Il tempo scorre in maniera irrefrenabile. Passano le stagioni portandosi dietro ogni attimo vissuto.
Ogni nostro tentativo di fermarlo, spesso con promesse e propositi di viverlo nella pienezza, viene inevitabilmente vanificato da continui ed istantanei cambiamenti.
Quando mi fermo a riflettere su questa ineluttabilità, e a guardare attraverso questa lente, la mia coscienza viene aiutata ad elevarsi quel tanto che basta per farmi percepire la piccolezza dell'umanità nell'universo, e a pensare a quanto siano effimeri ed inutili gli affanni e i desideri ai quali spesso mi lego.
Provo a fermarmi ! E da un'unica prospettiva- ad esempio da un angolo della mi casa- provo a percepire quanto sia cambiato il mondo fuori in soli 50 anni;
la tecnologia, i consumi, il lavoro, la scuola i rapporti tra le comunità nazionali e sovranazionali. E quanto sono cambiato io interiormente, la mia psicologia, le mie paure, le mie emozioni. La mia capacità di sostenere le difficoltà (resilienza).
Guardo fuori dalla finestra dalla mia postazione, il famoso angolo prospettico. Lo chiamano living.Termine tecnico immobiliaristico. Un gerundio.che dà il senso dello scorrere, della continuità.
Un comodo ambiente della casa, certo. Ma lo sguardo va fuori da quella finestra.
FUORI:
Son passati cinquant'anni e dove c'era quel ramoscello esile, ondeggiante, sospinto dalle furie delle intemperie, ora c'è un fusto ben fermo e stabile nella terra.
Le radici hanno lavorato bene nella sua profondità. Me lo posso immaginare perché, di riflesso, se alzo lo sguardo vedo specularmente le ramificazioni prosperose di un albero e ai lati e all'apice di ogni ramo già un nuovo virgulto.
DENTRO:
La casa. Un flash-back- quasi come in un effetto speciale cinematografico- mi fa vedere in rapida successione- i soliti muri sui quali sono appoggiati i mobili (si chiamano così perché si spostano) complementi di arredo, piante ed ornamenti.
Ragnatele che vanno e vengono attraversano il pulviscolo pervaso dal solito raggio di sole che entra con quel determinato angolo di incidenza.
Oggi, dopo 50 anni, questo angolo è ancora cambiato. Ogni istantanea è una pausa sibillina. Tentativo fallimentare per bloccare il flusso temporale.
Lo spazio curvo e la distanza spaziale sono un motore sempre in funzione in cerca di nuovi e dinamici equilibri.
Quel ragazzo quindicenne pieno di speranze, compresa quella di crescere per portare avanti liberamente le proprie aspirazioni, adesso vede in sequenza le diapositive degli anni e scopre le rughe del mondo nella frenesia maniacale di nasconderle.
Guardo le mie allo specchio e penso: qui e adesso io ci sono grazie anche al tempo che mi ha dato modo di sperimentare e a trovare ad ogni occasione, in ogni vicenda, il vero senso della vita.
Quando mi fermo a riflettere su questa ineluttabilità, e a guardare attraverso questa lente, la mia coscienza viene aiutata ad elevarsi quel tanto che basta per farmi percepire la piccolezza dell'umanità nell'universo, e a pensare a quanto siano effimeri ed inutili gli affanni e i desideri ai quali spesso mi lego.
Provo a fermarmi ! E da un'unica prospettiva- ad esempio da un angolo della mi casa- provo a percepire quanto sia cambiato il mondo fuori in soli 50 anni;
la tecnologia, i consumi, il lavoro, la scuola i rapporti tra le comunità nazionali e sovranazionali. E quanto sono cambiato io interiormente, la mia psicologia, le mie paure, le mie emozioni. La mia capacità di sostenere le difficoltà (resilienza).
Guardo fuori dalla finestra dalla mia postazione, il famoso angolo prospettico. Lo chiamano living.Termine tecnico immobiliaristico. Un gerundio.che dà il senso dello scorrere, della continuità.
Un comodo ambiente della casa, certo. Ma lo sguardo va fuori da quella finestra.
FUORI:
Son passati cinquant'anni e dove c'era quel ramoscello esile, ondeggiante, sospinto dalle furie delle intemperie, ora c'è un fusto ben fermo e stabile nella terra.
Le radici hanno lavorato bene nella sua profondità. Me lo posso immaginare perché, di riflesso, se alzo lo sguardo vedo specularmente le ramificazioni prosperose di un albero e ai lati e all'apice di ogni ramo già un nuovo virgulto.
DENTRO:
La casa. Un flash-back- quasi come in un effetto speciale cinematografico- mi fa vedere in rapida successione- i soliti muri sui quali sono appoggiati i mobili (si chiamano così perché si spostano) complementi di arredo, piante ed ornamenti.
Ragnatele che vanno e vengono attraversano il pulviscolo pervaso dal solito raggio di sole che entra con quel determinato angolo di incidenza.
Oggi, dopo 50 anni, questo angolo è ancora cambiato. Ogni istantanea è una pausa sibillina. Tentativo fallimentare per bloccare il flusso temporale.
Lo spazio curvo e la distanza spaziale sono un motore sempre in funzione in cerca di nuovi e dinamici equilibri.
Quel ragazzo quindicenne pieno di speranze, compresa quella di crescere per portare avanti liberamente le proprie aspirazioni, adesso vede in sequenza le diapositive degli anni e scopre le rughe del mondo nella frenesia maniacale di nasconderle.
Guardo le mie allo specchio e penso: qui e adesso io ci sono grazie anche al tempo che mi ha dato modo di sperimentare e a trovare ad ogni occasione, in ogni vicenda, il vero senso della vita.