sabato 5 dicembre 2020

CERCARE LA PROFONDITA'

La facoltà di percepire l'essenza delle cose è la soluzione di tanti nostri problemi nel capire la realtà. 

Lasciando da parte facili conclusioni a cui si può giungere con il pensiero post moderno, ragionamenti che hanno il sapore della fisica quantistica, sul fatto che la realtà la creiamo noi, o similarmente affermazioni del tipo "la realtà è negli occhi di chi guarda", penso che una veritiera lettura dei fenomeni viventi si possa realizzare da un "punto di vista" che permetta di armonizzare prospettive diverse dello sguardo. 

 Ciò credo valga per tutte le categorie dell'esistenza, non ultimo l'ambito della religione e della fede.

Lo sguardo mono-posizionato e per giunta fisso, può contenere il difetto della parzialità di visione, gonfiandosi di una presunzione di verità dietro la quale può nascondersi un mero atteggiamento di difesa. La condivisione e la comparazione invece aiutano a comprendere e a valorizzare un comune senso, consentendo l'unione e non la separazione. Il tutto avviene come nella visione stereoscopica, in cui l' immagine propria di ciascun occhio si fonde in un unico fuoco in modo da darci il senso della profondità. Quella che manca a noi talvolta nelle analisi superficiali, nelle apparenze evidenti che affiorano come propaggini di un iceberg. Il dimorare all'ombra di una sola prospettiva, in ambito religioso ad esempio, ad esclusione delle altre, non può dare una visione completa, in quanto ogni religione andrebbe considerata come un singolo sentiero che conduce alla stessa meta. 

Arroccarsi sulle proprie convinzioni e sulla loro esclusività è un fare violenza alla fede a cui aderiscono gli altri.

 Per evitare tale rischio basta mettersi nella prospettiva di credo dell'altro.

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