mercoledì 4 novembre 2020

LA VISIONE DI SPERANZA UNA NUOVA PROGETTUALITA'

Nel processo di transito verso la nuova umanità è necessario aderire ad una nuova progettualità. Questa nuova modalità è la modalità stessa del pensare. I. Accanto ad un progetto che si fonda su un pensiero essenzialmente egocentrico, in cui cioè l'io si mette a progettare il mondo in base alle conoscenze acquisite e ai propri desideri ego-centrati, esiste un'idea di progetto per la quale l' uomo percepisce di essere egli stesso un progetto, un processo, o meglio, come direbbe Heidegger, un progetto "gettato" in una situazione : progettato. Per cui il compito dell'uomo non è affatto quello di progettarsi la vita sulla base di un'identità data per acquisita, e di chiedersi perciò egoica-mente : che devo fare ? Niente ! Smettila! Smettila di fare di testa tua !! [...] 

 II. 

Quindi il problema non è 《Che devo fare ?》quanto piuttosto 《Chi sono io ? È solo disponendomi all'ascolto della rivelazione di ciò che sono io, attraverso un affidamento gioioso e penoso alla mia nascita continua, che posso sperare di costruire qualche cellula di vita realmente nuova. Ma questo implica una rinuncia al progetto di tipo ego-centrico sia per quanto attiene alla vita personale che per quello che riguarda una operatività collettiva.

 III. 

Qualcuno potrebbe scorgere una sorta di inerzia o di passività fatalistica in un simile atteggiamento. Per quello che sperimento io, fiorisce tutto al contrario una diversa operosità: Un nascere d' opere attraverso le quali tu scopri ogni volta la ricchezza del progetto che tu stesso sei. In questa dinamica ti si manifesta che il progetto che tu sei si compie soltanto attraverso quelle opere che a loro volta si realizzano tramite te solo se tu rinunci a progettare in proprio. 

 (L' UOMO NASCENTE Marco Guzzi)

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