martedì 28 settembre 2021

L' ETICA DELLA SEGNALETICA

Eccoli ! Sono apparsi anche qui, nei marciapiedi antistanti il sottopasso e lungo la passeggiata pedonale che nella salita portano all' Ospedale Misericordia di Grosseto. Sono gli omini ideogrammi. La segnaletica orizzontale che ci guida lungo il percorso e che anticipa l'ingresso alla struttura. Le indicazioni, che nelle intenzioni vorrebbero suggerire ma non obbligare, sono ideate per evitare che nella fretta o nella distrazione andiamo a urtare l' uno contro l'altro.

Un omino e, accanto, nemmeno tanto distante, un altro omino capovolto per distinguere e delimitare gli spazi nei due sensi di marcia. Tra l'altro sembrano anche in atteggiamento agguerrito, a gambe divaricate in senso di sfida. 

Coloro che vanno e quelli che tornano.  Chi percorre quel viottolo può capitare che abbia la testa bassa o che sia immerso nelle preoccupazioni che questo luogo sprigiona dalle innumerevoli finestrine affacciate sul verde. È facile quindi perdersi e sviare lungo la traiettoria. Dobbiamo seguire le indicazioni per percorrere la via, guardando dove mettiamo i piedi visto che la testa va per conto suo. Sono le ultime espressioni di un linguaggio che ha preso piede da circa due anni. 

Anche la segnaletica sembra aver assimilato nella sua espressività il rigore dei tempi: un vocabolario immaginifico che traduce un'esigenza imposta dalla necessità di sicurezza nella nuova era della comunicazione post pandemica. 

Dopo le croci o i segnali di divieto di accesso sui sedili dei posti a sedere negli uffici pubblici, nelle banche, nelle chiese, ecco comparire l'esile e stilizzato pittogramma di un uomo. 

In questo tempo estremo abbiamo visto passare in rassegna, in una ricerca esasperata degli spazi a favore dei ciclisti metropolitani, le immagini dei posteggi bikers e dei più agili monopattini lasciati però in sosta selvaggia in ogni dove. 

Dopo, sono apparsi i disegni di biciclette stilizzate stampate sull'asfalto in alcune zone cittadine, vedi Via Inghilterra, con il risultato di un'evidente riduzione dell'area della sede stradale, a tutto scapito della sicurezza del transito dei motorizzati. Ora, l'immagine dell'uomo ridotto a due dimensioni - mentre in apparenza sembra facilitare la fruizione degli spazi - in modo più subdolo ci rivela una sua tendenza più nascosta, dimostrandosi come un'ulteriore sollecitazione all'adeguamento, come un' imposizione che ha il potere di limitare la civile libertà di deambulazione.

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