Siamo giunti al livello più basso della civiltà.
Se il male che vediamo ha una responsabilità di tutto il genere umano allora essere semplici spettatori, e non poter far niente, non fa che contribuire ad aumentare questo senso di angoscia e di smarrimento. Rimanere appesi solo ad un'ipotesi, perche questa è: un oscillare altalenante di paventate risoluzioni, che sono solo flebili balbettii. Un'ostentazione arrogante del proprio ego e della propria smania di potere, anteposta al destino incerto del mondo. Una pace, quindi, legata unicamente ad una volubilità e ad una suscettibilità psichica.
Dentro questa prospettiva la pace duratura rimane una lontanissima possibilità, e parimenti, un miraggio l'ipotesi di poter giungere ad una trattativa seria che possa far cessare il fuoco in modo duraturo in una terra, da sempre martoriata, dalla quale ci arrivano ogni giorno immagini di bambini straziati dalla fame e dai bombardamenti.Il male sembra volersi accanire su quei territori senza possibilità di appello.
Con questi scenari diventa anche difficile mantenersi saldi nella fede. Cosí accade di entrare in crisi di ogni nostro più profondo convincimento.
E guardando in Alto ci viene di pensare.
Come puoi permettere che accada tutto questo ?
È questa la rivelazione ?
Come posso leggere nella carne martoriata dell'uomo la presenza di Cristo?
Allora è proprio dalle scritture che ci può giungere un "soccorso" per comprendere che il tempo regalato all'uomo su questa terra per evolvere e rivelare la sua essenza divina potrebbe non avere la stessa natura del tempo cronologico.
È il tempo del perdono in cui l'uomo prende veramente coscienza della propria natura. Ce lo dicono le Scritture.
Giovanni 3,14 "E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato"
Esodo 3.14 Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi».
La rivelazione e le modalità nelle quali si compie attraverso di noi, nella nostra vita è un mistero.
Mentre noi umani bisogna ascendere, essere innalzati dalla nostra condizione terrena di esseri incarnati, liberando la nostra coscienza dai vincoli che la stessa condizione comporta, Cristo si rivela attraverso il punto più basso (la croce) assumendo la condizione di essere completamente umanato per redimere la Terra.
La rivelazione del nome di Dio
IO SONO la troviamo quindi in Esodo 3.14 (Io sono colui che sono), la rivelazione compiuta DELL'IO SONO che si incarna nell'io sono umano la troviamo invece in Giovanni 3,14.
Vecchio e Nuovo Testamento.
Stesso numero dei passi che si ripete 3,14.
Cosa vi ricorda questo valore ?
Sì il cosiddetto Pi greco.
Che indica in geometria il rapporto tra la circonferenza e il suo diametro.
3.14 è un numero trascendente, un numero indefinito detto anche irrazionale. Ciò ci comunica quale è il rapporto tra l'io sono eterno e l'io sono umano. Rapporto indefinibile, come indefinibile è la rivelazione.
Potremo dire di essere anche noi uno di quegli indefiniti numeri dopo la virgola. Una di quelle infinite manifestazioni attraverso le quali si compie il Regno, anche attraverso vicende estremamente degradanti.
Il rapporto che io vivo con la rivelazione divina, tra il Padre e il Figlio è infinito. Si rivela in eterno come i numeri decimali del 3,14.
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