giovedì 13 luglio 2023

CHIUDERE IL CICLO DELLA GUERRA

Quando le antiche parole non risultano nuove vuol dire che non stiamo nello 'spirito'. Perché lo spirito fa nuove tutte le cose, sempre.

Questo è un tema di tutte le tradizioni spirituali, non solo del Cristianesimo. 

È capacità di contemporaneità poetica intesa come incarnazione della parola, "adesso".

Questa dimensione di ascolto è necessaria per una comprensione delle vicende che hanno costruito parte della Storia.

Dovremmo farci alcune domande utili, che ci possano consentire di riflettere per rivedere e per cambiare alcuni atteggiamenti che ci portiamo dietro in quanto assunti nel tempo come ovvi.

Vorrà, potrà, saprà questo stato, l'Italia, il popolo italiano  rilanciare la propria missione per assumerla come  rivelazione storica attuale.

Il popolo italiano ha una missione di universalità diceva Dostoevskij. Lo stesso termine cattolico dal greco αϑολικός «universale», der. di καϑ’ὅλου fa riferimento ad un tutto  secondo il tutto, racchiudendo questo concetto che parla di qualcosa che stiamo vivendo tutti.

Il popolo italiano vorrà recuperare questa sua vocazione rilanciandola?

Nel 1834 Mazzini rifletteva sul problema dell'unificazione italiana quando era molto forte il concetto di "primato". La Francia aveva un'autocoscienza di questo primato. Mazzini diceva, però, che per la costituenda Italia non era questione di primato, ma piuttosto della sua capacità  di un'iniziativa per una nuova umanità, che fosse iniziatrice. Come possiamo rilevare da un testo di Federico Chabod-la Storia dell'idea di Europa-occorre  salvaguardare l'individualità italiana e l'universalità dei popoli. 

Il nazionalismo conseguente di alcuni stati è stata la conseguenza di un divergere da questa idea di universalità dei popoli. 

Dice il testo di Chabod- riprendendo la citazione letteralmente da Giuseppe Mazzini  <Dell'iniziativa rivoluzionaria in Europa>

"Occorre ritemprare la nazionalità, ma metterla in armonia con l'umanità. In altri termini redimere i popoli con la coscienza di una missione speciale affidata a ciascuno di essi e il cui compimento, necessario allo sviluppo dell'umanità, deve costituire la loro individualità, la missione specifica ad acquistare un diritto di cittadinanza nella giovane Europa che stiamo costruendo.

La nostra capacità sara quella di  riconoscere nei 'semi antichi" alcuni errori compiendo coscientemente un percorso di purificazione della memoria per andare oltre. E questo vale per tutti i popoli.

La Repubblica italiana in buona parte non ha fatto che recuperare e rilanciare in modi diversi la mentalità egoico-bellica che derivava dalla filosofia risorgimentale ripresa poi nel fascismo.

Citando in un suo saggio il grande storico Banti faremo un'osservazione  per smascherare alcune ovvietà che potrebbero ingannare.

"Del risorgimento-tutta la retorica, la narrazione su cui si fonda la costituzione dello stato italiano- la nazione viene descritta come una comunità i cui membri devono essere  estusiasticamente disposti al sacrificio della propria vita. Il richiamo alla necessità del sacrificio (una costante di tutti i popoli non battezzati) è un'operazione che consente di presentare il discorso nazionale come un discorso politico para- religioso. Cioè, questa retorica nazionale (dell'Europa) prende i concetti fondamentali del messianesimo e del messianismo cristiano e ne fa contenuto della politica nazionale.

I militanti morti per la causa diventano subito dei martiri. Cioè in senso proprio dei soggetti che hanno testimoniato (martire) con la morte la propria fede politica. In tal modo le guerre nazionali si trasformano in guerre sante".

Leggendo la retorica di tutte le guerre, anche coloniali, notiamo che questa prende pari pari l'apparato linguistico, il vocabolario della speranza messianica. Termini come sacrificio, salvezza, bagno di sangue. La prima guerra mondiale fu l' immersione nel sangue dei martiri dal quale nasce la nuova Italia.

"L'azione di propaganda diventa così apostolato e la rinascita della Nazione Ri-sorgimento, Risurrezione.

Occorre uscire fuori da queste figurazioni e prospettare una "conversione" degli attegiamenti consolidati in una cultura radicata nel tempo per giungere davvero alla chiusura del ciclo storico della guerra.

Marco Guzzi - [Sacrofano Giugno 2023]

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