Nella giusta "economia circolare" del sapere ogni verità dovrebbe fluire libera, e senza avere un costo- per poter essere appannaggio di tutti, soprattutto quando sapere diventa una condizione indispensabile. Quando conoscere può tradursi, ad esempio, in una presa di coscienza di una situazione di pericolo in modo da agire di conseguenza per poterlo evitare.
Con un tale atteggiamento mentale'sapere' diventa "avere il sapore delle cose", acquisire la forma (essere in-formati) di quanto ci avvolge e ci coinvolge per poter prendere ed essere parte del misterioso movimento vitale che ci circonda. Parte-ciparvi, nei suoi contenuti essenziali.
Ma nello stesso tempo vuol dire non trattenere nelle proprie cellule alcunché .
Snobbare quel discreto ma inevitabile tocco alla porta del proprio ego, per aprire a palmi aperti la mano tenuta per troppo tempo stretta nel pugno. E così, come fa il contadino che una volta gettato il seme più non volge lo sguardo indietro, anche noi non cureremo più la parola offerta.
Come una madre che conscia della matura età del figlio più non resiste al suo natural istinto, così nell'affidar la conoscenza saremo noi, alfine, grati di far parte di quel flusso della vita che scorre grazie solo all'Amore che l'informa.
Allora la sola cosa che sapremo sarà sapere amare/sapere di amore.
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