sabato 27 marzo 2021

"PAZIENTI" NELL' ASCOLTO

Quando la medicina era anche rapporto familiare con il proprio medico era l'udito il senso maggiormente coinvolto. L' ascolto del suono di ritorno di alcuni colpetti dati con le dita sulla gabbia toracica rivelava cos'è che non andava. 

I.

In seguito, ed ora, in modo ancora più accentuato nell'epoca post-Covid, sono le immagini, e quindi l' occhio, l'organo che prende il sopravvento, aiutato da strumenti sempre più precisi che anche a distanza colgono dimensioni millimetriche di un "ospite sgradito" talora allarmando immotivatamente. Accade che il medico prescrive il farmaco per telefono non auscultandoti, ma, talvolta solo ascoltandoti attraverso una cornetta, o meglio dire una rete telefonica. Il rapporto diventa sempre più distaccato, direi "etereo". Come dobbiamo leggere questo distanziamento che qui, a differenza di quello sociale volto a prevenire il contagio, ci allontana da chi è preposto a curarci. Forse ci richiama e ci invita ad una maggiore attenzione, ad una "gestione" più autonoma della nostra salute. Una sorta di ascolto accogliente del proprio corpo e delle proprie cellule per capire se ne stiamo ab-usando per ricondurci ad una sensibilità che ci appartiene. Chi più di noi può con un' attenta autosservazione percepire i propri stati di malessere. 

II.

Spesso invece dal primo contatto col medico si avvia un percorso standard di indagine, consultazione, classificazione, che coinvolge più specialisti, per ottenere una diagnosi. Ogni operatore coinvolto si pre-occupa, per le proprie competenze, dell'organo interessato come se fosse slegato da tutte gli altri e dal resto delle funzioni organiche. Un giorno non saremo più noi a dover parlare per descrivere i sintomi a qualcun altro, ma saranno loro stessi a darci i suggerimenti giusti. Indicazioni a metà tra risoluzione cosciente ed intuizione. Quanto é innato in noi emergerà sempre di più facendoci percepire la stretta connessione tra corpo, mente e spirito. Quando conosceremo la corrispondenza di ciascun organo ad un preciso sentimento di bassa energia ne avvertiremo la suscettibilità e comprenderemo che quando subiamo un forte stress e non riusciamo a smaltirlo, tutto il carico di quell'emozione potrebbe andare a gravare sull'organo per generare vere e proprie patologie fisiologiche. 

III.

Esiste un collegamento sottile tra i sentimenti di rabbia, di paura, di odio e l'organo corrispondente che può aiutarci con un attento e PAZIENTE ASCOLTO a scoprire la nostra ferita primordiale e in un atteggiamento accogliente e benevolo contribuire alla sua guarigione. 

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