venerdì 23 maggio 2025

LA RIVELAZIONE - UN INFINITO PRESENTE

Dove si può trovare consolazione. Come far svanire l'angoscia, il senso di smarrimento, la desolazione e la rabbia che stiamo provando tutti nell'apprendere in modo continuato quanto male e quanta sofferenza e con quale ostinazione l'uomo deliberatamente sta procurando ai suoi simili.

Siamo giunti al livello più basso della civiltà.

Se il male che vediamo ha una responsabilità di tutto il genere umano allora essere semplici spettatori, e non poter far niente, non fa che contribuire ad aumentare questo senso di angoscia e di smarrimento. Rimanere appesi solo ad un'ipotesi, perche questa è:  un oscillare altalenante di paventate risoluzioni, che sono solo flebili balbettii. Un'ostentazione arrogante del proprio ego e della propria smania di potere, anteposta al destino incerto del mondo. Una pace, quindi, legata unicamente ad una volubilità e ad una suscettibilità psichica.

Dentro questa prospettiva la pace duratura rimane una lontanissima possibilità, e parimenti, un miraggio l'ipotesi di poter giungere ad una trattativa seria che possa far cessare il fuoco in modo duraturo in una terra, da sempre martoriata, dalla quale ci arrivano ogni giorno immagini di bambini straziati dalla fame e dai bombardamenti.

Il male sembra volersi accanire su quei territori senza possibilità di appello.

Con questi scenari diventa anche difficile mantenersi saldi nella fede. Cosí accade di entrare in crisi di ogni nostro più profondo convincimento.

E guardando in Alto ci viene di pensare.

Come puoi permettere che accada tutto questo ?

È  questa la rivelazione ?

Come posso leggere nella carne martoriata dell'uomo la presenza di Cristo?

Allora è proprio dalle scritture che ci può giungere un "soccorso" per comprendere che il tempo regalato all'uomo su questa terra per evolvere e rivelare la sua essenza divina potrebbe non avere la stessa natura del tempo cronologico. 

È il tempo del perdono in cui l'uomo  prende veramente coscienza della propria natura. Ce lo dicono le Scritture.

Giovanni 3,14 "E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell'uomo sia innalzato"

Esodo 3.14 Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi».

La rivelazione e le modalità nelle quali si compie attraverso di noi, nella nostra vita è un mistero.

Mentre noi umani bisogna ascendere, essere innalzati dalla nostra condizione terrena di esseri incarnati, liberando la nostra coscienza dai vincoli che la stessa condizione comporta, Cristo si rivela attraverso il punto più basso (la croce) assumendo la condizione di essere completamente umanato per redimere la Terra.

La rivelazione del nome di Dio

IO SONO la troviamo quindi in Esodo 3.14  (Io sono colui che sono), la rivelazione compiuta DELL'IO SONO che si incarna nell'io sono umano la troviamo invece in Giovanni 3,14.

Vecchio e Nuovo Testamento.

Stesso numero dei passi che si ripete 3,14. 

Cosa vi ricorda questo valore ? 

Sì il cosiddetto Pi greco.

Che indica in geometria il rapporto tra la circonferenza e il suo diametro.

3.14 è un numero trascendente, un numero indefinito detto anche irrazionale. Ciò ci comunica quale è  il rapporto tra l'io sono eterno e l'io sono umano. Rapporto indefinibile, come indefinibile è la rivelazione.

Potremo dire di essere anche noi uno di quegli indefiniti numeri dopo la virgola. Una di quelle infinite manifestazioni attraverso le quali si compie il Regno, anche attraverso vicende estremamente degradanti.

Il rapporto che io vivo con la rivelazione divina, tra il Padre e il Figlio è infinito. Si rivela in eterno  come i numeri decimali del 3,14.

sabato 17 maggio 2025

L'AMICO CHE GUARDA DENTRO

Quando un amico ti consiglia un libro da leggere bisogna ascoltarlo. Anche da questo si capisce che è un vero amico. Il suo non è un atteggiamento disinvolto. Suggerirti  cosa leggere è un atto sincero al pari di ogni altro gesto fatto per il tuo bene. 

Qualifica l'avere a cuore di condividere l'autenticità e la bellezza dei contenuti di un testo. 

È stato proprio cosí. 

Grazie Chiara Lico per avermelo suggerito.

Leggere Dentro è stata per me un'occasione autentica per sentirmi bene dentro.

Una scrittura asciutta ed essenziale, quella di Sandro Bonvissuto nel suo romanzo di debutto come scrittore. Termine che l'autore non si sente bene addosso.

Secondo quanto riferisce in una intervista la sua è una sperimentazione. 

Beh direi che l'esperimento è riuscito.

Sandro fino a quel momento non aveva mai editato se non dei brevi racconti. E poi ho letto che fa tutt'altro nella vita. È un addetto alla ristorazione. 

Si guadagna da vivere con un lavoro faticoso che lo impegna talvolta anche nelle prime ore della notte.

È successo, però, che la laurea in filosofia e l'amore per le lettere lo hanno spinto a scrivere per esprimere una passione. Appagare il desiderio di comunicare le emozioni più profonde e quanto spesso lasciato 'dentro' l'anima.

DENTRO. Ecco è questa la prospettiva che viene piano piano incontro al lettore scorrendo le pagine del libro. 

In realtà sono tre racconti autobiografici, presentati in ordine cronologico inverso, dove si alternano immagini colorate di stati d'animo interiori a immagini che descrivono realtà esteriori a tinte grigie. Sì, perché, a dispetto del suo cognome, Sandro ne ha da raccontare. Compreso di crude vicende che hanno segnato profondamente la sua vita come quella dell'esperienza in carcere. 

Un mondo a parte! Un'universo dove alla ristrettezza degli spazi fa eco la dilatazione del tempo. 

Ma non voglio dire altro se non consigliare di leggere il libro con la responsabilità del gesto fatto da un amico sincero. 

Ah, dimenticavo, la regola vale anche per l'amicizia sui social.😃

Fidatevi

Buona lettura.

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Si conclude Sabato 28 Giugno, con l'evento Slotmob , il primo ciclo di collaborazioni che ho avuto il piacere di sperimentare quest'...