Ultimamente la frequenza nella recitazione del Santo Rosario ha stimolato la mia attenzione a soffermarsi sulla parte finale della sua estensione che si esprime con le cosiddette litanie lauretane. Espressioni brevi, di una potenza indescrivibile che sottolineano le qualità della Madre celeste.
Grazie alla loro formula ripetitiva ho potuto soffermarmi sul senso profondo di alcuni termini adottati. Parole che a volte potrebbero apparire arcaiche, ma che al contrario risultano essere a noi molto vicine in quanto incredibilmente accostabili alle situazioni che viviamo.
Tra tutte le litanie presenti mi è risuonata in particolar modo interessante quella che recita: rifugio dei migranti.
Migrante, termine antico ma terribilmente attuale, se pensiamo al fenomeno degli approdi riguardante le coste della nostra penisola.
Ho scritto approdi, volutamente, badate bene, e non sbarchi.
Sì, perché le parole contengono già in sé una pre-disposizione, una dichiarazione di intenti.
Ho scritto approdi, volutamente, badate bene, e non sbarchi.
Sì, perché le parole contengono già in sé una pre-disposizione, una dichiarazione di intenti.
Proferendo la parola sbarco già coviamo nella nostra mente, se non una paura, una profonda preoccupazione di incontro misto ad una scarsa solerzia.
Dicendo approdo, alimentiamo nel nostro cuore un desiderio di accoglienza misto ad una buona volontà di agire.
Mente e cuore.
Dicendo approdo, alimentiamo nel nostro cuore un desiderio di accoglienza misto ad una buona volontà di agire.
Mente e cuore.
È sempre qui che avviene il 'dibattito' che decide l'impegno. Il terreno dove si gioca la sorte dell'altro che oltrepassa un confine geografico, confine che spesso è solo nella nostra mente.
Ecco che il nostro spazio, inteso come territorio caratterizzante la nostra identità nazionale, può diventare un rifugio, un porto sicuro per persone toccate da un destino infausto, e per usare una parola che non dovrebbe esistere: l'altro.
Ecco che il nostro spazio, inteso come territorio caratterizzante la nostra identità nazionale, può diventare un rifugio, un porto sicuro per persone toccate da un destino infausto, e per usare una parola che non dovrebbe esistere: l'altro.
Solo quando nel nostro cuore avvertiremo quel fremito capace di aprirci ad una visione salvifica, per proiettarvi le nostre energie .
Quando nei nei nostri occhi brillerà il riflesso della pelle dei fratelli piagata dal sale.
Solo allora potranno davvero cadere quei confini puramente mentali disegnati dalla grafia dell'orgoglio, dalla supponenza di superiorità, dalla chiusura del cuore.
Quando nei nei nostri occhi brillerà il riflesso della pelle dei fratelli piagata dal sale.
Solo allora potranno davvero cadere quei confini puramente mentali disegnati dalla grafia dell'orgoglio, dalla supponenza di superiorità, dalla chiusura del cuore.
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