 2021

SGUARDI CHE CAMBIANO DENTRO E FUORI

Quello che si può cogliere con gli occhi posando appena lo sguardo intorno a noi non possiamo nemmeno immaginarlo. Bastano due battiti di ciglia per avvertire un movimento, registrare una sensazione, cogliere un particolare del mondo che ci passa avanti nel suo moto continuo, quanto impercettibile. Molte immagini catturate dai nostri occhi vengono trattenute ed elaborate dal pensiero, ma una quantità maggiore supera silenziosamente questa barriera per andare a depositarsi in uno spazio più profondo, una sorta di magazzino di scorte, per poi venire ripescata solo quando, nelle vicende del nostro esistere, accade un fatto, avviene un fenomeno che ri-suona con l'energia di quell'immagine. Stiamo parlando di ri-evocazione.

 ° La nostra mente in automatico riporta a galla l'immagine e l' emozione ad essa collegata, dandoci la sensazione di riviverla al presente. Il fenomeno mentale del ricordo, così come quello della dimenticanza o dell'oblio, si configura come un processo non controllabile, avviato nel nostro cervello in particolari condizioni psichiche. Solo questo per capire quanto sia importante guardare e quanto diventa cruciale un semplice sguardo. Lo sguardo apre ad una visione nuova, e anche se breve, ci consente di uscire dalla porta dei nostri pensieri spesso opprimenti. Oggi, il ritmo frenetico imposto dal consumismo, che ci obbliga a correre per conservare uno stile di vita al quale non sappiamo più rinunciare, non ci consente di avere un tempo per posare lo sguardo. 

Guardare il mare, e sentire il ritmo cadenzato nel fragore della sua risacca, diventa molto rilassante ed acquietante per la mente. Così come guardare l' immensità di una cima nevosa, di una montagna o il panorama di una vallata erbosa stimola molto la pace interiore. Questi ampi spazi e il contatto con la natura in genere favoriscono a ben vedere l'inizio di un ritorno verso una pace interiore perduta.

 ° Se consideriamo gli spazi angusti dei nostri civili, (ma nemmeno tanto), contesti urbani, soprattutto nelle grandi città, possiamo capire e sentire quanto sia importante ogni tanto evadere e direi anche e-vedere. Da un anno a questa parte però non sarebbero più "innocenti evasioni". Il regime delle restrizioni delle liberalità è diventato per molti insopportabile tanto da aver generato in alcuni soggetti serie patologie. 

Lo sguardo si è inizialmente incorniciato, come bloccato, fermo dentro l' orizzonte geometrico di una finestra, per poi allargarsi su circondari fatti di cemento o al massimo giardini pubblici, presi d'assalto non appena avveniva un cambio di colore. Non avrei mai pensato che i colori potessero determinare la nostra libertà, devo ancora capirlo se non come un retaggio, una riminescenza fornitami dal semaforo. Conoscere un colore vuol dire sapere dove e se muoversi, ma qui il semaforo non c' entra. 

 ° Esiste un sistema più grande dentro il quale ultimamente si sta muovendo un rigore, una necessità imposta, generalizzata a tutte le categorie del vivere non ultima quella economica. Le due categorie, quella sanitaria e quella economica, che sono diventati i principali attori di questo teatro, trascinano tutt' ora le scelte dei nostri governanti lungo un percorso tanto difficoltoso quanto ambiguo. Dovremo capire bene quale copione dare a questi due interpreti, e quanto ed in quale modo il loro canovaccio possa essere condiviso senza dover far fare scena muta all'altro. Con una regia di sistema disorientata e fuorviata dal ritmo accellerato della tecnocrazia e da un liberismo giunto al capolinea, la vedo dura. S' impone una vero ripensamento da parte di soggetti indipendenti dal teatro. Non suggeritori, collaborazionisti, ma esperti da dietro le quinte, uomini preparati per tempo al grande salto, individui che abbiano uno "sguardo" ampio, libero e de-condizionato dai sigilli delle grandi oligarchie, dalle pressioni dei potenti colossi della finanza, della tecnologia digitale e della comunicazione. ° Per la verità esiste già una scuola, che io conosco, dove poter apprendere quanto necessario per affrontare il passaggio. Più di venti anni orsono un movimento dal nome Darsi Pace ha avviato un percorso di studi non solo teorici, attraverso un programma che unisce contenuti teorici a veri e propri esercizi e pratiche di meditazione. Marco Guzzi, filosofo, scrittore e ideatore del movimento, accompagna e coordina in modo strutturato gli iscritti lungo un percorso di 7 anni e lungo tre livelli di conoscenza. Quello storico-culturale Quello psicologico è quello spirituale. Queste categorie, naturalmente e strettamente collegate tra loro e facenti parte dello sviluppo armonico della persona, vengono individuati come ambiti per uno sviluppo di personalità integre ed attente, con quello sguardo capace, in potenza, di contribuire alla trans-formazione del mondo. Proveremo un poco tutti ad avere questo sguardo libero, non facendoci ingabbiare. Il nostro sguardo potrà così diventare davvero determinante, quando non è distratto, quando è vigile ed attento perché la mente è libera ed animata da uno spirito puro. 

 Per Info sul movimento vedi :

 👇👇👇👇👇 

 www.darsipace.it 

 www.marcoguzzi.it

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