venerdì 18 giugno 2021

LA PAROLA LACRIME E BACI - IL PARADIGMA DELLE QUATTRO A

Nella nostra esistenza sentiamo sempre più il bisogno delle cosiddette quattro A :
Accoglienza, Ascolto, Accompagnamento, Annuncio.

Siamo stufi di risposte tecniciste. Quelle che ci sentiamo dire per acquietarci, assopirci, darci false rassicurazioni.

In realtà questi atteggiamenti sono modalità mascherate di un sistema che non è in grado di affrontare il vivere umano nelle sue manifestazioni più vere.
Entrare nella carne del quotidiano genera paura !! È più facile prendere la strada solita del  "si è sempre fatto così".
Parlo in primis, delle esperienze di sofferenza è di emarginazione.

Il dolore che deriva dalla malattia ha bisogno intanto di una cura a base di parole e di gesti accoglienti.
Dapprima, dovremo essere noi a "curare" le nostre parole per poterle dire bene a chi ha bisogno di sentirselo dire.
Bene-dire, appunto, è dire bene, anche nei toni, ciò che può far bene agli altri.
Il suono emesso proferendo la parola genera una vibrazione che coinvolge emotivamente colui che ascolta.
Anche negli stati estremi della malattia si può fare, si può dare quel benessere, quel ristoro di cui parlavo.

Oggi, il malato non trova questa risposta dalla controparte.
Gli operatori della salute, già dal primo incontro, e credo che per questo si avvalgono di percorsi preparatori, hanno invece, spesso, un atteggiamento distaccato e freddo, orientato a consigli meramente tecnici, indicazioni terapeutiche che fanno parte di un protocollo, rimandi ad esami specialistici più approfonditi, dimenticando l'aspetto psicologico della persona.

Ma questo avviene anche nelle altre categorie dell'esistenza.

L' Economia, trascinata da un sistema esasperatamente liberista, parimenti, ci propone il dato tecnico, l' indice come rilevatore del malessere e l' intervento legislativo, la manovra come correttivo. E tutto questo senza "curarsi" degli effetti spesso deleteri sulla persona.

Anche nella scuola, la relazione umana è sottoposta a continue rinunce.
Parlo dell'eccessivo ricorso alla didattica a distanza, come metodo emergente.
Una modalità che sembra avere una propria forza di affermazione e voler fare decadere, sotto la spinta data dalla mera "comodita" e dall' illusorietà ogni pretesa di recuperare la vera natura ed il vero significato della presenza nello svolgimento delle lezioni.

La cultura, così, risulta fortemente condizionata da questo nuovo assetto relazionale presente proprio nei luoghi dove si dovrebbe avere invece la giusta iniziazione. Imparare quello che conta davvero per non diventare schiavi del non necessario, della propaganda pubblicitaria, di una cultura di intellettuali poco intelligenti che collaborano perché alimentati e stipendiati dallo stesso sistema che ci vuole ammansire e renderci schiavi.

Quando avremo veramente capito e ritrovato dentro ogni ambito del vivere questi autentici valori della persona, quando avremo compreso che siamo dentro una crisi antropologica che rischia di spingerci verso l' annientamento solo allora potremo giungere finalmente alla quinta A e completare il paradigma
dell'  AMORE .

Le parole ed in primis il pensiero svolgono un ruolo determinante per veicolare il messaggio che sta nascosto nei fatti di tutti i giorni.
Condividere parole di bene è quindi un compito di tutti.

Giovedì 17 Giugno 2021 si è svolta un' iniziativa finalmente dal vivo dove la parola è stata la protagonista.

LA PAROLA LACRIME E BACI. Un incontro speciale. 
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno collaborato e contribuito alla buona riuscita sell' evento.
L'incontro, che ha trovato la sua ideale cornice nello spazio aperto e ombreggiato della troniera delle mura medicee, sede della Proloco cittadina, ha trovato anche un altro spazio accogliente quanto sincero, quello del  pensiero creativo e della parola libera.
Alessandro Dehò - nell' immagine-  non ha tradito le aspettative. Nessuna interpretazione o atteggiamento costruito.
Nelle risposte si è mostrato nella sua autentica e genuina indole di indomabile e costante ricercatore della verità, mettendo a nudo,a tratti, alcuni vicende anche dolorose del suo vissuto recente e raccontando, da vero testimone, come proprio dalle trame di quelle forti esperienze, ha saputo trarre utili indicazioni.
Il "finito", se esite, è solo un ponte per l' infinito ed è solo il simbolo che ci collega ad una realtà più grande, ad una verità che sta dentro le cose e gli accadimenti della vita.

Questo lo ha portato a credere fino in fondo, al punto tale di arrivare a scelte di radicale cambiamento del proprio stile di vita e a rifiutare un sistema al quale non sentiva più di appartenere.

Aver ospitato Don Alessandro, in realtà, è stata un' opportunità. L' invito non aveva lo scopo di presentare la sua produzione letteraria, ma è stata l' occasione di divulgare il suo pensiero libero e creativo, da vero rivoluzionario dei nostri tempi.
Tempi nei quali il sistema sembra inglobare ogni spunto di creatività, scambiandolo per ribellione, per ingabbiarlo nella falsa libertà di un consumismo esasperato e di una suadente tecnologia.

Un grazie a tutta l'organizzazione:
A Rockland;  a Marco Rossi responsabile della Libreria Paoline, agli attori Eleonora Guelfi e Davide Braglia; ai musicisti Roberto Tassi e Alessandro Gandolfi;  a Francesco Tarsi dell' Associazione Culturale Polis 2000; alla Proloco di Grosseto; a Decoramadera.Adv di Alessia De Vizzi
E a tutti i convenuti.





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