In quale preciso momento l'argomento è diventato centrale per i media e per l'agenda di governo?
È chiaro che il marzo 2020 e la sua tempesta virale hanno segnato una tappa decisivqa di questa escalation, che era però iniziata ben prima.
La tendenza a vedere complotti ha una lunga storia, ma possiamo affermare che dal 2000 in poi sia stato internet, con il suo ruolo determinante nell'informare ed "educare" il grande pubblico, a garantirne la diffusione di massa".
Questo testo (vedi immagine) è formidabile per la lucida analisi su un fenomeno che ha preso una certa accellerazione invadendo tutti i campi del vivere sociale.
Dice Elisa Lello- ricercatrice- nella sua prefazione:
"Pur venendo alla luce il ruolo cruciale della dimensione epistemologica nei rapporti di dominio, risultato di una tradizione di studi (di una famosa università di Coimbra dove si è recata di recente, tradizione che si è concentrata sulla Scienza come strumento di potere), ancora oggi quando mi trovo a parlare delle questioni inerenti i miei studi, vale a dire movimenti sociali, tecnoscienze, rapporti tra politica e scienza, tra critica sociale e complottismo, quasi sempre mi imbatto in reazioni scontate: Dapprima sorrisi e attestazioni di quanto tutto questo sia interessante, subito dopo il tentativo di propormi una complicità fondata sull'indignazione, e sullo scherno, volendomi dimostrare attraverso alcuni aneddoti quanto intorno a noi ci sono persone che hanno perso completamente il lume della ragione, gente ignorante e antiscientifica, che crede in teorie strampalate, complottiste.
Una mancanza di cautela- prosegue la Lello- nel trattare di questi argomenti, dei rapporti tra scienza, ignoranza, e politica.
Una platea, questa, composta da ricercatori/ricercatrici che si definiscono militanti di sinistra, che rivendicano un'attenzione estrema all'inclusività delle pratiche e nel linguaggio quando si parla di identità di genere, orientamenti sessuali o body shaming, eppure tutta questa inclusività, sensibilità e attenzione svaniscono letteralmente quando si è di fronte ad opinioni non del tutto allineate, per esempio sulla crisi eco-climatica, o a maggior ragione quando tratta di scelte sanitarie. Non solo svaniscono. Peggio, troppo spesso si trasformano in un disprezzo profondo, antropologico, che apre la porta a battute feroci. [....]
Il tutto poi senza indugiare troppo o interrogarsi sulla complessità che pongono e che tutti ci dovremo porre. Ci si accontenta, invece, troppo spesso di alzare steccati identitari per frapporre una distanza netta fra il sé e gli 'altri': anti-vax anti-scientifici, trumpiani, complottisti, negazionisti, terrapiattisti".[....]
Chi ne fa un'analisi ragionata sono Sara Gandini e Paolo Bartolini, riprendendo alcuni passi del libro, riflettendo e scommettendo sull'esistenza di una terza via che si smarchi dalle "posizioni" irrigidite dell'una e l'altra parte.
"Un critica razionale- scrive il Chimico Scettico- una critica che rifiuta le semplificazioni del fronte del delirio e dei suoi fiancheggiatori senza per questo accettare il catechismo dei conformisti. Ma una critica razionale non può erodere in quanto tale la dicotomia di un dibattito ridotto all'opposizione anticomplottisti-complottisti, tra chiesa della "scienza" e settarismi: una critica razionale non è funzionale alla prosecuzione di un dualismo in cui ognuno dei due poli fonda l'esistenza dell'altro. La critica razionale in questo contesto sarà perlopiù omologata da entrambi al proprio avversario (been there, done that).
Quindi, la premessa per un'azione politicamente significativa-continua Il Chimico Scettico- è una premessa culturale. Se due fedi opposte sono alla base della sterilizzazione del dibattito pubblico, l'unica possibile risposta è la laicità".
Qui riporto il link del Chimico Scettico
E qui l'articolo del fatto quotidiano scritto a due mani da Sara Gandini e Paolo Bartolini. Interessanti le loro osservazioni 👇🏼👇🏼
[L'industria del complottismo-
M. AMIECH
Dicembre 2024
Edizioni Malamente ]
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