sabato 21 novembre 2020

YOGA E OCCIDENTE

LA CRISI DELLA CULTURA OCCIDENTALE E’ UN TRIONFO CATASTROFICO - 

L’ Occidente inteso non solo come territorio geografico, ma come spazio culturale appartenente ad un periodo storico, quello che ha portato all’ evoluzione tecnologica e al cosiddetto progresso, è arrivato ad una svolta, ad un punto di crisi culturale-antropologica, che ci chiede con urgenza di intervenire.

 “L’ uomo europeo è malato”,-- diceva Soren kierkegaard già nel ‘800-- “Se io fossi un medico lo porterei subito nel silenzio”. Questa affermazione ci fa capire quanto veniva sentita già allora l’ esigenza di un approccio diverso, volto ad un intervento per l’ elaborazione di una nuova cultura. Figuriamoci ai nostri giorni. Jeremy Rifkin, famoso economista americano dal suo libro “ La civiltà dell’ empatia” scrive : …..il tumulto dell’ interazione sociale spinge e strattona la coscienza degli individui forzando una perdita di centralità del sé. Presi nel vortice di rapporti sociali concorrenti e spesso contraddittori, dividiamo disperatamente la nostra limitata attenzione concedendo frammenti della nostra coscienza.” 

I.

Il mondo moderno si trova così, come dice René Girard, in una situazione di ambiguità , in quanto potremo dire di essere in molti ambiti, i migliori ma anche i peggiori. Questo è un giudizio che continuamente diamo di noi stessi e della società nelle sue varie espressioni, attraverso un’ elaborazione interiore. Prendendo, ad esempio, l’ aspetto della tutela dei diritti della donna potremo dire quanto poco si sia evoluta la sua condizione sociale in termini di tutela, per l’ eliminazione delle disuguaglianze. Eppure non esiste un altro contesto, come quello Occidentale, dove la donna sia trattata in modo migliore, se lo confrontiamo con le altre culture nel mondo. Questa ambiguità ci pone nel punto in cui dobbiamo lavorare, chiamati a fronteggiare una situazione estrema, purificando gli elementi egoico-bellici della personalità.

II.

 Guardando all’ urgenza ed al tempo propizio per questa trans-formazione, potremo affermare questa immagine e dire che l’ Occidente trionfa catastroficamente. Come possiamo procedere nell’ eleborazione di questa nuova cultura ? Intanto prendendo consapevolezza dello stato di crisi in cui siamo nell’ evidenza del “tumulto dell’ interazione sociale” di cui parlava Kierkegaard. In seguito favorendo nella nostra cultura l’ integrazione di aspetti e pratiche ( yoga, meditazione, etc) mutuate da altre tradizioni, non ultime quelle orientali. 

III.

Questo sempre con la convinzione che tale processo comporterà una nostra trasformazione da dentro attraverso un dialogo costruttivo con tali tradizioni. Convinti che la nostra tradizione culturale non può essere sostituita ma può essere trasformata, anche lo yoga può diventare una pratica che ci aiuta a spegnere le immagini distorte che ci portiamo dietro, facendoci recuperare le sperimentare la vita nella sua essenza misterica. Le direttrici attraverso le quali queste tradizioni possono innestarsi nella nostra cultura sono quattro. 

 °°°°° Lo sviluppo della concentrazione mentale, rafforzando la mente per tenere il baricentro interiore ben saldo.

 °°°°° Passare dagli automatismi difensivi alla consapevolezza selezionando i pensieri. Capire da dove vengono e se porteranno pace o altro. Ricordiamo che dal pensiero si arriva all’ azione sempre più definitiva secondo la nota successione : PENSIERO – AZIONE-ABITUDINE-DESTINO. 

 °°°°° Passare dal dominio delle proiezioni temporali, allo stato di presenza come apertura libera nel luogo mentale dove può nascere qualcosa di nuovo. 

 °°°°° Passaggio dal tempo accellerato, dal tempo “murato”, al tempo eterno come qualità dell’ essere. Un tempo nel quale dimoriamo di più. Se è vero che il tempo scorre è perché sgorga da una fonte e questa fonte è in noi, siamo noi. Noi siamo il fiume e la sorgente. Se ci identifichiamo col fiume viviamo un tempo sempre più accellerato verso la “cascata finale”. Se invece riusciamo a vivere questa doppia forma del nostro essere, tornando a sperimentare l’ eterno, anche il tempo respira, torna ad essere ritmo, danza e non frenesia e contrattempo. 

Estratto dalla Conferenza “Yoga e Occidente” tenuta da Marco Guzzi a Firenze il 27 Aprile 2013

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