domenica 20 dicembre 2020

CONTEMPLARE DIO PADRE

Avere un padre può essere ancora una condizione vantaggiosa e confortante oggigiorno. Chi ha avuto la fortuna di poter viverne l' esperienza a lungo, in un percorso di costante presenza in famiglia anche meglio.

La mia si è fermata a soli nove anni e col tempo, avvertendo quel vuoto come uno spazio di incompiuto, si sono fatti strada interrogativi su come sarebbe cambiata l'esistenza se fosse andata diversamente. Se quella presenza, il suo riferimento durante un periodo molto importante come quello dell' adolescenza, avesse potuto cambiare le condizioni di crescita e lo sviluppo della mia persona.

Aldilà del significato che nel linguaggio comune si attribuisce alla parola Padre, alla figura paterna e quindi al ruolo che può aver avuto nel vissuto personale di ciascun individuo, il padre rappresenta comunque la discendenza, l' appartenenza della famiglia, in sintesi le proprie radici.
Se vogliamo, costituisce un' impronta, un esempio che accompagna (edu-care) i figli nello svilippo e nello stesso tempo nella crescita della propria personalità.
Per tutti i figli arriverá prima o poi un tempo giusto in cui maturerà l'idea di un necessario distacco dal padre e dalla famiglia in genere, come prospettiva naturale e non solo per non correre il rischio di rimanere eterni bambini.

Da quanto detto risulta chiaro come questa parola possa risultare ambigua e come ciascuno possa associare ad essa una serie di esperienze molto differenti che vengono evocate tutte le volte che la pronunciamo.
Diverse sono le immagini a seconda che il rapporto col padre sia stato un rapporto sereno, positivo, di pacifico dialogo o altrimenti conflittuale, agguerrito o di passiva remissione.

Forse questo è un dei motivi per i quali quando parliamo di Dio come Padre otteniamo un certo rifiuto e non solo da parte di chi col padre ha avuto un rapporto conflittuale.
Spiegare che Padre è il miglior vocabolo per descrivere l' appartenenza alla fonte divina, per descrivere Dio, è sempre stato così molto difficile come spiegare la parola "mistero".

Ci troveremo senz'altro di fronte ad un limite del linguaggio fino a quando non riusciremo, tutte le volte che ci rivolgiamo all' Eterno, a scindere la figura schematica che si è formata nel tempo dentro di noi dall' immagine di Dio.
Dio Padre è un' affermazione cristiana di fede che, nella preghiera quanto più è sentita tanto più avviene dentro di noi un cambiamento, una sensazione di pienezza e quindi di appartenenza spirituale.
La discendenza paterna dal Dio generatore mostra una radice ben più profonda, un' appartenenza che non dobbiamo confondere con quella evocata da immagini pre-costituite di un padre generativo nella carne.
Nella preghiera contemplativa si può arrivare a comprendere il vero senso della nostra appartenenza al Padre, il senso della nostra "figliolanza spirituale" che ci fa diventare eredi del Regno ed entrare nel mistero della sua incarnazione a Figlio nell' unita dello Spirito Santo.

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