domenica 29 novembre 2020

REALIZZARE LA FEDE

Il momento della preghiera pone la coscienza umana al di là di tutte le dispute e differenziazioni concrete, in un rapporto vivo e pacifico con il Mistero divino, fonte e origine di ogni anelito e sua espressione. Nelle sue varie specificazioni ed espressività la preghiera avviene sempre attraverso locuzioni parlate o interiorizzate che tendono a realizzare una piena comunione con lo Spirito. 

Dobbiamo comprendere, con ciò quanto sia importante entrare nel senso e nella realtà profonda che quelle parole richiamano, nel momento della loro pronuncia.
Pensate solo alle celebrazioni liturgiche e a come nella messa la ripetitività di alcune formule, da anni sempre uguali, possa facilmente indurre a far perdere o almeno sminuire tale senso e quindi ad allontanare la Presenza.
Entrare nelle parole invece è percepire questa Presenza. È sentire lo spirito, che feconda i segni e i simboli sacramentali, annullare le distanze, cosi chè l' anima possa uscirne arricchita e dilatata, con una visione nuova dell'uomo : un essere che prega non per debolezza o terrore, ma per partecipare con verità è realtà alla vita.

Oggi nella liturgia della celebrazione domenicale della messa, hanno avuto esordio ufficiale alcuni cambiamenti inseriti all'interno del cosiddetto messale. Sono state approvate nuove parole o locuzioni. Una minima cosa, beninteso, che comunque rappresenta un segno di attenzione verso una necessità di rinnovamento, di un cambiamento più radicale di vivere la fede come indicato anche dal Concilio Vaticano II in termini di Nuova Evangelizzazione.
Una fede, appunto, meno rappresentata e più vissuta.

Nelle parole della preghiera alla base deve esserci sempre il credere, la fiducia della realizzazione di quelle " espressioni".
Così se io dico " Vero Dio e vero Uomo" oppure "Ricevo il perdono delle mie colpe" e non ci credo, non lo realizzo. Pregare vuol dire realizzare quanto credo. La parola diventa efficace solo attraverso la fede.
Mentre nel tempo abbiamo sempre fatto credere che i sacramenti fossero efficaci di per sé, inducendo i cristiani a un'attitudine "superstiziosa".
"Venite a messa e sarete salvi"
Oggi poi nella contingenza potrebbe uscire anche un facile giudizio : 《guardi la messa da casa quando le chiese sono aperte, anche se contingentate nel numero dei fedeli !!》
Quando magari chi è presente non vive, nelle parole del contesto celebrativo, l'essenza viva di quelle formule.

Il popolo cristiano oggi ha capito questo. Nessuno si era mai fermato a spiegare il senso e la profondità di una frase tipo : "questo è il corpo di Cristo" non pensando mai di poterlo sperimentare. Non rendendosi conto che pronunciando quella frase si comunicava con il corpo del Risorto diventando un'unico corpo con Lui.

Adesso, per evitare che queste parole, le formule celebrative, la preghiera in genere rimangano un mero balbettío, dovremo verificare la loro "autenticita" interiormente, sforzandoci ogni giorno a comprenderle, perché la nostra intenzione è "vivere" quelle parole, vivere la fede e non solo rappresentarla. Dovremo cercare dei percorsi iniziatici che ci consentano di mantenere la nostra mente ed il nostro cuore sempre presente, fermo e quieto per poter arrivare alla preghiera sentendoci UNO. Comprendere che interiormente abbiamo bisogno di abbeverarci a quel latte, di rimanere in quel logos (1^ Lettera Pietro Cap 2-2) per poter crescere nella salvezza.
Con quanto più fermezza ed umiltà esprimeremo la nostra fede tanto più facilmente si realizzerà quanto richiesto.

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