Quando poi in questo processo si insinua una categoria dell' agire umano, in potenza socialmente utile, ma molto vulnerabile nelle evidenze, ecco che avviene quella che Draghi chiama 'distruzione creativa'.
Venire inglobati senza esitazioni non è piacevole. Essere assorbiti senza vedere salvaguardato il patrimonio storico, artistico, sociale ed economico è perdere la propria identità.
Il colonialismo economico non è finito.
La storia si è fermata lì, al 1472, o al 1492.
In fondo cosa sono 20 anni ? Che sia un volatile (Colombo) o un animale della preistoria sottrattosi all' estinzione (Draghi )?
Lo abbiamo visto in Afghanistan come ci è voluto poco, per tornare indietro di secoli.
Ci stiamo muovendo verso quella che un economista ha definito l’economia dell’esperienza: una società in cui la vita stessa di ciascun individuo diventa, in effetti, mercato.
Nel mondo degli affari la nuova parola d’ordine è valore della vita ("lifetime value" o LTV) del cliente: la misura teorica di quanto un essere umano potrebbe valere se la sua esistenza, per l’intera sua durata, fosse trasformata, in un modo o nell’altro, in merce e sottomessa alla sfera commerciale.
"Nella nuova era la gente acquisterà la propria vita in minuscoli segmenti dotati di valore commerciale ». (Cit. J.Rifkin, L'era dell'accesso, 2000).
Quello che non possono distruggere, con una nuova falsa creazione è il pensiero !!!
Voglio ricordare, perciò, anche per blandire i toni, una poesia del 2004 di un senese doc Mario Luzi, tratta dalla sua raccolta "Dottrina dell' estremo principiante" :
Siena in sé
Siena senza di me
né altri che vi furono con me nel tempo
Siena
senza esistenze di uomini e di pargoli né stanze di demoni e di arcangeli
di cui parve strapiena,
Siena sopra di sé, suprema eppure non aliena,
non lontana-
È lei sostanza rara
In cui splendono insieme esaltazione e pena
e bruciano in purità celeste
sofferenza e grazia d'una inenarrabile quarantena,
non si celi, non mi venga meno.
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