Su questa terra in potenza fertile, ebbene, a causa di un agente invisibile, avviene ogni giorno una battaglia per la difesa della propria dignità e dei propri diritti, tanto che sentirsi uomini liberi è messo a dura prova, dovendo sottostare a regole che se da una lato vogliono salvaguardare la salute, dall'altro, di fatto, finiscono per condizionare fortemente i rapporti e le relazioni proprie della civile convivenza.
D'altro canto, è sotto gli occhi di tutti, che la spinta generata da un' economia fortemente liberista, premendo l'acceleratore sull' innovazione tecnologica, sta trovando terreno fertile nelle contingenti necessità di distanziamento, alimentando ancora di più, nella scuola, il senso di separazione e di smarrimento dei nostri studenti. Nonostante la ripresa in presenza delle attività didattiche, infatti, permangono e resistono ancora in modalità cosiddetta smart, alcune funzioni proprie che gli insegnanti sono chiamati a eseguire. Mi riferisco ai Consigli di classe ai ricevimenti periodici pre-scrutinio e a tutte le attività amministrative in genere. Impegni che a loro modo stanno connotando la scuola come una piazza virtuale, priva di contenuti umani.
Lo stesso scenario possiamo riscontrarlo nella categoria del lavoro. Una modalità home persistente e pervicace anche laddove non se ne ravvisa la necessità, ma solo per comodità e convenienza, si affianca alla condizionalità legata al possesso di una certificazione che dal 15 Ottobre è diventata obbligatoria. Oggi, per tali motivi, assistiamo, purtroppo, anche a particolari situazioni di perdita del lavoro. L'incontro e la relazione diventano situazioni tanto ambite quanto legate ad un permesso, ad una rigorosa obbedienza.
Possono nascere così nuove funzioni legate al controllo della idoneità lavorativa. Ruoli che impegnano risorse, dirottandole dal ciclo produttivo, per riservare loro mansioni di controllo imposto dalla legge. Come avvenga tale controllo sembra rimanere ancora un problema non solo organizzativo ma anche dettato dalla buona volontà dell'addetto, rivelando così i propri limiti per una completa e sicura applicabilità che la legge richiederebbe.
Quello che mi ha colpito è stata la mia particolare situazione, nella quale devo esibire ogni giorno il certificato e consentirne la lettura attraverso n. 4 schermi.
In video chiamata un collega della rete mi chiede la visione della famigerata immagine QRcode che prontamente espongo avvicinando allo schermo del pc il mio cellulare. Dall'altra parte il collega addetto al controllo, avvicinando il suo telefonino allo schermo del suo pc, con l' applicazione specifica legge il mio codice.
Quattro apparecchi. Quattro strumenti o device, come si dice oggi, collaborano con la legge.
Quattro schermi come filtri tra me e il collega, nell' illusoria realtà di avvicinamento, ancora una volta mostrano la loro essenza snaturante lasciandomi uno strano sentimento, come una sensazione che questo processo riduttivo della dignità della persona possa diventare sempre più spedito e possa consolidarsi in forme ancora più accentuate, spingendo l'uomo verso l'annientamento, verso la perdita definitiva delle poche e residuali briciole di dignità in lui presenti.
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