Il progetto è stato ideato da Fondazione Etica e supportato da Caritas, Regione Toscana e Confindustria.
Partendo dalla rigenerazione di un immobile pubblico in disuso all’interno del Parco naturalistico della Maremma, avviando tre attività con finalità di promozione sociale e di sviluppo economico: una bio-osteria, una sala prove per fare musica, una scuola di innovazione.
"Il nostro obiettivo è quello di produrre un beneficio per l’intera comunità".-hanno dichiarato i promotori.
Tanto merito va agli ideatori e ai sostenitori che ci hanno visto davvero lungo, guardando e mettendo davanti a sé il traguardo, tanto da farlo diventare il fiore all'occhiello della sostenibilità preso come esempio da altre realtà (vedi quella dei quartieri spagnoli di Napoli).
Con il progetto Luci nel Parco
Si è puntato a creare occasioni di emancipazione e riscatto attraverso l’inserimento lavorativo nel settore turistico e la promozione del territorio e del patrimonio di arte, di persone meno fortunate garantendo, nell'ambito della ristorazione il percorso a chilometro zero grazie alla collaborazione delle aziende locali.
Don Enzo Capitani ha dichiarato
"Rendere virtuoso un progetto sociale vuol dire cominciare a parlare di delocalizzazione della povertà.
La povertà non deve essere appannaggio delle figure istituzionalmente deputate ad occuparsene(Società della Salute, Coeso, assistenti sociali Caritas).
Questa strada, diciamo dagli anni 70, ha portato a curarci del sociale con tante barriere, difendendo i ruoli cosituiti, dicendo che i "professionisti della povertà" sono loro che ci mettono o ci devono mettere le mani.
Non funziona proprio così!
La povertà è nella società, nella comunità ed è la comunità stessa a doversene fare carico e quindi vedere lo sviluppo della persona come lo sviluppo del modello sociale e quindi della comunità.
Per cui esiste un progetto "con" e non un progetto per.
Dobbiamo mettere davanti a noi il traguardo che vuol dire camminare verso qualcosa da raggiungere anche se ci saranno delle fermate ed anche delle cadute durante il percorso"
https://www.lucinelparco.it/
"Il nostro obiettivo è quello di produrre un beneficio per l’intera comunità".-hanno dichiarato i promotori.
Tanto merito va agli ideatori e ai sostenitori che ci hanno visto davvero lungo, guardando e mettendo davanti a sé il traguardo, tanto da farlo diventare il fiore all'occhiello della sostenibilità preso come esempio da altre realtà (vedi quella dei quartieri spagnoli di Napoli).
Con il progetto Luci nel Parco
Si è puntato a creare occasioni di emancipazione e riscatto attraverso l’inserimento lavorativo nel settore turistico e la promozione del territorio e del patrimonio di arte, di persone meno fortunate garantendo, nell'ambito della ristorazione il percorso a chilometro zero grazie alla collaborazione delle aziende locali.
Don Enzo Capitani ha dichiarato
"Rendere virtuoso un progetto sociale vuol dire cominciare a parlare di delocalizzazione della povertà.
La povertà non deve essere appannaggio delle figure istituzionalmente deputate ad occuparsene(Società della Salute, Coeso, assistenti sociali Caritas).
Questa strada, diciamo dagli anni 70, ha portato a curarci del sociale con tante barriere, difendendo i ruoli cosituiti, dicendo che i "professionisti della povertà" sono loro che ci mettono o ci devono mettere le mani.
Non funziona proprio così!
La povertà è nella società, nella comunità ed è la comunità stessa a doversene fare carico e quindi vedere lo sviluppo della persona come lo sviluppo del modello sociale e quindi della comunità.
Per cui esiste un progetto "con" e non un progetto per.
Dobbiamo mettere davanti a noi il traguardo che vuol dire camminare verso qualcosa da raggiungere anche se ci saranno delle fermate ed anche delle cadute durante il percorso"
https://www.lucinelparco.it/
Nessun commento:
Posta un commento