venerdì 20 novembre 2020

IL POETA PELLEGRINO

Sono nel mondo, ma non sono di questo mondo. La natura di essere umano incarnato ci dona oltre che la capacità di essere liberi, anche quella di essere creativi. Una libertà propria del poeta, una libertà di natura spirituale. Se sei poeta sei libero perché incoercibile. Non appartieni a questo mondo, ma sei il principio di questo mondo. Il poeta dedica giorni ed anni al silenzio interiore. Ascolta e medita prima di proferire una parola che valga la pena essere detta, per poter dare avvio ad un nuovo inizio, ad una nuova cultura. In questo senso ogni nuovo inizio è un miracolo. "Ogni nuovo inizio dal punto di vista del contesto che interrompe, è un miracolo"(Marco Guzzi). Così il poeta si mette liberamente in viaggio, muovendosi e orientandosi nella storia del suo tempo, percependo istintivamente una direzione da prendere. Così il nostro poeta-viaggiatore è fuori dalle strutture del sistema dove si mira a diventare qualcuno. Che cosa volgare essere qualcuno (Emily Dickinson). Vuole essere indeterminato, stare al crocevia, in un luogo libero, in uno spazio territorialmente indefinito e portare in viaggio con sé poche cose, nella sua bisaccia di pellegrino.

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